Con la primavera, i castelli piemontesi tornano ad aprire le loro
porte e in provincia di Torino torna
Castelli e dimore storiche, che
dal 29 maggio 2016, tutte le ultime domeniche del mese, fino al
25
settembre, permette di scoprire
22 residenze aristocratiche sparse
tra Canavese, Pinerolese, Collina Torinese e Valle di Susa. I
proprietari di alcuni castelli non si limitano ad aprire le sale (e i
giardini) della propria residenza, ma invitano a scoprire storie e
tradizioni con iniziative speciali.
E' quello che succede al
Castello di Castellamonte, nel Canavese, per la prima volta aperto al
pubblico. E' uno dei Castelli
più antichi del Piemonte (i primi documenti in cui figura sono del 1066) e qui il
29 maggio, il
26 giugno, il
31 luglio e il
30
ottobre 2016, il
conte Tomaso Riccardi di Netro condurrà il laboratorio,
La Bella Tavola, che spiegherà come le antiche
famiglie patrizie da cui discende apparecchiavano la tavola. Grazie a
Turismo Torino, ho assistito all'anteprima del laboratorio e
non
aspettatevi una lezione di noioso bon ton:
uno il bon ton non è mai
noioso, sapersi comportare in modo adeguato in ogni occasione
dovrebbe essere regola di vita, si sia aristocratici o meno,
due il
conte è una persona estremamente piacevole e dotata di una leggera ironia, con cui racconta aneddoti e storie del passato.
Si scopre
così che esistono
numerose tradizioni di mise-en-place, di
preparazione della tavola: si è di scuola francese o di scuola
britannica? La nobiltà piemontese si inclinava per
le influenze di
Parigi, per ovvie ragioni. E la tradizione di
Versailles imponeva tovaglie bianche,
possibilmente con le iniziali di famiglia ricamate. Il primo elemento
da posare in tavola, così da dare un centro e un ritmo, era il
centrotavola, quindi i candelabri, i piatti, i bicchieri, le posate,
i tovaglioli. E i fiori si mettono a tavola? Il conte Tomaso lascia
la scelta alle padrone di casa e ricorda sua nonna, che non lasciava
mai la tavola senza un piccolo fiore davanti ai propri ospiti, mentre
la bisnonna non li amava particolarmente.
Non c'era
niente di
casuale sulle tavole piemontesi, si mescolavano
tradizioni antiche,
vanità del casato,
arte dell'accoglienza. Mi ha molto divertito un
aneddoto raccontato dal conte Tomaso sulle posate: le forchette si
mettono con i rebbi su o giù? Le scuole di pensiero divergono,
seguendo sempre le solite tradizioni inglesi o francesi, ma su una
cosa sembrano essere d'accordo: se le posate hanno uno stemma di
famiglia, è bene che sia in vista! I servizi di piatti di porcellana
e di bicchieri di cristallo
sono passati di generazione in
generazione, di famiglia in famiglia, dai
San Martino, che furono
proprietari del Castello, ai
Riccardi di Netro, da cui discende il
conte Tomaso. Testimoniano così l'
evoluzione del gusto delle padrone
di casa e del cambiamento nell'arte di ricevere, tra Ottocento e
Novecento. Sono cambiate anche le
livree e i Riccardi hanno una bella
collezione da mostrare.
Però, tra le
chicche appartenenti alla
sua famiglia che il conte ha mostrato, ci sono
gli inviti e i menù
appartenenti alla Corte Reale. Lasciatevi sorprendere, soprattutto,
dal menù e dall'
invito all'unico matrimonio reale celebrato in
Italia nel Novecento, quello tra il Principe di Piemonte
Umberto e la Principessa
Maria José del Belgio. Tomaso Riccardi lo mostra con una
sorridente ironia, che, giustamente, non nasconde l'orgoglio di
possedere negli archivi familiari cimeli storici così unici.
La
partecipazione al laboratorio
La Bella Tavola e l'
ingresso al
Castello di Castellamonte, dotato di un bel giardino con inaspettate
palme,
costano 14 euro (25 euro a coppia); per i possessori della
tessera Abbonamento Musei il prezzo è 12 euro. La
prenotazione è
obbligatoria all'email
info@artintour.net.
Per info sul Laboratorio l'indirizzo è
www.artintour.net;
su
www.turismotorino.org
l'
elenco di tutti i castelli partecipanti al progetto
Castelli e
dimore storiche, con relative schede.
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