Uno dei
gioielli più belli di Palazzo
Reale è anche uno dei meno accessibili al pubblico:
la Scala delle
Forbici,
uno dei capolavori torinesi dell'architettura di
Filippo Juvarra. Sono poche le occasioni in cui è possibile visitarla, salire
sulle sue rampe leggere e ascoltare le parole di una guida, che ne
svela i segreti, sia architettonici che decorativi.
Perciò
approfittate dell'occasione offerta
il 15 maggio 2016, alle
ore 16, (e il
9 ottobre 2016 alle
ore 16) da
Ogni opera è un mondo, in meno di un'ora,
la bella iniziativa dei Musei Reali, che ogni
domenica propone tre opere da scoprire.
La Scala delle Forbici si
affaccia
sul Salone degli Svizzeri, la grande sala che apre il
percorso museale. E in genere la si può vedere così, con una
sbirciata data dalla porta, senza potersi avvicinare, senza poter
salire le rampe e ammirare l'ingegno di Juvarra, sia nella
risoluzione delle difficoltà, sia nella
capacità di creare
meraviglia.
L'architetto siciliano progettò la Scala per le
nozze del futuro
Carlo Emanuele III con
Anna Cristina del Palatinato Sulzbach: doveva essere il
collegamento aulico al loro appartamento e venne realizzata in uno
spazio angusto inimmaginabile, una sorta di parallelepipedo verticale,
con una base di 66 metri quadrati e un'altezza di 10 metri. Nessuno
poteva immaginarsi come realizzare una scala in uno spazio così
piccolo e con un dislivello così ampio. Ma Juvarra non si fece
scoraggiare dalla sfida e si inventò una delle
scale più belle che si
possano vedere a Torino. Il disegno è quello classico delle scale
a tenaglia, ma, allo stesso
tempo, è
audace e leggero, come non si era ancora visto: la prima
rampa, centrale, è seguita da due rampe laterali, appoggiate alle
pareti, quindi, parallela alla prima rampa, la più leggera e audace
di tutte, una
rampa aerea, senza sostegni laterali, appoggiata solo
agli estremi su due grandi archi trasversali. Perché, è
l'arco il grande
protagonista strutturale di questo impianto barocco, lo si nota
appena, alleggerito dalle decorazioni di frutte, conchiglie e nodi
sabaudi, ma è grazie alla sua forza e alla sua solidità che le rampe
di queste magnifiche scale hanno superato il tempo.
Quando Juvarra
presentò il suo progetto a Vittorio Amedeo II, nessuno credeva che
sarebbe rimasto in piedi, invece ha vinto lui, il creativo architetto
siciliano, che tre secoli dopo si fa ancora ammirare e ci lascia incantati.
Lasciatevi sorprendere, da questa meravigliosa
invenzione e non perdetevi l'appuntamento. Al precedente, ad aprile,
le spiegazioni della bravissima guida hanno introdotto con sapienza nel mondo
delle decorazioni simboliche, della leggerezza architettonica e della
meraviglia come fine. Nel Barocco, insomma, ed è stata davvero una bella esperienza. Ancora una volta, a un mese dalla visita, grazie Fabio!
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