Fino a pochi decenni fa,
Borgo Aurora
era un'area ancora industriale, con numerosi stabilimenti che davano
lavoro a migliaia di persone e regolavano
i ritmi di vita dell'intero
quartiere. Poi, con la crisi industriale, molti stabilimenti sono
stati chiusi e sono rimasti gli edifici, spesso di architettura
pregevole e interessante. Tra gli interventi che hanno cambiato Borgo
Aurora, dando un nuovo ruolo alle fabbriche abbandonate, c'è quello
realizzato sull'
ex CEAT,
tra il 2006 e il 2008.
Siamo nell'isolato
compreso tra corso Regio Parco, via Pisa, corso Palermo (appena
l'angolo nord-occidentale), via Foggia, via Parma, dove fino a
qualche decennio fa la CEAT aveva la sua fabbrica di cavi elettrici e
gli uffici amministrativi.
"Quando l'architetto
Alberto Rolla e l'ingegnere
Vittorio Neirotti, che ha collaborato al progetto, sono arrivati, si sono
trovati davanti a
un cortile occupato da bassi fabbricati e a spazi
interni con
pilastri a maglia regolare, a doppia altezza al piano
terreno, dove c'erano i magazzini. Era un'architettura così
significativa che l'hanno lasciata quasi intatta" spiega l'architetto
Andrea Terranova, che racconta il progetto di riqualificazione come portavoce dello Studio Rolla; insieme a Vittorio Neirotti, lo studio torinese ha infatti firmato il progetto, inserito tra
i migliori esempi
di riqualificazione realizzati a Torino. All'interno di questa maglia
regolare, sono stati inseriti
60 loft di diversa metratura,
confermando, anche in questo progetto, la passione degli architetti
torinesi per questa soluzione abitativa. "Quando si progetta una
riqualificazione di edifici di questo genere, è
logico pensare al
loft. Lo permettono i grandi spazi ereditati dall'edificio
originario: perché definire e chiudere e non lasciare questa libertà
a chi abiterà poi in quello spazio? La maglia regolare e la
collocazione a vista degli impianti fa sì che chi abiterà quegli
spazi possa gestirli come meglio crede. E non dimentichiamo il nostro
immaginario: un loft fa pensare a
New York, agli edifici abbandonati
riqualificati lì e
abitati in modo creativo".
I
due elementi
caratterizzanti l'intervento sull'ex CEAT sono però
il cortile
interno e, soprattutto,
le 12 ville urbane sui tetti. Entrambi hanno
giocato con due degli elementi tipici dell'architettura torinese,
l'
isolato, che definisce uno spazio interno regolare, e gli
abbaini,
che caratterizzano i tetti della Torino dell'Ottocento. Ma Terranova,
pur non negando le possibili citazioni, assicura che non sono state
considerate in fase di progettazione.
"Il cortile è uno spazio che Studio
Rolla ha davvero
reinventato: nell'edificio, la maglia regolare dei
pilastri ha permesso l'intervento senza snaturare la struttura
originaria: le facciate esterne sono state mantenute, il cortile è
stato liberato dai fabbricati minori ed è stato disegnato
una aiuola
centrale che ricorda un giardino giapponese; al contempo sono state
previste delle bocche dell'aria per il parcheggio sotterraneo con un
ruolo armonico con il complesso. E' uno spazio colorato, che ispira
armonia e che è in netto contrasto con le facciate esterne, regolari
e severe. Anche il verde delle terrazze contribuisce all'atmosfera
elegante e armoniosa".
Le ville urbane sul
tetto non nascono come citazione degli abbaini, Terranova lo
chiarisce subito: "Avendo recuperato la superficie lorda
di pavimento dalla demolizione dei bassi fabbricati nel cortile, si è
deciso di utilizzarla sul tetto.
La vista che si gode dai
tetti dell'ex CEAT è incredibile: si vedono la collina, il centro,
la Mole, era impossibile pensare di sprecare una simile opportunità.
Così
sono nate le ville urbane, che sono il fiore all'occhiello
dell'intero progetto. Sono state usate
tecniche costruttive innovative:
le ville sono rivestite in Alucobond, un pannello di aspetto
metallico che garantisce l'isolamento termico, le vetrate sono tutte
basso emissive, con paratie regolabili elettronicamente. Anche le
ville sono di diverse tipologie e metrature, ma hanno alcune
caratteristiche in comune: sono dei
duplex con la parte living a
tutta altezza e hanno anche a disposizione grandi terrazze, con un
rapporto
molto generoso tra appartamento e terrazza; quindi si può immaginare
come le ville urbane offrano davvero
un nuovo modo di vivere
l'appartamento e la città".
Nella riqualificazione si è
prestata molta attenzione anche alle
nuove tecniche di isolamento e
di sostenibilità ambientale: oltre alle vetrate basso-emissive, il
raffrescamento è garantito dall'acqua di falda.
Il progetto di
riqualificazione dell'ex CEAT è tra i più originali e, allo stesso
tempo, tra i più rispettosi dell'edificio originario. Come si è avvicinato a quest'architettura ex industriale, lo
Studio Rolla? "Con
grande senso di responsabilità per
l'identità dell'edificio, non si può intervenire sull'esistente
senza questo. L'ex CEAT era un
fabbricato con una
lunga permanenza nel tessuto urbano, cosa che ha
determinato sia la sua identità che quella dell'area intorno. Il
senso di responsabilità, però, non significa farsi condizionare al
momento della progettazione: la qualità del progetto sta
nella
definizione degli spazi, più che nei dettagli, ed è un argomento a
cui lo Studio Rolla ha sempre tenuto molto".
La riqualificazione dell'ex CEAT è stata realizzata
da DE-GA spa e ha vinto il premio
Architetture Rivelate 2009, per la qualità del progetto e della realizzazione.
Le fotografie, che non portano la firma @rsto, appartengono a DE-GA spa, e sono parte
della sua bella gallery dedicata al progetto, a questo link
www.due.to.it
Quest'articolo è stato inserito nell'ebook Ex edifici industriali a Torino - Le trasformazioni del XXI secolo
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