Pensate a qualche
manifestazione torinese legata a cibo e bevande negli ultimi anni ed
è molto probabile che vi verrà in mente
anche una
kermesse della
To Business Agency.
L'
International Street Food Parade del Parco Dora,
In vino veritas e
il
NOW Summer Festival al MRF Mirafiori,
World Beer Festival della
Birra sono gli eventi che ha lanciato in questi ultimi due anni. Il successo torinese ha spinto alla realizzazione di un
tour italiano della Street Food Parade e questi sono i numeri
realizzati dall'Agenzia dal 2014: 23 eventi organizzati, oltre 2
milioni di partecipanti, oltre 300 operatori enogastronomici
coinvolti, 500 specialità gastronomiche, italiane e
internazionali, proposte, 30mila litri di birra e 10mila bottiglie di
vino serviti.
Maurizio Cimmino, che questi eventi si è inventato e
ha lanciato, racconta i segreti del successo (meritato, perché
quando ci sono idee, passione e lavoro, è bello che arrivino i riconoscimenti).
- Come è nata l'idea
della Street Food Parade?
E' nata a Londra, dove ero in vacanza.
A Camden Town, c'è uno spazio dedicato al food e più lo guardavo
più pensavo che a Torino mancava un qualcosa del genere e che mi
sarebbe piaciuto portarlo. E la Street Food Parade è nata pochi
mesi dopo: alla mia compagna avevo detto che l'avrei realizzata in
un mese, non è stato proprio così, ma l'abbiamo organizzata in
poco tempo.
- E siete stati travolti dal suo successo. Vi
aspettavate quella folla che ha praticamente paralizzato il
Palavela?
Onestamente no. Avevamo notato che c'era molto
interesse intorno al nostro progetto e che il tema del cibo
suscitava curiosità, ma l'avevamo organizzato senza pensare a
grandi folle, era più un "vediamo come va".
- Ed è
andata benissimo. Dobbiamo cambiare idea su Torino come città
rigorosa e la dobbiamo immaginare più edonista?
Torino ha sempre
guardato con interesse alle novità, ma penso che in questo caso sia
stata vincente la proposta di aggregazione. La gente ha voglia di
uscire, di stare insieme, di avere punti di aggregazione e per noi
italiani, non solo per i torinesi, la tavola è uno dei massimi
posti di socializzazione. Poi la Street Food Parade propone tante
cucine diverse in un solo posto, propone cose che non si trovano
ovunque e favorisce così sia l'aggregazione che la voglia di
soddisfare curiosità.
- Dal successo torinese è nato il tour
della Street Food Parade in tutta Italia. Come è andata nelle altre
città?
La reazione è stata simile, nel senso che l'Italia è un
Paese che ama la tavola come momento di aggregazione, il pubblico è
partecipativo. Però succedono anche cose interessanti, che rivelano
le diverse tradizioni e le diverse aspettative nelle varie città.
Se la curiosità è un po' la stessa ovunque, l'affermazione delle
varie cucine è diversa: a Napoli, per esempio, ha avuto molto
successo lo street food greco. Perché? Perché non ci sono tanti
ristoranti greci e quindi la nostra manifestazione è stata
occasione per conoscerlo. A Genova, città di mare, si sono
affermate soprattutto le cucine di terra e, in particolare, il
maialino sardo.
- Per ogni città, quindi, bisogna diversificare
la proposta
Sì, diventa un lavoro interessante anche da questo
punto di vista.
- Una delle cose più interessanti degli eventi
organizzati è la location, che a Torino tende a essere post
industriale. Dopo il Palavela e piazzale Aldo Fusi, rivelatisi
insufficienti per le folle, la Street Food Parade sembra aver
trovato finalmente casa nel Parco Dora, sotto una delle più belle
strutture ex industriali di Torino, In vino veritas
ha inaugurato i
grandi eventi al MRF Mirafiori, dove adesso è in corso il NOW
Summer Festival. Perché questa scelta insolita, in fondo?
Perché
mi piace l'idea di valorizzare le periferie. A Torino sentiamo
parlare da anni dell'importanza delle periferie, ma poi
concretamente non abbiamo mai visto fare grandi cose. E invece la
periferia è importante: Camden Town non è il centro di Londra,
eppure vanno in tanti per vivere il suo mercato e il suo
street
food. Il Parco Dora lo abbiamo scelto perché era inutilizzato, pur
essendo una bella struttura: quando siamo arrivati noi c'erano solo il
Kappa FuturFestival e la fine del Ramadan e abbiamo dimostrato che
poteva essere un bel punto di aggregazione con cibo, musica e
intrattenimento. Lo spazio MRF Mirafiori mi è stato proposto: io
sono innamorato dell'architettura e Mirafiori porta con sé una
storia appassionante, è la storia della Torino dell'ultimo secolo,
è il quartiere più famoso della città a livello mondiale, grazie
alla fabbrica della Fiat. Con
In vino veritas, abbiamo provato che
si poteva realizzare un grande evento culturale, di aggregazione e
intrattenimento.
- E arriviamo al NOW Summer Festival, che al
MRF Mirafiori porta street food, concerti, intrattenimento sport,
area bambini. Potremmo considerarlo come una summa di tutti gli
eventi di To Business Agency?
Sì, potremmo definirlo così: ci
sono tutte le cose che caratterizzano i nostri eventi in uno spazio
post industriale. Sono 50mila metri quadrati che abbiamo riempito di
idee e di eventi, non è stato facile, è uno spazio enorme, ma
crediamo nella nostra formula e abbiamo aperto alla città un nuovo
punto di socializzazione. MRF Mirafiori deve ancora entrare
nell'immaginario torinese come punto d'incontro e i nostri eventi
stanno lavorando a questo. E' un figlio che sta crescendo e vediamo
che strada prenderà!
- Per l'autunno e il futuro quali progetti
state preparando?
Saremo in tour in Italia, il 18 settembre
saremo a Torino con il World Beer Festival, sempre a settembre ci
sarà In vino veritas a Fossano (CN) e sono confermati i nostri
eventi per il 2017: a giugno saremo al Parco Dora con
l'International Street Food Parade, che è diventato l'appuntamento
più importante d'Italia per il settore. Poi c'è un progetto che è
ancora un'idea, ma mi piacerebbe molto realizzare: un magazine sullo
street food, una sorta di Time out londinese, ma in chiave street
food.
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