Si trovano in
Residenze Reali differenti, a vari km di distanza, ma sono state costruite più o
meno nello
stesso periodo e con un obiettivo simile, anche se la
storia ha assegnato loro
destini diversi. La
Galleria Grande della
Reggia di Venaria Reale e la
Galleria Beaumont del Palazzo Reale di
Torino (ospita la preziosissima
Armeria Reale) sono due delle
opere
architettoniche più belle che abbia mai visto in una Residenza
Reale, italiana e straniera. Non bisogna essere turisti per
riscoprirle di tanto in tanto e, se si è turisti, si aggiungano alla
lista delle cose da vedere a Torino, perché non lasceranno
indifferenti e possono essere uno dei più bei ricordi architettonici
della città.
La
Galleria Grande, che in tanti chiamano sempre
la Galleria di Diana, fu costruita da
Filippo Juvarra a partire
dal
1716 su un impianto già esistente progettato da
Michelangelo Garove
per
collegare il corpo centrale della Reggia con gli edifici della
manica meridionale, comprendente anche gli appartamenti dell'erede al
trono e la chiesa di Sant'Uberto (in realtà collegava, trasversalmente, anche il
cortile d'onore con i Giardini Sud e dalle sue finestre offre ancora
oggi
magnifiche viste sui giardini, chiusi, sul fondo, dalle Alpi).
Doveva essere, per l'appunto, un semplice collegamento, è diventata
uno dei simboli della Reggia di Venaria e il
suo posto più bello. Il
merito è soprattutto della sua decorazione e della luce spettacolare
che la illumina e, in qualche modo, la definisce. Immaginatevi una
sala lunghissima, ben 80 metri, larga 12 e alta 15 metri, chiusa sui
lati corti da
due esedre, che danno l'accesso agli altri ambienti;
sui lati lunghi, invece, ben 44 grandi finestre, con 22 ovali
(rettangoli all'esterno) sulla volta, danno
una luminosità senza
pari, la vera grande protagonista del fascino di questa galleria. E'
la luce che si arrampica sugli stucchi, sui bassorilievi, sulle
lesene, li esalta e li sottolinea. Sono decorazioni raffinatissime,
che rendono omaggio a re Carlo Emanuele III e che sono stati
realizzati
lungo tutto il Settecento, dagli artisti di Juvarra prima
e da quelli nella squadra di Benedetto Alfieri poi. In essi si
raccontano le virtù del re, con gli attributi del Potere e del
Governo, le Arti e le Scienze, la Terra e il Mare, secondo le
allegorie in voga in quel secolo e in quella cultura; a scandire il
ritmo ci sono anche
le doppie lesene che incorniciano le grandi
finestre e che si inseguono con motivi a roselline anche nella volta,
scandendone gli spazi. Un gioiello di stucchi, ritmo e luminosità
che è
tra le cose migliori del Barocco italiano, per l'equilibrio
che raggiunge, e che colpisce tutte le volte per la
magia che riesce a
creare, a qualunque ora del giorno e con qualunque tempo riservino le
stagioni.
E' un gioiello anche la
Galleria Beaumont, che fu
costruita negli stessi anni della Galleria Grande, dopo un paio di
incendi devastanti a metà del XVII secolo. E fu ancora una volta la
mano geniale di Filippo Juvarra a definirne gli spazi. La Galleria
Beaumont
faceva parte di una manica molto più lunga, che partiva dal
corpo centrale di Palazzo Reale per collegarlo a Palazzo Madama; dopo
gli incendi, questa lunga galleria venne 'spezzata' con la creazione
di diversi ambienti: le stanze verso Palazzo Reale che ospitano
l'attuale Gabinetto cinese, la Galleria Beaumont, il Rondò di
collegamento e la Galleria, oggi mancante, che portava a Palazzo
Madama. Filippo Juvarra, che volle portare qui una Galleria della
Regina, definì la
decorazione della volta, disegnando gli stucchi dorati,
che avrebbero delimitato, a loro volta, gli affreschi realizzati da
Claudio Francesco Beaumont. Sono affreschi di tema mitologico, che
ripercorrono il mito di Enea. Gli architetti che seguirono Juvarra, a
partire da Benedetto Alfieri, progettarono e realizzarono per la
Galleria una serie di statue, quadri e vasi che hanno trovato altra
sede: la Galleria fu
profondamente ristrutturata da re
Carlo Alberto,
che la 'svuotò' di opere d'arte,
per trasformarla nell'Armeria Reale, in una fantastica
sequenza di cavalli e cavalieri, con grandi
vetrine di armi, che in qualche modo esalta anche gli stucchi e gli
affreschi della magnifica volta.
Come la Galleria Grande di
Venaria, anche la Galleria Beaumont è scandita da alte finestre che
si affacciano da una parte verso Piazzetta Reale e dall'altra verso i
Giardini Reali. Ma la sua
luminosità è stata trattata in modo
diverso. Della Galleria Grande colpisce
la luce bianca, che arriva a
cercare ogni decorazione per esaltarla e per sottolineare gli
elementi architettonici, rendendoli protagonisti assoluti, della
Galleria Beaumont colpisce il
tripudio sontuoso di colori degli affreschi e
degli stucchi dorati che definiscono i loro spazi. Osservare
entrambe, dalle estremità di uno dei lati corti, osservare la loro
prospettiva, così limpida, e ammirare il diverso trattamento delle
decorazioni, della luce, dello spazio, in epoche più o meno
contemporanee, è un'
esperienza da non perdere (e se si è a Torino,
da ripetere, di tanto in tanto).
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