Al
MAO ci sono due belle mostre
fotografiche, aperte al pubblico fino ai primi giorni di novembre.
Sono andata a visitare il Museo di via San Domenico 11 per vedere finalmente
La flotta perduta di Kublai Khan; la cosa curiosa è
che in questi giorni ho finito di vedere la seconda stagione di
Marco
Polo, in streaming su internet, e sono ancora intrisa di cultura
mongola, con le ricerche nel web, alla fine delle puntate, per
approfondire la storia di Kublai e di Karakorum, dell'imperatrice
Chabi e dei
khanati asiatici. Così vedere la mostra è stato un po'
come essere a casa. Le belle fotografie e i numerosi video,
raccontano
una delle più straordinarie imprese dell'archeologia
subacquea e contemporanea: nel 2006, al largo dell'
isola Takashima, nel Giappone meridionale,
sono stati ritrovati i resti della
grande flotta con cui Kublai aveva
tentato di
invadere il Giappone per due volte, nel 1274 e nel 1281.
In realtà i ritrovamenti erano iniziati decenni prima, con il
recupero di anfore e reperti vari da parte dei pescatori, ma la
mancanza di finanziamenti e di criterio scientifico avevano impedito
una ricerca sistematica nei difficli fondali giapponesi.
E' stato
l'intervento dell'italiano IRIAE, a dare una svolta: la metodologia
proposta da
Daniele Petrella, presidente dell'IRIAE, prevedeva infatti lo
studio delle correnti marine e della morfologia dei fondali, per
identificare la zona delle immersioni. E con questi studi sono stati ritrovati
oltre 200 relitti, con i loro tesori di armature e
suppellettili, che hanno aiutato a chiarire non solo
uno degli
episodi più importanti della storia del XIII secolo asiatico, ma
anche lo stile di vita dei mongoli. Le fotografie mostrano gli
incantevoli scenari della ricerca, le immersioni e il ritrovamento
dei reperti, il lungo lavoro di conservazione e di studio; i video
raccontano in italiano il lavoro degli archeologi subacquei, il
significato della scoperta e il ruolo dell'IRIAE. Se avete visto
Marco Polo, o siete comunque a conoscenza della saga di Kublai e
delle sue guerre di conquista, dei suoi tentativi di far convivere le
diverse culture del suo enorme impero, potete apprezzare ancora di
più questa
straordinaria figura politica, giunta a noi attraverso
Il
Milione e cronache lontane, altrimenti c'è Internet. L'importante è
capire quanto sia stata importante questa scoperta archeologica, che
non sarebbe stata tale
senza il contributo dell'Italia e delle sue
competenze.
L'Italia è protagonista anche di
Transitions –
l'umanità in transito, che mette al centro il
Mediterraneo, come
luogo di scambio e di transito. Si è accolti da un'installazione che
evidenzia il Mediterraneo e cancella le terre che lo definiscono:
sembra
un Paese, fino a quando, in negativo, si vedono la forma dello
Stivale e del Peloponneso e si capisce. Se il Mediterraneo fosse un
Paese, viene subito da pensare. Tutt'intorno tante fotografie
di
uomini e di donne che emigrano,
di barchette di legno abbandonate, di
vita più o meno possibile nelle città d'Europa. Non più numeri, ma persone, volti negri
fieri, di grandi occhi a volte sorridenti e a volte dolenti, di
colorati copricapi africani per le donne, di sguardi lontani per gli
uomini.
Victor López González, che ha realizzato le
installazioni e le fotografie,
non giudica. Si limita a mettere
davanti agli occhi del visitatore la realtà: la fuga dalle guerre o
dalla miseria, i mezzi di fortuna e di disperazione che si adottano,
una vita clandestina, in tutti i sensi, nelle diffidenti città
dell'accoglienza. Il giudizio del visitatore viene da sé e dipende
dalla sensibilità di ciascuno: l'empatia del "e se fossi io al
suo posto? In fuga dalla mia terra e alla ricerca di un futuro
migliore?" dovrebbe essere quella
più naturale, ma chi lo sa.
Rimane in testa quell'installazione con il Mediterraneo che sembra un
Paese, che è il
Mare Nostrum e che ogni giorno è luogo di tragedie
a cui si guarda con sguardo estraneo.
Entrambe le mostre sono
comprese nel biglietto d'ingresso al MAO, che costa 10 euro, ridotto
8 euro, gratuito per gli under 18, i possessori della tessera
Abbonamento Musei; l'
orario di apertura è mar-ven ore 10-18, sab-dom ore 11-19,
chiuso lunedì.
La flotta perduta di Kublai Khan sarà aperta al pubblico
fino al 20 novembre 2016.
Transitions – l'umanità in transito chiuderà il
6 novembre 2016. Tutte le info su
http://www.maotorino.it.
Commenti
Posta un commento