Tra
Infini.to – Planetario di Torino
e
Palazzo Madama, un piccolo grande evento, che unisce arti e culture
lontane e le sintetizza nel progetto
Words and Stars, una serie di
installazioni di grande fascino. Tutto inizia
nel 2013, quando lo
scrittore turco
Orhan Pamuk propone all'artista
Grazia Toderi di
lavorare insieme a un'opera d'arte da esporre nel
Museo
dell'Innocenza, da lui creato a
Istanbul. Il risultato della loro
collaborazione è una
trilogia: un monologo, un dialogo e una
conversazione che saranno presentati al
MART, il Museo d'Arte Moderna
e Contemporanea di Trento e Rovereto nella primavera del 2017.
A
Torino verranno presentate un'opera realizzata ad hoc per la cupola
del
Planetario (
5-6 novembre 2016) e un'installazione "piccola
ma raffinata" a
Palazzo Madama (
4 novembre 2016-16 gennaio
2017).
"In
Words and Stars le parole di Orhan
Pamuk riprendono e sviluppano
la trama del Museo dell’Innocenza,
romanzo scritto dallo scrittore turco nel 2008, a cui è seguita la
creazione del museo vero e proprio a Istanbul nel 2012. I due
protagonisti, che vivono un amore contrastato, tornano bambini
ponendosi domande esistenziali sull'universo: possono i nostri
pensieri essere confrontati a lontane stelle in movimento? Esiste un
collegamento visivo tra i paesaggi della nostra mente e il cielo
sopra alle città? Questi stessi interrogativi costituiscono il
punto
di partenza della collaborazione tra l'artista visiva e lo
scrittore, che trova sviluppo nella trilogia, dove il 'monologo' si sviluppa in 'dialogo' e in 'conversazione', trasformando
l’esperienza personale in universale" spiega il comunicato
stampa diffuso da Palazzo Madama.
Nel Planetario, il progetto di
Pamuk e Toderi prevede un
video proiettato a 360 gradi su schermo
emisferico, per cui ci si trova all'interno di un globo "nel
contempo celeste e terrestre, dagli incerti confini, dove la
scrittura di Orhan Pamuk appare e scompare sullo sfondo notturno
della città di Istanbul, le cui luci si trasformano in possibili
costellazioni nelle immagini create da Grazia Toderi".
A
Palazzo Madama, invece, l'installazione dei due artisti si confronta
con un'opera di
Pietro Piffetti,
un piccolo planetario del XVIII
secolo, che rappresenta le orbite in movimento tra Sole, Terra, Luna
e i pianeti. E' intagliato in lego e intarsiato in avorio e "con
figure che tutt’intorno raffigurano i segni zodiacali. Un oggetto
usato durante le lezioni di astronomia come strumento didattico per
le dimostrazioni sperimentali con gli allievi. In ambito anglosassone
viene definito O
rrery (termine riferito a Charles Boyle,
quarto conte di Orrery, che fece realizzare il primo planetario del
genere nel 1704) e questo conservato a Palazzo Madama di Torino fu
costruito dall'ebanista piemontese sulla base delle indicazioni a
lui fornite dal fisico francese Jean-Antoine Nollet, chiamato a
Torino per sei mesi nel 1739 a tenere un corso di fisica per il
principe Vittorio Amedeo, figlio di Carlo Emanuele III di Savoia e
futuro re di Sardegna".
Nella Sala del Senato, questo piccolo
gioiello sarà affiancato da
otto immagini dalla forma circolare e
ovale, che Toderi e Pamuk hanno inserito tridimensionalmente in una
grande teca. La cosa curiosa è che il planetario di Piffetti rimarrà
smontato, "così come è stato ritrovato (in futuro sarà
restaurato), per sottolinearne la natura fortemente enigmatica, come
enigmatica rimane la visione delle stelle".
Un progetto
davvero
interessante, che unisce arti diverse e in Musei con una
propria storia e una propria identità. Se ne tornerà a parlare non
appena saranno aperti al pubblico!
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