Ieri, a
Palazzo Madama, in una
conferenza
stampa affollatissima che avrebbe meritato miglior causa, è stato
presentato il
Salone del Libro.
Se vi aspettavate di sapere quale
sarà il filo conduttore della manifestazione, se ci sarà un Paese
ospite, se sarà un Salone del Libro ispirato al Salone del Gusto,
diffuso nella città con eventi e reading, tranquilli, non è stato
spiegato. L'organizzazione del Salone, da quanto si è capito, sta
appena iniziando: il Presidente
in pectore della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura
Massimo Bray non è ancora
stato nominato per questioni di Statuto da rinnovare, così gli onori
di casa li ha fatti il presidente provvisorio
Mario Montalcini, affiancato dal presidente della Regione
Sergio Chiamparino e dal sindaco di Torino
Chiara Appendino, azionisti principali della Fondazione per il Libro. Il mattatore però
è stato il neo-direttore, lo scrittore
Nicola Lagioia: pugliese,
residente a Roma, si è conquistato tutte le simpatie nelle settimane
scorse, quando ha dichiarato
eterno amore al Salone del Libro, a cui
arrivava in treno dalla Puglia natale, e quando, soprattutto, ha annunciato
il
trasloco a Torino, per dedicarsi al 100% alla nuova impresa, salvare
il Salone del Libro dalla concorrenza milanese.
Lagioia ha
spiegato che il Salone conta su
numerosi editori, che
stanno collaborando attivamente alla sua organizzazione, e che sarà
una manifestazione in cui
avranno posto scrittori, librai e
biblioteche (niente di nuovo, il Salone del Libro ha sempre dato loro
posto); sarà il Salone
dell'accoglienza e dei diritti, cosa che
permette di spaziare in
ogni campo del sapere, di occuparsi di ogni
aspetto della letteratura e di ogni commistione possibile, musica,
fumetti e televisione inclusi (anche qui, nessuna novità:
la
capacità di leggere i fenomeni che esulano dalla pagina scritta è
una delle ragioni del successo della kermesse torinese). Essendo
aperto praticamente a tutto, il Salone avrà una sorta di
responsabile per ogni area da organizzare, che farà poi capo a
Lagioia. E, siccome il Salone
si svolge a Torino, ma è nazionale, la
squadra è composta da
personalità provenienti da tutto il Paese: Giuseppe Culicchia, Loredana Ljpperini,
Fabio Geda, Andrea Bajani, Valeria Parrella, Mattia Carratello,
Rebecca Servadio, Alessandro Grazioli, Ilide Carmignani, Eros Miari,
Giulia Blasi, Giorgio Gianotto, Alessandro Leogrande, Vincenzo
Trione.
Lagioia ci ha tenuto a farci sapere che al momento lui e i suoi
collaboratori
stanno lavorando gratis, in attesa che i Fondatori del
Salone adeguino lo Statuto e si possa partire con l'organizzazione
vera e propria della squadra: essere pagati è un diritto, "speriamo
si affermi
la democrazia e non la burocrazia" ha detto Lagioia
con una frase a effetto (e speriamo, allora, che il Salone non abbia
volontari nei giorni del Lingotto Fiere e paghi tutte le persone che
lavorano al suo successo). Né Chiamparino né Appendino hanno preso la parola e Lagioia ha liquidato i giornalisti con un "se avete domande, adesso scendiamo e potete farcele personalmente" (e se le risposte rimangono tra un paio di interlocutori e
non sono patrimonio pubblico, amen).
Insomma, una conferenza stampa
affollatissima per annunciare i membri della nuova squadra (molti dei
quali assenti) e per lamentare gli stipendi arretrati.
Bastava un
comunicato stampa.
PS L'osservazione non toglie niente alla
simpatia e all'appoggio totale al Salone del Libro di Torino: so che
sarà
un gran #SalTo e la conferenza stampa non mi ha tolto la
convinzione. Se siete curiosi e volete vedere
la conferenza stampa, il sito del Salone del Libro la ripropone
integralmente in un video, a questo link.
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