Il
Santuario di Santa Maria della Consolazione, nel cuore del
centro storico di Torino, è uno degli edifici religiosi
più antichi
della città e, come la maggior parte delle chiese più antiche,
sorge molto probabilmente sui resti di un tempio pagano. Se chiedete indicazioni con il suo nome
ufficiale, molto probabilmente buona parte dei torinesi non saprà
aiutarvi, ma se chiedete del
Santuario della Consolata, non ci sarà
torinese che non saprà aiutarvi per raggiungerlo.
La leggenda
vuole che sia stato fondato
nel V secolo dal
vescovo Massimo, il
primo vescovo torinese, che lo aveva dedicato a
Sant'Andrea. Le origini
del Santuario sono avvolte in leggende affascinanti e intriganti e
portano il
culto della Madonna della Consolazione direttamente a
Iside, che fu molto popolare in area piemontese in epoca romana. Il
fatto che la nuova chiesa fosse costruita su un tempio pagano
dedicato a una divinità femminile facilita l'ipotesi. Ma
Laura Fezia va
oltre e nel libro
Forse non tutti sanno che a Torino scrive: "Se analizziamo il nome popolare
dato al santuario, la Consolata, sembrerebbe che fosse la la Vergine
ad avere bisogno di conforto, non che fosse lei la consolatrice degli
afflitti e allora, facendo un banale due più due, spunta il nome di
Iside, l'inconsolabile vedova di Osiride".
A sostenere
questo possibile legame tra Maria e Iside c'è anche
il quadro della
Vergine con il Bambino, posto nell'altare principale, in un tripudio di decorazioni barocca. Questo quadro ha una storia
piuttosto complicata e non sempre provata. Ancora le leggende
vogliono che sia arrivato a Torino
intorno al Mille, con
i monaci
dell'Abbazia di Novalesa, in fuga dalle devastazioni dei Saraceni;
un'altra leggenda spiega invece che questo quadro fosse già a Torino
e che fosse andato perduto, venendo ritrovato
nel 1104 grazie al
cieco di Briançon, Giovanni Ravacchio, che arrivò in città
giurando di aver avuto dalla Madonna le indicazioni per ritrovare il
quadro. E, ritrovatolo, Giovanni riacquisto la vista. Il ritrovamento
e il miracolo diedero un
forte impulso al culto della Consolata: nel
corso dei secoli, grazie anche all'interesse della dinastia sabauda,
il Santuario si trasformò in
una delle architetture barocche più
affascinanti della città, grazie all'intervento di tutti i più
importanti architetti di corte, da
Guarino Guarini a
Filippo Juvarra,
e la Madonna della Consolata divenne una delle più amate dai
torinesi.
Nel 1898, però, ci fu la
grande sorpresa: per poter fotografare il quadro nella sua interezza, venne smontata la cornice e
venne così scoperta una scritta sapientemente occultata,
Santa Maria de
Populo de Urbe, che datava il quadro al XVI secolo. Cos'era successo?
Forse il quadro originale era andato
di nuovo perduto o forse era
andato distrutto in qualche guerra, fatto sta che il dipinto della
Consolata è stato realizzato da
Antoniazzo Romano su commissione del
cardinale Della Rovere; l'artista si ispirò a una Madonna presente
nella
Cappella Paolina di Santa Maria Maggiore, a Roma, "una
giovane donna con bambino, che si dice sia stata dipinta da
San Luca
e che intorno al 1240 era venerata come Regina Coeli".
Laura
Fezia sottolinea come questa Madonna abbia un
aspetto olivastro, "ben
lontana dall'iconografia mariana cui la Chiesa ci ha abituati".
E aggiunge: "Non dimentichiamo che le vaghe notizie sull'antico
dipinto risalgono a poco prima del Mille, quando
il culto della Dea
Madre era ancora ben vivo tra il popolo: i monaci di Novalesa lo
trovarono (o ritrovarono) dove probabilmente stava almeno fino al V
secolo, quando il furore iconoclasta di san Massimo abbattè un
preesistente
tempio pagano che sembra si chiamasse Nostra Donna".
A
sostenere l'idea che la Madonna con il Bambino rappresenti in realtà
Iside con il piccolo Horus, c'è anche il fatto che il culto mariano
si è affermato non dalle origini del Cristianesimo, ma
dall'Alto
Medio Evo, quando è stato necessario "sostituire le figure delle
dee pagane con u
n'immagine femminile cristiana". Così si può
ipotizzare che nel tempio pagano preesistente si venerasse sì la
Consolata, ma che
fosse Iside. Un'ipotesi affascinante, che conferma
la forza del culto della dea egizia in Piemonte e che rende ancora
più affascinante quell'
epoca confusa, in cui gli antichi dei
lasciarono il posto al Dio cristiano, regalandogli
i propri miti e le
proprie festività.
Buon giorno.
RispondiEliminaCi sono effettivamente molte ipotesi...
Se posso, vorrei scrivere alcune notizie che ho attualmemte. Il dipinto della Madonna della Consolata e' ripreso dal dipinto che si trova nella Chiesa di Santa Maria del Popolo di Roma,come dice la scritta in basso al dipinto di Torino.
La copia del dipinto della Madonna della chiesa di Santa Maria Maggiore di Roma, si trova nella chiesa della Trinita'in via Garibaldi a Torino.
Il vescovo iconoclasta e' Claudio alcuni secoli dopo.
E' ovvio che cio" che ho detto non e' "oro colato" , possono esserci anche altre ipotesi.
GRAZIE E COMPLIMENTI PER LE VOSTRE NOTIZIE SU TORNO.
Ma grazie per tutte queste informazioni in più, Luciana!
EliminaOvvio che sono tutte ipotesi, che mettono insieme tanti elementi, ma non stabiliscono una Verità. Penso che, avendo chiaro questo, sia interessante scoprire tutto quello che si cela dietro al patrimonio culturale a noi arrivato