Le foto di
Barbara Oggero mi hanno
sempre affascinato, da quando ho visto nel web, del tutto
casualmente, quelle dedicate
al tango e al flamenco. Poi ci sono
stati i social, soprattutto Instagram, e il suo blog,
Reporter per
caso, con le
fotografie dei suoi viaggi e la sua attenzione per la
varia umanità incontrata per le strade, i volti, i colori, a volte
sembra di sentire
persino gli odori. Era da tanto che volevo parlare
con lei, perché, tra le altre cose, mi piace la definizione che dà
di se stessa,
fotografa di storie. L'occasione si è presentata
per
San Valentino: Barbara propone un servizio fotografico speciale,
Love
Click, pensato per le coppie che vogliono farsi
un regalo insolito,
una sessione fotografica che racconti di loro.
- Una bella idea,
Barbara, e anche originale!
Sì, lo penso anch'io: le cene e tutte le altre cose tradizionali che si fanno a San Valentino vanno via, finiscono, ma un servizio fotografico rimane, si può rivedere dopo tanto tempo e ricorda un bel momento di coppia.
- Come
funziona Love Click?
E' molto semplice, invito le coppie a
scegliere una
location che per loro ha un valore affettivo, dal parco
del primo bacio alla baita dove si sono promessi amore, e poi le
lascio libere di essere se stesse e di raccontarsi attraverso le
immagini. Non mi piace mettere in posa le persone, mi piace catturare
i momenti; posso dare dei suggerimenti, in genere arrivo
sempre con una serie di idee, ma poi c'è la libertà
delle coppie di essere se stesse, perché devono sentirsi
protagoniste e identificarsi con le fotografie, mi piace che la foto
sia il racconto di una storia. All'inizio gli uomini sono un po' più
freddi, fanno più fatica a lasciarsi andare, ma poi sono i migliori
modelli, danno il meglio di sé. Sono servizi fotografici che mi
divertono molto, perché le dinamiche delle coppie sono sempre
diverse e, una volta che si sentono a proprio agio, tutte tendono a proporre idee e a creare così il proprio servizio
fotografico. Nel pacchetto includo come omaggio anche una foto
stampata 50x50 e incorniciata.
- Ti ho conosciuta nel web prima
come blogger di Reporter per caso e poi come fotografa. Come è
entrata la fotografia nella tua vita?
In realtà la fotografia è
arrivata molto prima del blog e del web. Ho ricevuto in regalo da mio
padre la mia prima macchina fotografica a 9 anni e da allora mi è
sempre piaciuto fotografare. Alle scuole medie ho seguito un corso di
Fotografia e Camera oscura. La macchina fotografica mi ha sempre
accompagnato, insieme alla scrittura, era come un hobby. Intorno al
2004 le cose hanno iniziato a cambiare, le foto sono diventate anche
un metodo di comunicazione, con una ricerca estetica e una
sperimentazione. Nel 2011, ho
lasciato il mio lavoro per la libera professione e ho aperto il blog, dedicato ai viaggi.
In quel periodo, quando fotografavo monumenti e panorami quasi mi
infastidiva la presenza umana, mentre oggi non amo fotografare
monumenti e panorami se non c'è una figura umana, una storia che in
qualche modo li racconti. Quest'estate sono stata in vacanza in
Andalusia, a Granada, in un Mirador davanti all'Alhambra, mi sono
divertita a fotografare alcune ragazze che si facevano i
selfie, con
l'Alhambra come sfondo, più che il monumento in sé.
- E questo cambio a cosa è dovuto?
Penso che la svolta sia stata quando ho
iniziato a fotografare i ballerini di tango e poi di flamenco e ho
scoperto il movimento. Credo di essere soprattutto una fotografa di
movimento, questo ha spostato il mio interesse dalla
street
photography pura alla foto magari più tradizionale, ma accompagnata dal
movimento, dalla storia che può raccontare.
- Ti definisci fotografa di storie ed è una
definizione che a me piace molto. Come mi piace molto una cosa che
hai scritto a proposito dei servizi fotografici matrimoniali che
proponi: se cercate il classico servizio matrimoniale con tutti in
posa non sono io la fotografa di cui avete bisogno. Una chiarezza di
idee e una trasparenza notevoli: tu cosa proponi agli sposi?
Quello
che dicevamo prima, il racconto della storia del loro matrimonio.
Certo, la foto in posa davanti alla chiesa non manca perché ci sarà
sempre il parente che ci tiene ad averla, ma mi piace vedere il
matrimonio come un reportage, catturare un istante o un dettaglio,
nascondermi dietro la macchina fotografica, lasciare che sposi e
invitati vivano la giornata come vogliono e raccontare come è stata
vissuta: la sposa che si toglie il velo e lo sposo che scherzosamente
lo indossa, la sposa che sparisce un attimo e tutti la cercano perché
ci siamo persi la sposa. Non sono le classiche foto degli sposi con
lo sguardo verso il tramonto, ma sono davvero le foto autentiche di
quel matrimonio, perché ci sono gli istanti irripetibili che gli
sposi e gli invitati hanno vissuto.
- I torinesi sono facili
da fotografare?
I torinesi hanno inizialmente una certa ritrosia,
ma poi, come in tutto, una volta conquistati sono per sempre.
-
Se dovessi consigliare tre luoghi torinesi da fotografare, a torinesi
e turisti, quali consiglieresti e con quale luce? Evitiamo la Mole Antonelliana e
la Gran Madre da piazza Vittorio Veneto
Anch'io preferisco i
luoghi insoliti. Il primo è la Cavallerizza Reale, amo i luoghi
sdruciti e consumati ,e la luce che consiglio è quella del cielo
grigio, che io amo tantissimo. Poi il Parco del Valentino visto
dall'altra riva del Po, da corso Moncalieri, al tramonto è davvero
bellissimo da fotografare. Un altro posto molto bello è la Mandria,
perché permette una gran varietà di fotografie: quelle bucoliche,
ma anche quelle di architettura, di animali e di persone. Potrei
aggiungere il Parco Dora, che ultimamente è un po' inflazionato, ma
offre sempre molti spunti, se si è alla ricerca dei
dettagli.
Barbara Oggero ha un blog,
www.barbaraoggero.it,
è anche
su
Facebook e
su
Instagram; il suo blog di viaggi è
reporterpercaso.com.
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