Il giorno è il
21 gennaio 2017, l'ora è le
17.30. Sarà allora che verrà
inaugurata la
Cappella dei Mercanti restaurata: per l'occasione ci
sarà un concerto del
Coro e Orchestra Internazionali Pequeñas
Huellas, con la partecipazione dell'
Orchestra Florina di Falchera e
l'
Orchestra Giovanile José Antonio Abreu. I restauri, finanziati
dalla
Compagnia di San Paolo, restituiscono a Torino uno dei suoi
gioielli barocchi più belli. La Cappella è una grande
sala
rettangolare, aperta al culto nel 1692; prima di allora la Pia
Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, istituita nel
1662, si riuniva in un piccolo oratorio. Alla nuova cappella si
arrivò grazie all'interessamento di padre
Agostino Provana, che
seppe coinvolgere anche il pittore
Andrea Pozzo e
Michelangelo
Garove, architetto di corte e autore delle ristrutturazioni
della Reggia di Venaria e del Castello di Rivoli, nonché progettista
di Palazzo Asinari di San Marzano, uno dei più belli della Torino
barocca.
La Cappella è caratterizzata da un
grandioso affresco
sulla volta, dipinto dal
Legnanino, appositamente chiamato da Milano,
e raffigurante il Paradiso, con personaggi biblici e lo stesso Dio,
rappresentato nel mistero della Trinità. Alle pareti laterali, si
alternano
statue e dodici grandi quadri, inseriti nella Cappella nel
Settecento, quando la rettifica della via Dora Grossa, ha comportato
grandi cambiamenti, a cominciare dall'ingresso, aperto sull'atrio di
via Garibaldi 25, come ancora oggi. Nei grandi quadri laterali, i temi
affrontati sono
ispirati all'Epifania. Raffinatissime anche le pale
dietro all'altare, che raffigurano la Natività, l'Adorazione dei Magi
e la Fuga in Egitto. Preziosissimi anche l'altare e l'organo,
appartenenti alla stagione magnifica del Settecento torinese. Ci sarà
tempo di apprezzarli dopo l'inaugurazione della Cappella restaurata.
Mi piace sottolineare, però, che i restauri di questa splendida
sala non sono casuali, ma appartengono a un
preciso progetto di
valorizzazione delle Chiese del centro storico torinese, in
particolare quelle che si trovano
tra via Garibaldi e i Musei Reali,
finanziato dalla Compagnia di San Paolo.
Nella pagina web del progetto Torino città d'arte e cultura tra le chiese di via
Garibaldi e i Musei Reali, la Compagnia spiega come attraverso
la
conoscenza di queste chiese sia possibile avere un'idea del "
mondo
culturale e artistico che si concentrava attorno alla corte sabauda e
alla vita religiosa cittadina"; qui infatti si trovano infatti
non solo arte sacra e profana, paesaggio urbano e artigianato, come
sarebbe logico aspettarsi, ma anche la politica di stato e
l'amministrazione cittadina, essendo questo patrimonio artistico
parte anche del programma propagandistico della monarchia sabauda. Il
progetto di valorizzazione di quest'area di Torino vuole essere "
un
percorso di affascinante rilettura del centro storico che riconnetta
la 'zona di comando' della capitale (ora fruibile nel sistema dei
Musei Reali), il complesso della Cattedrale, nella cui chiesa
inferiore si trova il Museo Diocesano, le chiese della più antica e
vivace arteria cittadina, via Dora Grossa (ora conosciuta come via
Garibaldi) con l'obiettivo
di incoraggiare i cittadini e i visitatori ad assaporare il clima in
cui l'arte torinese è stata vissuta, nei secoli, da committenti,
artisti e pubblico".
Un progetto affascinante, raffinato e
ambizioso di cui
sapremo di più il 21 gennaio e di cui si tornerà a
parlare su Rotta su Torino.
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