Sono gli
ultimi
giorni per visitare la mostra
Realismo, Neorealismo e Realtà –
Fotografie in Italia 1932-1958, al
Museo Ettore Fico: chiuderà
domenica 29 gennaio 2017 e sarebbe davvero un peccato perderla perché
è
tra le più commoventi ed emozionanti che possiate visitare a
Torino in questo periodo.
Appartenente a un progetto triennale,
che porterà al Museo Ettore Fico la
Collezione Guido Bertero, una
delle più importanti raccolte fotografiche italiane, la mostra
presenta
le immagini del secondo dopoguerra italiano, firmate da
alcuni dei
più grandi fotografi italiani e stranieri, da Giacomelli
a Patellani, da Ghirri a Fontana, da Robert Capa a henri
Cartier-Bresson. Sono le immagini della
stagione neorealista
italiana: a cinema trionfavano Roberto Rossellini, Vittorio De Sica,
Luchino Visconti, Pietro Germi, Alberto Lattuada e la loro Italia in
bianco e nero,
uscita miserrima dalla Seconda Guerra Mondiale e però
già capace dello
slancio che l'avrebbe portata, tra ritardi,
disuguaglianze e sacrifici all'
appuntamento con la modernità.
Le immagini sono commoventi, raccontano il grande cambiamento del
nostro Paese e ritraggono i
nostri nonni e i nostri genitori, che
uscirono a pezzi dalla guerra, si inventarono mille mestieri per
sopravvivere, vissero situazioni di miseria inimmaginabili, tra le
mondine del Nord e i pastori del Sud, furono
disposti ai grandi
trasferimenti di massa per garantire un futuro migliore ai propri
figli. Davanti ai volti duri delle donne del Sud, agli sguardi degli
operai in cantieri improvvisati, ai vestiti sgualciti e alle piccole
camere per grandi famiglie,
non si può rimanere indifferenti. Ci si
sente diversi dall'Italia
delle processioni e delle superstizioni,
che allora erano parte indispensabile della vita sociale e che pure
sopravvivono ancora, si sorride alle immagini dello scudo crociato
sulle pareti delle cittadine del sud e delle falci in mano ai contadini del nord, si sente un tuffo al cuore al
riconoscere la Sardegna nel volto orgoglioso di una donna, si rimane
con
un nodo in gola davanti alle immagini dei
treni affollati in
arrivo dal Sud a Milano, dei saluti al Porto di Napoli per le
navi in
partenza verso chissà dove.
Eravamo questo e siamo cambiati in così
pochi decenni.
Nella presentazione di questa mostra bellissima e
imperdibile, il Museo Fico insiste sul linguaggio neorealistico della
fotografia e del cinema, che fecero entrare l'Italia nell'immaginario
collettivo internazionale, puntando soprattutto
sul lato artistico
delle immagini. Ma io, al guardare quelle donne stanche che
allattavano i loro bambini, a cui avevano poco di più da offrire,
quegli uomini che si inventavano mille mestieri, anche lucidare le
scarpe ai soldati americani o fare la barba agli sconosciuti
all'aperto, quei bambini che trovavano un modo per sopravvivere nelle
strade di Napoli, mi sono chiesta soprattutto
se siamo stati
all'altezza del loro dolore e dei loro sacrifici. Se questa è
l'Italia che sognavano, quando hanno iniziato a ricostruirla. Viviamo
giorni difficili, forse siamo ancora un Paese da inventare, ma
davanti a quelle immagini,
ci si
sente davvero italiani, senza se e senza ma, e viene da pensare solamente che
noi
siamo stati anche questo. Noi, senza Nord, Sud e Isole, semplicemente noi, gli italiani, nati in quei decenni che ci mescolarono, ci diedero una lingua comune e ci fecero popolo, più del Risorgimento.
Sono
tante le emozioni di questo viaggio
nel dopoguerra del nostro Paese, dalla sconfitta fino alla Dolce
Vita, ma
porto con me questo testo, che introduce a una sezione della mostra e che secondo me ci descrive come
pochi altri: "L'Italia è
un diamante dalle innumerevoli
sfaccettature, che, ancora oggi, perdurano e si possono ritrovare da
una regione all'altra, da un paese all'altro. L'Italia dei mille
campanili, delle mille ricette, dei mille dialetti, delle mille
regole e tradizioni. L'Italia che si concede senza dare, quella che
volta gabbana e cambia il corso della storia. Tutti fascisti oggi,
tutti partigiani domani, tutti monarchici, ma anche tutti
repubblicani. La grandezza degli italiani è infinita e la loro
adattabilità camaleontica e gattopardesca si evolve plasmandosi con
la storia, con il potere e con le circostanze. Sciuscià per gli
alleati, democristiani per la chiesa, lavoratori e sfaccendati,
istrioni un po' guitti e un po' mattatori".
Realismo,
Neorealismo e Realtà – Fotografie in Italia 1932-1958 è al
Museo
Ettore Fico, in via Cigna 116
fino al 29 gennaio 2017. L'
orario di
apertura al pubblico è mer-ven ore 14-19, sab-dom ore 11-19; il
biglietto d'ingresso costa 10 euro, ridotto 8 euro (over 65 e
insegnanti) o 5 euro (13-26 anni e gruppi), gratuito per under 12,
MEF Friends, possessori della tessera Abbonamento Musei. Il biglietto
d'ingresso dà diritto alla visita di
altre due mostre aperte al MEF
fino al 29 gennaio:
Eugenio Tibaldi – Seconda chance e
Ettore Fico
– Fotografie, polaroid, taccuini, pastelli e incisioni. Tutte le
info su
www.museofico.it.
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