Metropolitana e
poesia è un legame che parte da lontano. A Londra e a New York è
consuetudine trovare i versi di giovani poeti e di poesie celeberrime
stampati vicino agli annunci pubblicitari o come decorazioni dei
vagoni.
Torino va oltre e con il progetto
Metro Poetry è la prima
città italiana che offre ai viaggiatori della metropolitana versi
declamati attraverso gli altoparlanti, come intermezzi poetici nella
programmazione di
Radio GTT.
È un progetto importante e serio,
proposto dall'
Associazione culturale YOWRAS Young Writers &
Storytellers a GTT e realizzato grazie alla collaborazione di
importanti case editrici come Adelphi, Giunti, Guanta, Newton
Compton. Anche la
selezione dei poeti non è stata casuale e
coinvolge non solo la nostra cultura: ci sono sì Giacomo Leopardi,
Ugo Foscolo e Giovanni Pascoli, per rinfrescare le
reminiscenze
scolastiche e per ripensare alle loro parole
nei momenti sospesi in
attesa della metropolitana, ma anche Emily Dickinson e Jacques
Prévert, Federico Garcia Lorca e William Shakespeaare, Pablo Neruda
e Walt Whitman. Poesie, tempi, culture e stati d'animo che si
mescolano, raccontati in versi, per accompagnare i pensieri negli
spazi sotterranei della metropolitana. E, se posso dirlo,
mi piace
tantissimo che un progetto
così semplice e, allo stesso tempo così
rivoluzionario, sia nato
nella città del Salone del Libro e proprio
nell'anno in cui il Salone del Libro si sta reinventando, a 30 anni
dalla sua nascita: la
poesia come parte del nostro quotidiano, capace
di entrare nell'animo di migliaia di persone con la forza prorompente
delle sue parole, come il verso di una canzone, che rimane in testa e
aiuta a vivere le emozioni della vita. Potranno togliere a Torino
tutto quello che si inventa, ma non riusciranno mai
a fermare chi ha
idee e sa farne piccole rivoluzioni.
Bella anche l'idea che a
leggere le poesie, con una musica di sottofondo, siano
otto lettori e
lettrici non famosi, "diversi per provenienza, età, ritmo,
timbro, cadenza", perché la poesia è parte di noi e può
raggiungerci anche se non è declamata da voci note ed esperte.
Metro
Poetry è un progetto che inizierà il 15 gennaio e
terminerà ad aprile 2017 e chi lo sa se verrà ripreso. La cosa interessante è
che un possibile legame tra la Metropolitana di Torino e la poesia è
cosa cara a tanti. Giusto un anno fa ne parlava
il blog del Circolo dei Lettori, lanciando una proposta suggestiva, ispirata alla
metropolitana di New York. Qui i versi di autori più o meno
conosciuti
decorano i vagoni e le stazioni della rete metropolitana
"sono poesie brevi, ma di forte impatto emotivo, costituiscono
un filo invisibile,che unisce il popolo della Metropolitana per quei
pochi o tanti minuti al giorno in cui, fintamente estranee, le
persone intente alle proprie preoccupazioni quotidiane possono
ritrovarsi in sintonia in un orizzonte di più vasta apertura"
spiegava il blog. Che poi riprendeva una proposta di
Marvi Del Pozzo,
che modera da anni un gruppo di lettura poetico del Circolo dei
Lettori: "Anche in previsione della nascita della Linea
2 della Metropolitana torinese, sarebbe bello proporre alle
autorità locali, già piuttosto attente all'
Arte Contemporanea (si
vedano le realizzazioni del pittore
Ugo Nespolo nelle
stazioni della Linea 1), un'analoga iniziativa visto che non
mancano interessanti giovani poeti nell'area cittadina: a
quando una poesia in movimento in pianta stabile da noi?" Una
bella idea nella città del Salone del Libro e delle strade
ortogonali, che fanno pensare alla razionalità e, però, diventano anche poesia.
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