Se il 2016 dei
Musei Reali si è chiuso con numeri confortanti (ben 489mila
visitatori), il 2017 promette di fare ancora di più, nella
costruzione della loro identità,
centro dell'eredità sabauda nel
cuore della città.
In un comunicato stampa diffuso oggi, in cui si traccia un quadro dei
progetti per quest'anno appena iniziato, i Musei Reali
hanno annunciato
per novembre la riapertura della
Cappella della
Sindone, a vent'anni dall'incendio che ne causò la chiusura e sarà
bello tornare ad ammirarla, dopo il
lungo restauro curato dalla
Soprintendenza di Torino con il contributo della Compagnia di San
Paolo.
Tra l'estate e l'autunno, in programma anche nuove aperture,
come gli spazi della
Galleria Sabauda dedicati ai maestri piemontesi
dal Trecento al Cinquecento, con le opere di Martino Spanzotti,
Dedendente Ferrari e Gaudenzio Ferrari, o i
Giardini Reali, che
diventeranno il centro di distribuzione dei percorsi interni dei
Musei, dopo i lavori di risistemazione del verde, dei vasi, della
nuova segnaletica. Sarà aperto anche
un nuovo percorso espositivo al
Museo di Antichità, dedicato alle antiche civiltà del Mediterraneo,
dagli Assiro-Babilonesi fino agli Etruschi, passando per le culture
cipriote, greche e italiche.
Oltre alle aperture, i Musei hanno
in programma anche
una serie di eventi e di mostre.
A Palazzo
Chiablese, continuerà fino a marzo la mostra dedicata a Henri
Toulouse-Lautrec, poi sarà la volta di
Il bello senza tempo. La
collezione di Gian Enzo Sperone da Roma antica a Ai Weiwei, e, in
autunno una nuova esposizione, dedicata a
Joan Miró
e realizzata con la collaborazione della Fundació
Pilar i Joan Miró. Alla
Galleria Sabauda continueranno i
Confronti
cominciati tra le due Veneri di ambiente botticelliano conservate a
Torino e a Berlino: a febbraio ci sarà
A spasso con un drago, con
un'opera di Carlo Mollino appena arrivato in Sabauda, e poi confronti
dedicati a Daniele da Volterra e a Bellotto. Proseguirà anche il
progetto
Scoperte, che, sempre in Galleria Sabauda, valorizza il
patrimonio sconosciuto e nascosto del Museo: dopo gli incisori
olandesi, si potranno ammirare le opere di
Grechetto e poi, in
autunno, quelle di
Dürer e Luca di Leida; al piano terra, sempre
dall'autunno, una mostra dedicata a
Giovanni Battista Piranesi.
Bello anche il programma dell'
Armeria Reale, che inizia a gennaio
con la proposta di un'armatura giapponese nello stile delle dō-maru
del secondo periodo Chusei (XIII-XVI secolo), donata dall’imperatore
del Giappone Meiji a Vittorio Emanuele II nel 1869; si tratta di
un'opera restaurata grazie al programma Restituzioni di Intesa San
Paolo e adesso 'restituita' al pubblico.
Un programma intenso, capace di attrarre nuovi turisti a Torino e a
cui bisogna aggiungere i numerosi
laboratori, le
visite guidate
tematiche, l'
apertura delle Cucine Reali e degli Appartamenti di
Maria Teresa (si riuscirà un giorno a tenerli aperti grazie a
professionisti pagati e non ai volontari? Una battaglia anche questa,
che riguarda non solo Torino, ma buona parte degli Enti Culturali del
nostro Paese). Ed è un programma che accompagna
grandi ambizioni:
"La mostra su Carlo Emanuele I che abbiamo appena
inaugurato dimostra quanto sia grande il
potenziale dei nostri musei
anche come
capacità di produrre idee, ricerca, occasioni di
conoscenza e di scoperta. Per questo il 2017 dovrà essere anche
l'anno destinato alla creazione di
una nuova rete di rapporti, sia
con le realtà locali, sia con quelle nazionali e internazionali.
Tutto questo è necessario anche in vista del 2019,
cinquecentenario
di Leonardo che ci vedrà assolutamente protagonisti" ha detto
Enrica Pagella, da un anno direttore dei Musei Reali, dopo esserlo
stata di Palazzo Madama (e quanto abbia saputo dare vita al
patrimonio che entrambi conservano è sotto gli occhi di tutti).
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