E' successo che
ero sul profilo di
Instagram della Real Casa di Savoia e ho visto una
storica fotografia dei
gioielli della Corona italiana, scattata nel
1946, pochi giorni dopo il referendum e poco prima della partenza di
re Umberto II per l'esilio. Mi ha colpito molto il
testo che
accompagna l'immagine: "Foto scattate il 5 giugno 1946 quando i
gioielli della Corona del Regno d'Italia vennero depositati da re
Umberto II nella Banca d'Italia. Sono passati quasi 71 anni e ancora
oggi questo tesoro
é "nascosto" nel bunker della Banca
d'Italia. Non é mai stato esposto. Il rischio é che queste
meraviglie possano essere
seriamente compromesse dal tempo,
soprattutto le perle. Le perle coltivate non sono fragili, ma
richiedono una particolare attenzione per mantenere tutta la loro
bellezza e durare nel tempo, la durata media della vita di una
collana di perle di buona qualità è di
due secoli. Una perla
contiene il 4% di acqua, e per questo rischia di seccare. Se
disidratata può diventare
opaca e morire. Si deve quindi
imperativamente e regolarmente far prendere aria alle perle e non
"dimenticarle mai in un cassetto". Con la speranza che
questo tesoro venga presto reso
visibile agli italiani e al mondo,
godetevi questo piccolo e raro scatto".
E' stato vedere questa foto di preziosi, che appartengono
alla storia d'Italia, e andare a cercare
maggiori notizie. Oltre che
sull'inevitabilie wikipedia, le ho
trovate
su Altezza Reale, il primo blog italiano dedicato alle
monarchie e alla loro storia. In un articolo firmato da
Alessandro Sala si legge che, nel breve Regno d'Italia, fu
la regina
Margherita a dare
lustro e coerenza allo scrigno della Corona. "Furono smontati e riordinati per volere
della prima sovrana d'Italia Margherita. Infatti per il suo
matrimonio furono creati i
primi pezzi che vennero integrati negli
anni fino alla creazione, per i 15 anni di matrimonio, del gran
diadema nel 1883. Da questa data non furono più sottoposti a
modifiche e il loro numero non fu più incrementato, come è
dimostrato dall'inventario fatto dalla ditta Musy in
quell’occasione e da quello effettuato nel 1946. Questi gioielli,
come quasi tutti quelli più importanti della famiglia, vennero
ideati e creati
dalla gioielleria Musy, fondata nel 1706 e attiva
ancora oggi, ditta fornitrice di casa Savoia dalla metà del XVIII
secolo" scrive Sala "Dopo
il referendum istituzionale, il 5 giugno del 1946 l’avv. Falcone
Lucifero, reggente del ministero della Real Casa, si presentò alla
Banca d'Italia con il
cofanetto a tre piani in cui erano custoditi i
gioielli della Corona e l'ordine di re Umberto II di
riconsegnarli
alla nazione ad uso di chi di dovere. Venne stilato un
inventario con
la descrizione dei pezzi, furono scattate delle
fotografie e il cofanetto venne chiuso
con 12 sigilli. In
teoria oggi i gioielli dovrebbero essere ancora sigillati e il
cofanetto può essere aperto
solo in presenza del Presidente della Repubblica e del Governatore della Banca d'Italia. Il loro valore
oggi, secondo alcune stime, si aggira
sui 1,5 miliardi di euro e in
totale ci sono pietre per
più di 1200 carati".
Nel suo
articolo, Sala
analizza i vari gioielli: due bracciali, la spilla con
il nodo sabaudo, il gran diadema, il gran diadema, le collane. Le foto d'epoca, che trovate nell'articolo, mostrano l'eleganza dei gioielli indossati
da Margherita e da Elena, in
grado di
rivaleggiare con quelli delle altre dinastie europee per
sfarzo e disegno. Il
testo allarmante pubblicato su Instagram circa i
pericoli che corrono i gioielli dei Savoia dovrebbe far riflettere sulla
possibilità di esporli e farli conoscere a noi italiani e ai turisti che visitano il nostro Paese: re Umberto II li ha affidati all'Italia ed è
dunque
nostro dovere averne cura e farli conoscere. Parlano di
una
stagione della nostra storia millenaria, raccontano di
una dinastia
che ha regnato sull'unico stato transnazionale sopravvissuto per
secoli sulle Alpi e poi capace di riunificare l'Italia, rendendo
realtà un sogno accarezzato dalla caduta dell'Impero Romano,
illustrano
il talento e le capacità artistiche dei nostri designer e
artigiani, ancora prima che il
made in Italy si affermasse come marchio di qualità e di eccellenza. E
per noi torinesi sono un motivo
d'orgoglio e di vanto, all'essere la
gioielleria Musy ancora in attività, in via Po 1.
Non ho mai apprezzato che la Repubblica neghi
la storia
d'Italia e la dignità millenaria di una dinastia, per affermare se stessa e i propri valori, e spero che prima o poi ci
insegni a rispettare e ad amare i nostri
150 anni di storia comune,
che non comprendono solo i 70 anni di Repubblica.
Vienna ha saputo
fare degli
Asburgo e del loro Tesoro uno dei motivi di attrazione del grandioso Hofburg. E se trovassimo anche noi uno spazio a Roma (le Scuderie del Quirinale?) per
mostrare i gioielli di quella che fu la Corona
d'Italia per fare ammirare anche ai
turisti stranieri i capolavori dell'oreficeria italiana e per iniziare a dare dignità alla storia d'Italia?
Sarebbe fantastico
RispondiEliminaI Savoia hanno creato l’Italia e sono tuttora legati a doppio filo al nostro Bel Paese . La maggioranza degli Italiani ignora l’impatto dei Savoia sulla nostra storia , sull’arte l’architettura, le istituzioni e le leggi. Gran parte dei palazzi teatri ecc. la pianificazione di città ( Cuneo,Savona...) senza Contare Torino e il Piemonte . Il colore Nazionale - Azzurro .. i simboli... ecc. Certo vi è il tremendo sbaglio del fascismo e la fuga da Roma. Ma sarebbe ora di rivalutare la nostra storia monarchica . È nel dna del paese molto più di quanto lo sia la Repubblica . Se l’Italia esiste lo dobbiamo in parte ai Savoia 🇮🇹W L’Italia W i Savoia . Il Parco Nazionale del Gran Paradiso - la pizza margherita , ecc ecc .....
RispondiEliminaParlando di monarchia sarebbe doveroso ricordare i Borbone ed il regno delle due Sicilie,regno di gran lunga più besteso ed importante di quello Sabaudo,il primo teatro d'opera è nato a Napoli tanto per citare un esempio,la monarchia non è quella che ha regnato dall' unità d'Italia ma ha radici molto più profonde.
EliminaMa qui non si sta parlando di Monarchia, si sta parlando dei Gioielli di Casa Savoia, rinchiusi in un caveau della Banca d'Italia e mai esposti al pubblico, nonostante appartengano alla storia del nostro Paese. Quindi è ovvio che si parli dei Savoia e non dei Borboni delle Due Sicilie.
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