Non solo armi e
cavalieri d'Occidente, all'
Armeria Reale di Torino. Recentemente,
nella sala della Rotonda, è arrivata l'
armatura di un samurai,
che fu regalata
dall'Imperatore Meiji a re Vittorio Emanuele II nel
1869, per celebrare la firma del
trattato d'amicizia tra il Giappone
e il neonato Regno d'Italia, avvenuta tre anni prima. È un'armatura
composta da elementi databili
tra il XV e XVIII secolo e fa un po'
impressione il contrasto tra la sua leggerezza e quella delle pesanti
e solide armature europee, utilizzate nello stesso periodo e presenti
nella lunga galleria del Beaumont, a cominciare da quella del Duca
Emanuele Filiberto.
L'armatura del samurai è stata allestita in
piedi, su un supporto appositamente realizzato, è custodita
all'interno di una teca, intorno alla quale è possibile girare, in
modo da avere un quadro completo dell'intero costume, e colpisce
per
i colori e per l'elmo finemente (ma anche minacciosamente) decorato.
È un
apparato difensivo leggero, del tipo
dō-maru, spiegano
dall'Armeria Reale, "utilizzato per lo scontro a piedi. Le
diverse parti (elmo, maschera, corazza con spallacci, bracciali,
scarsella, cosciali, schinieri, pantaloni e calzature) sono
caratteristiche della
tradizione militare giapponese tra XII e XIX
secolo e rispondono alla necessità di garantire a un tempo
resistenza, impermeabilità ed elasticità. La libertà di movimento
consentita dalle file di lamelle in cuoio o metallo laccato e dorato
(
kozane), unite tra loro da
fettucce di seta azzurra e arancio
(
odoshi). La cura e la ricchezza della realizzazione, la scelta dei
materiali impiegati (acciaio, oro, argento, rame, legno policromo,
lacca, cuoio, pelle, seta, canapa) e le
peculiari scelte cromatiche
indicano la destinazione a un personaggio di rango elevato". A
un lato dell'armatura si possono ammirare anche gli elementi del
corredo del samurai, compresa la sua spada, che è simbolo del suo
onore e del suo ruolo sociale.
Chiamata
B.53 anche nei pannelli
informativi, dal numero con cui è stata catalogata, l'armatura torna
nel Museo dopo un
complesso lavoro di restauro, finanziato da
Intesa
Sanpaolo nell'ambito di
Restituzioni, un progetto biennale nato nel
1989 per iniziativa dell'allora Banca Cattolica del Veneto, che ha
permesso di
salvare e valorizzare molte opere appartenenti al
patrimonio artistico italiano. Nella lunga lista, prima dell'armatura
giapponese, ci sono anche i mosaici dei pavimenti della
Basilica di
Aquileia (UD), gli affreschi di Altichiero e Avanzo nella Cappella di
San Giacomo nella
Basilica del Santo a Padova, gli affreschi di
Lanfranco della Cappella di San Gennaro nel
Duomo di Napoli. "Sono
ormai un migliaio le opere riportate in
pristinam dignitatem: una
sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dalle epoche
proto-storiche fino alle soglie dell’età contemporanea,
dall'archeologia all'oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche".
Pensate che per la 17° edizione di
Restituzioni, a cui ha
partecipato anche quest'armatura del samurai, sono stati restaurati
"
oltre 140 manufatti provenienti da tutta Italia: Veneto,
Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio,
Campania, Abruzzo, Puglia e Calabria, Liguria". Lavoro prezioso,
con il contributo delle nostre banche e delle loro fondazioni, che
non sempre valorizziamo. E invece è grazie anche
al contributo di
banche e fondazioni che possiamo godere di
piccoli gioielli come
quest'armatura, che racconta
un modo diverso di intendere la guerra e
altre storie di
onore, orgoglio e coraggio. Davvero un bel contrasto
tra i cavalieri armati con i cavalli bardati e questo guerriero
pronto alla battaglia, in piedi e in tutti i toni del blu.
La
visita all'Armeria Reale è
compresa nel prezzo del biglietto e segue
gli orari dei
Musei Reali (piazzetta Reale 1); l'
orario di apertura è
pertanto mar-dom ore 9-19, chiuso lun. Il
biglietto costa 12 euro,
ridotto 6 euro per ragazzi compresi tra i 18 e 25 anni, gratuito per
gli under 18, possessori tessere Abbonamento Musei e Torino+Piemonte
Card.
Tutte le info sui Musei Reali, nel sito ufficiale,
http://museireali.beniculturali.it/.
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