In giro per il centro con un'amica,
decidiamo di pranzare in uno dei locali di cui si parla di più a
Torino in queste settimane, l'
Hafa Storie, che ha aperto da poco e che propone un
fascinoso
legame tra cucina
marocchina e cucina
piemontese. Non una fusione tra
le due tradizioni, ma una
convivenza tra piatti delle due cucine, in
modo da poter assaggiare entrambi, anche in uno stesso pasto.
L'idea
è suggestiva e lo è anche il
messaggio, nel cuore di Porta Palazzo.
Entrando nel locale, in Galleria Umberto I 10/13, mi sono sentita
in un'atmosfera andalusí, con tocchi di modernità: i colori
degli
azulejos, ciotole e piatti dai colori vivaci, servizi di
colorati bicchieri per il tè alla menta, vini, condimenti, spezie e conserve, tutto facilmente desiderabile per il fascino esotico e
tutto in vendita.
Sanno di Mediterraneo anche i divani rossi, con i
loro cuscini colorati,
strizza l'occhio al design creativo e
contemporaneo l'installazione di capriate e bicchieri, che attira lo
sguardo dall'alto, sin dall'ingresso.
Il menù offre
pochi
piatti, sia per la parte marocchina, curata da
Aicha, sia per la
parte piemontese, firmata da
Christian Milone, chef stellato de La
Trattoria Zappatori; sarebbe bello avere
maggior scelta in futuro, essendo
fascinoso questo esperimento di convivenza tra cucine distanti.
Cous cous e tajine sono i piatti forti della
cucina di Aicha,
gli agnolotti al plin, la carne cruda e il vetello
tonnato quelli della cucina di Milone. Il
menù alla carta permette
di mescolare le proposte e di assaggiare più piatti possibili
attraverso le
mezze razioni (mi sono sentita un po' a Siviglia, in questa concezione di razioni, ed è stato bello); il
menù fisso offre un paio di piatti piemontesi o marocchini a scelta con acqua, tè
alla menta e caffè, per un prezzo che varia tra i 13 e i 15 euro;
peccato, però, che i
menù fissi non permettano la mescola tra le
due cucine, essendo questa idea il tratto principale della
proposta di Hafa Storie. Il
servizio ai tavoli è curioso: bicchiere,
tovagliolo e posate vengono consegnati
in una scatola di legno, con
coloratissimi separatori di cartoncino, che riprendono i motivi degli
azulejos; sui tavoli c'è un
block notes, su cui annotare i piatti
scelti, in un ordine
non sempre intuitivo (viene da dire, ma non
potete prendere voi gli ordini, direttamente, come si fa
ovunque?).
Ho scelto il
menù fisso marocchino, perché la cucina
marocchina mi è meno nota di quella piemontese (ma la prossima volta
punterò a conoscere la proposta di Milone). Il
cous cous ai sette
legumi viene servito con una ciotola di brodo vegetale a parte, con
cui bagnarlo;
curiosamente gli unici legumi sono i ceci, il resto
delle verdure sono pezzi di melanzana, carote, zucca, verza; ma è
buono lo stesso e fa Mediterraneo. Altamente consigliabile
il
tajine con frutta secca, servito in un tegame di
terracotta, con un sorprendente coperchio a forma di cono, che serve a non
disperdere i sapori: il brodo in cui cucina la carne è
speziato e
saporito e difficilmente, nella nostra cucina, siamo abituati ad
associare la carne con la frutta, per questo il piatto risulta ancora più apprezzabile. Al termine, una
pasticceria
marocchina a base di pasta di mandorle e miele, che ricorda il nostro
Sud, soprattutto le nostre isole, del resto, il Mediterraneo è il
mare comune. E poi un
bicchiere di tè alla menta, per salutare
questo breve viaggio in Marocco. Ci
sarà una prossima volta, per immergermi nella cucina piemontese di
Christian Milone.
Hafa Storie è in Galleria Umberto I 10/13,
è
aperto da martedì a venerdì dalle ore 10.30 alle 24, il sabato
dalle 9.30 alle 24 e la domenica dalle ore 10.30 alle 18.
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