Delle
famiglie storiche che fecero di
Canelli (AT) la capitale della
produzione dello
spumante, solo i
Bosca sono rimasti alla guida della
propria azienda. Come ci sono riusciti? "Abbiamo sempre guardato
fuori, alla ricerca di nuovi mercati e nuovi prodotti"
sintetizza
Pia Bosca, che con i fratelli
Luigi e Polina rappresenta
la
sesta generazione della famiglia.
Canelli (sin) e Luigi, Polina e Pia Bosca (ds)
La
storia di questa saga è
raccontata in un bel
video proiettato nelle splendide
Cantine, parte di quelle
Cattedrali Sotterranee diventate
Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO: l'azienda è stata
fondata
nel 1831 da Pietro Bosca; a metà del XIX secolo, suo figlio
Luigi attraversò l'Atlantico per
ben 23 volte, grazie alla brillante
intuizione di seguire gli emigrati italiani, per offrire loro i vini
di casa e rendere meno dura la nostalgia; i suoi figli Pietro e Carlo
furono spediti rispettivamente a
Buenos Aires e a
New York, dove
aprirono le
prime sedi d'Oltreoceano e impiantarono nuovi vigneti e
nuovi stabilimenti (furono solo la morte prematura di Pietro e il
Proibizionismo a fermare i progetti americani). Nel XX secolo, i
Bosca portarono i loro prodotti in Svizzera, in Belgio e in Germania,
per poi raggiungere, i numeri sono di oggi,
ben 40 Paesi di tutti i
continenti, (oltre che a
Costigliole d'Asti, gli stabilimenti di produzione sono anche a Kaunas, in
Lituania, e a Kaliningrd, in
Russia); sono compresi Israele e l'
India, dove è stata proprio la loro
azienda a introdurre vino e alcol: "45 anni fa Luigi Bosca,
chiamato dal governo indiano per risolvere un problema di surplus di
uva, suggerì di fare vino, puntando sul suo valore di 'alimento'. Di
lì nacque la partenrship che portò alla produzione dei primi vini
indiani".
Non si è mai fermata neanche
la
ricerca di nuovi prodotti. "Quello che funziona è già
obsoleto" dice Pia Bosca, spiegando la filosofia dell'azienda.
Così sono nati i
Toselli White e Red, che offrono
il piacere delle
bollicine senza una goccia di alcol; ho assaggiato il White sotto le
splendide volte delle Cantine e ho potuto finalmente apprezzare
le
uve del Moscato, che però non hanno subito il processo di
fermentazione, da cui si genera l'alcol. Se siete quasi astemi, come
me, provatelo, per godervi
il piacere di quei sapori con le bollicine e la sensazione di
non
essere più esclusi nelle feste e celebrazioni, con un bicchiere di aranciata in mano. Sono prodotti pensati
anche per i mercati musulmani e infatti hanno ottenuto il
Certificato
di Qualità Halal; così come
la linea Kosher è stata pensata per
chi segue le
regole ebraiche. "Solo il 10% della popolazione
mondiale consuma alcol, chi pensa al restante 90%?" si chiede Pia
Bosca per spiegare la nascita di questi prodotti (appartenendo al restante 90%, l'ho mentalmente ringraziata anche per lo spirito imprenditoriale, creativo e innovativo
implicito nella domanda).
La sintesi della
filosofia della famiglia è nelle sue
Cantine. Sembrano
davvero
cattedrali, con alte volte di laterizio, lunghe navate in cui
riposano
migliaia di bottiglie, a seconda della fase del loro
processo di affinamento. È qui che è stata vagheggiata
per la prima volta l'idea dei
Siti
Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, che avrebbe poi coinvolto
anche il paesaggio vitivinicolo di Langhe, Roero e Monferrato e gli
infernot del Monferrato. Ed è stato dopo il riconoscimento
dell'UNESCO, nel 2014, che la Cattedrale Sotterranea dei
Bosca si è trasformata in un
innovativo e fascinoso centro
culturale.
Nel 2015, l'
Anno Internazionale della Luce, è stato cambiato il sistema di illuminazione, basato adesso sulla tecnologia
fotonica, in un
suggestivo incontro multimediale di luci e suoni;
lungo il percorso i visitatori incontrano
vari video, proiettati
sulle pareti delle cantine, che raccontano la storia della famiglia e
il suo rapporto con Canelli. Un rapporto
di affetto e di rispetto,
che si è rivelato in tutta la sua forza
nei giorni dell'alluvione
del 1994, quando le cantine sono state invase da acqua e fango: "Dopo
l'intervento dei vigili del fuoco, sono stati i canellesi, arrivati
spontaneamente, ad aiutarci a liberare le cantine dal fango e a
ripartire" A memoria di quei giorni drammatici, sono state
lasciate
decine di bottiglie infangate, così come sono state
ritrovate allora, intatte ma ormai inutilizzabili. "Ci ricordano
da dove siamo ripartiti" commenta Pia.Vent'anni dopo
fanno
ancora impressione, ma testimoniano l'intensità del legame con il
territorio e i suoi abitanti.
Nelle cantine,
modernità e tradizione
si incontrano continuamente: le proiezioni, i giochi di luce delle
tecnologie più moderne e le migliaia di bottiglie a riposo, secondo
ritmi antichi. A sorpresa, poi, appare anche una
magnifica
installazione di Eugenio Guglielminetti, che rende omaggio allo
spumante e al suo mondo e che rivela il gusto teatrale del celebre
artista; un omaggio arriva anche dalla colonna sonora,
dalla Norma di
Bellini, che fu rappresentata per la prima volta
nel 1831, l'anno di
fondazione dell'azienda. Un anno che ritorna anche
nell'atrio
d'ingresso alle Cantine: ci sono
centinaia e centinaia di bottiglie
verdi, messe in fila una accanto all'altra quasi fino al soffitto; le
si osserva e si pensa a un'originale installazione artistica, che
ricorda l'attività familiare: ma non sono solo questo. "Sono
bottiglie
recuperate intatte dalle cantine allagate dall'alluvione,
ma senza più le qualità necessarie per essere utilizzate, così
abbiamo pensato di usarle in questo modo. Sono 1831 bottiglie e
ricordano il 1994". Ed è
come un cerchio che si chiude, in
questo racconto di Pia Bosca, che unisce ancora una volta la capacità di guardare avanti con l'orgoglio di una
tradizione lunga ormai due secoli.
C'è un'altra cosa di cui i Bosca
sono orgogliosi e che dev'essere segnalata a chiunque voglia
conoscere la loro storia: la visita alla loro Cattedrale Sotterranea
è gratuita. "Le cantine sono Patrimonio dell'Umanità e siamo
molto orgogliosi di questo, ma proprio per questo riconoscimento sono
un
luogo culturale e la
cultura dev'essere accessibile a tutti. Per
noi è importante che l'ingresso sia gratuito, a pagamento ci sono
poi i nostri prodotti, per chi è interessato a degustarli e ad
acquistarli" conclude Pia Bosca.
Sul sito www.bosca.it,
tutta la storia di questa straordinaria
eccellenza piemontese e tutte
le indicazioni per
prenotare le visite alle Cantine.
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