Circa un anno fa ho realizzato per
Rotta su Torino una serie di
interviste ad architetti che hanno
progettato la
riqualificazione di edifici e complessi un tempo
industriali (Basic Village, Fondazione Merz, Museo Fico, Eataly, INCET, SNOS, CEAT).
È stata un'esperienza molto bella, perché mi ha
permesso di
conoscere meglio edifici di cui ignoravo la storia e, soprattutto, di
avvicinarmi a una professione, quella
dell'
architetto, che chi esercita non esita a definire "la più
bella del mondo". L'architetto
non disegna solo case, ma, al farlo, propone
modi di abitare e, dunque, di interpretare la società,
anticipandone,
addirittura, le tendenze; bisogna essere
creativi e un po' visionari, all'esercitare questa professione. E,
tra le riflessioni che mi ha portato questa serie di interviste, ce
ne sono alcune
molto personali: mi sono laureata in Architettura
senza una precisa ragione, non avevo una vocazione per
l'architettura, non sono mai stata particolarmente brava a disegnare,
mi sono disamorata presto, avendo deciso di seguire il sogno della
scrittura. Però le cose
non succedono invano: questo blog
è nato perché mi piaceva
l'idea di fornire informazioni sulle cose
che amo e mi incuriosiscono a Torino, voleva essere una
proposta a 360°
e finisce spesso a parlare di storia, di architettura, di invenzioni
e di futuro. Alla fine, i blog parlano sempre dei loro autori e li aiutano anche a capire cose di se stessi:
ha avuto un senso, studiare Architettura.
Tempo
fa ho deciso che le interviste realizzate e l'entusiasmo per le
architetture reinventate avrebbero dovuto avere
una sorta di punto
finale in un ebook. Un ebook dotato di
materiale inedito, che potesse essere
una sintesi
di tendenze e di riflessioni. Ci saranno
foto che non ho mai pubblicato, scattate alla
Fondazione Merz e al Museo Fico in diversi momenti, con diversi allestimenti nei loro spazi,
da Eataly e al Basic Village; sono particolarmente contenta, e sono molto grata al dottor
Gabriele Gallesio di De.Ga, che me li ha aperti e mi ha accompagnato, di aver potuto fotografare
i bei cortili dell'ex Tobler e dell'ex CEAT, difficilmente accessibili al pubblico. Ho anche intervistato il Presidente
dell'Ordine degli Architetti di Torino
Massimo Giuntoli e l'Assessore
all'Urbanistica, nonché Vicesindaco di Torino e Professore di Storia
dell'Architettura Contemporanea alla Facoltà di Architettura
Guido
Montanari. Con entrambi ho tracciato
un bilancio su queste
architetture reinventate e ho parlato delle
tendenze che si possono identificare, dell'
architettura torinese che è stata e che sarà, anche nelle aree in cerca di nuova destinazione d'uso. La nostra città è davvero
appassionante, anche da questo punto di vista:
ha un futuro da
inventare in spazi già esistenti e, come mi ha detto l'architetto
Cesare Roluti, la
vera sfida creativa per gli architetti di questo inizio
secolo, non è costruire nuovi spazi, ma
esprimersi in edifici già
esistenti.
Dai loro punti di vista privilegiati, Giuntoli e
Montanari mi hanno detto cose molto belle.
Giuntoli mi ha fatto
notare come questi progetti di cui ho parlato
non siano banali, ma siano anche dotati di
un appeal originario, grazie alle architetture
pregevoli su cui si sono innestati: sarebbe la stessa cosa in strutture meno affascinanti? Quale valore aggiunto
potrebbero offrire i progetti per il XXI secolo?
Montanari, che ho
molto apprezzato anni fa, durante un'invettiva contro
la poca cura
che Torino aveva del suo paesaggio urbano, ha notato come tutte le
operazioni di riqualifcazione siano stati
processi elitari,
realizzati da pochi studi professionali e
destinati a fasce
medio-alte della popolazione. Sono state interviste molto interessanti per me, piene di spunti di riflessione e di domande in cerca di risposta; spero siano utili a chi leggerà l'ebook e tornerà a visitare Borgo Aurora, il Museo Fico, la Fondazione Merz o
Eataly, guardando
anche ai contenitori, oltre che ai contenuti che ospitano.
Ho passato buona
parte del Ponte del 25 aprile
a lavorare all'ebook, a
risolvere i
problemi di impaginazione che si presentavano, a
controllare quei
dettagli che allungano i tempi previsti e che però sono importanti.
Avendo trovato le soluzioni grafiche più pulite, in modo da rendere
facile la lettura sugli e-reader più diffusi, posso dire che
Edifici
ex industriali a Torino – Le trasformazioni del XXI secolo, questo il titolo dell'ebook, uscirà
il 2 maggio 2017, dopo tutti i ponti di aprile (sì, finiranno!), in autopubblicazione. La sua uscita
non significherà la fine del mio interesse per le architetture ex
industriali torinesi. Continuerò ad
approfittare delle occasioni per conoscere da
vicino quelle che mancano e per parlare con gli architetti che le hanno reinventate; la loro passione e il loro entusiasmo sono cose che non voglio perdere. Anzi, sono state proprio le loro emozioni a
farmi pensare ad
altri progetti, ancora nebulosi nella mia testa, ma
chi lo sa.
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