I
Musei Reali di Torino hanno
presentato ieri il loro
nuovo logo, nel corso di una serata speciale,
con proiezioni sulla facciata di Palazzo Reale e con un'eccezionale
apertura di tutto il Palazzo.
Perché un nuovo logo? Perché i Musei
Reali, che comprendono oltre a Palazzo Reale anche il Museo
d'Antichità, la Galleria Sabauda, Palazzo Chiablese e l'Armeria
Reale, sono impegnati da tempo a
valorizzare il patrimonio storico
e artistico di cui sono custodi e a renderlo attraente per i turisti
e i torinesi con numerose iniziative e mostre; di qui l'idea di un
nuovo marchio, che sintetizzi
l'immagine e gli obiettivi.
Il
progetto del nuovo logo è stato affidato dalla
Consulta per la
Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali a
Intesta, società
specializzata nel
branding e
graphic design del
Gruppo Armando
Testa. Il marchio di un
brand, spiega
Antonella Testa, direttore
artistico del progetto, "deve saper delineare e restituire la
visione più completa di quello che il brand vuole raccontare di sé
di più intimo e profondo, in pochi tratti. Un logo non racconta solo
il nome, ma racchiude una filosofia". I caratteri tipografici
scelti usano il
nero, "colore classico per eccellenza" e
sono
impreziositi da una goccia, sintesi di contemporaneità e
storicità, ma non solo. "La goccia è una
figura retorica
naturale, è già una sintesi: il mare è l'infinità di gocce che lo
costituiscono; la goccia è distillazione più pura di un profumo e
ne racchiude l'essenza" spiega ancora Antonella Testa. Il colore
della goccia è l'
oro, il colore della regalità: "L'arte regale
riesce così a interagire con il design contemporaneo, in un morbido
abbraccio di forme, che parlano il linguaggio dell'eleganza".
Il logo celebra
non solo i Musei Reali, uno dei complessi museali
tra i più importanti d'Europa e tra i più estesi d'Italia, ma anche
i 30 anni della
Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e
culturali di Torino, che ha affidato la sua creazione a Intesta. La
Consulta è
una delle più belle esperienze di mecenatismo moderno, a
cui Torino deve parte della conservazione dei suoi Beni Culturali.
Attualmente è formata
da 32 aziende ed enti che hanno investito
oltre 30 milioni di euro e realizzato
oltre 70 eventi di recupero e
restauro, tra cui l'Aula del Parlamento Subalpino a Palazzo
Carignano, le facciate delle chiese di San Carlo e Santa Cristina in
piazza San Carlo, la realizzazione della facciata Odissea Musicale al
Teatro Regio, la cancellata di Pelagio Palagi di Palazzo Reale, il
Monumento di Vittorio Emanuele II, la realizzazione della Sala
Leonardo nella Biblioteca Reale; tutti interventi che hanno
arricchito la città, permettendole di godere di parti del suo
patrimonio culturale difficilmente recuperabili con le sole risorse
pubbliche. Un modello virtuoso che sarebbe bello veder esportato in
altre realtà di questo Paese, così ricco di cultura e così carente
di consapevolezza.
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