Apre oggi il
Salone Internazionale del
Libro di Torino, la più importante manifestazione italiana
dell'editoria,
mai come quest'anno sentita parte del patrimonio cittadino. E non per il
trentennale in sé, quanto per
il tentativo, fallito, di privare la città di uno
degli eventi più importanti da lei
inventati e curati. Si inaugura
il Salone del Libro (aperto
fino al 22 maggio!), dunque, ma, come spesso accade, non sarà oggi
la giornata in cui lo visiterò (perché quest'anno più che mai
bisogna andare al nostro Salone!). In una kermesse così grande, che
offre così
tante opportunità di conoscenza, tra le
proposte delle
case editrici, gli incontri e i
dibattiti del programma ufficiale, il
calendario di presentazioni di ogni editore, c'è il
serio rischio di
perdersi qualcosa: abbiate
le idee chiare su cosa volete vedere e
dove volete andare da prima di raggiungere il
Lingotto Fiere. E qui vi
racconto le
5 cose del Salone 2017 che non ho intenzione di perdermi.
L'isola del silenzio
Penso sia l'invenzione più geniale
di questa edizione della kermesse. Il Salone è un posto di folle
vocianti, chiacchiere e frenesie, un posto pensato per il silenzio è
un ulteriore invito alla riflessione, al confronto con se stessi, per
potersi rapportare agli altri, che è poi il fine ultimo di ogni
lettura, in fondo. L'Isola del silenzio si trova nel padiglione 1, è
stata realizzata con materiali rinnovabili e al suo interno propone
il silenzio assoluto: non ci sono parole, non c'è musica, solo
(solo?) l'opportunità di godere pace e relax. Entrare nell'Isola del
silenzio non è così facile, però: bisogna avere una delle
banconote da 10 minuti di silenzio, stampate in edizione numerata e
diffuse tra gli stand del Salone. State attenti perché ci sono
'solo' 2000 banconote!
I 12 editori ribelli
Quando l'AIE ha
annunciato che si sarebbe fatta un proprio Salone a Milano e ha usato
metodi e modi di chi voleva prendersi tutto, come se fosse suo,
cercando l'umiliazione di Torino e dei suoi 30 anni di sforzi e di
passione, dodici case editrici si sono ribellate e hanno detto 'no
grazie, noi rimaniamo a Torino'. Si sono persino dimesse dall'AIE, per
dimostrare che facevano sul serio. Grazie al loro esempio e alla loro
resistenza, è nato il Salone 2017. Ricordate i loro nomi e passate
ai loro stand, sono dodici, come le colone americane che diedero vita
agli Stati Uniti e mi piace l'idea: add editore, Edizioni e/o,
Iperborea, la Nuova Frontiera, LiberAria Editrice, Lindau, minimum
fax, Nottetempo, Nutrimenti, O Barra O, SUR e
66thand2nd.
Superfestival
Questa è l'altra invenzione
geniale del 30° Salone del Libro di Torino: un Superfestival che dia
casa ai vari Festival culturali presenti in Italia, affinché abbiano
una loro grande vetrina, con cui presentarsi al resto d'Italia. Hanno
dato la loro adesione per 68 manifestazioni culturali, tra cui La
Milanesiana, Pordenonelegge, I Boreali e Marina Café Noir, per dare
un'idea, rappresentano 18 regioni italiane e portano a Torino ospiti
e anteprime, arricchendo il programma del Salone. Il Superfestival è
nel padiglione 2, è dotato di un proprio spazio, diviso in tre
parti, un'area lounge aperta a tutti, una sala incontri per
accogliere gli appuntamenti in programma e una sala business privata.
Date un'occhiata al suo ricco calendario di eventi e incontri!
La
Toscana
Trovo davvero bello che nell'anno dei suoi 30 anni e della
sua ripartenza, il Salone del Libro ospiti la Toscana. A Torino
amiamo dire, riprendendo Umberto Eco, che l'Italia senza Torino non
sarebbe la stessa, ma cosa sarebbe l'Italia senza Firenze, Pisa,
Siena, il Chianti e il marmo di Carrara? La culla della nostra lingua
presenta un bel programma di incontri, mostre e persino concerti. Gli
eventi da non perdere sono legati a Pistoia Capitale della Cultura e
alla Via Francigena, largo spazio anche alla Memoria e alla Cultura
Contemporanea. Mi piace anche che la Toscana proponga laboratori di
lettura per i più piccoli, presentazioni dei libri dei propri
editori e che porti piccole e grandi chicche di biblioteche e
archivi. Impossibile non passare!
Il futuro non crolla
Mi
piace molto questo spazio che il Salone dedica all'editoria delle
zone colpite dal terremoto del 2016. Non è uno spazio fisico, sono incontri
e storie narrate in varie Sale, nell'Arena, nello Spazio Stock, una
serie di eventi diffusi, quasi a non voler isolare le conseguenze
devastanti di un evento tragico. Si racconteranno storie di editori e
di scrittori dal terremoto, si incontreranno gli studenti e il
Rettore dell'Università di Camerino, una delle più antiche
d'Italia, ci sarà una lezione magistrale di Vittorio Sgarbi
sull'arte minacciata dal terremoto, si parlerà di conoscenza e
competenza con Mario Tozzi, che ha scritto "Paure fuori luogo".
Si inviterà, insomma, a non dimenticare tutto quello che ha
significato il terremoto e tutto quello che dobbiamo fare.
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