Tendo a scrivere delle mostre solo
dopo
averle viste, perché preferisco parlare delle emozioni più che
degli oggetti in esposizione, e tenevo tantissimo a vedere
Dalle
Regge d'Italia – Tesori e simboli della regalità sabauda, fino al
2 luglio 2017 alla
Reggia di Venaria Reale (TO). Finalmente ci sono
riuscita e ho un solo consiglio:
non perdetela! E' la mostra con cui la Reggia celebra
i suoi primi 10 anni, alla sua realizzazione hanno partecipato il Palazzo del Quirinale e alcune delle Regge più belle e più importanti d'Italia, portando a Torino oggetti di grande valore.
Nelle
sue cinque sezioni, racconta i pochi decenni del Regno d'Italia e lo
sforzo di unificazione compiuto dai Savoia anche
nei simboli della
regalità; certo, fatta l'Italia, bisognava fare gli italiani, ma
anche dare
un senso comune di regalità e di monarchia. Il compito
toccò soprattutto
a re Umberto I e alla regina Margherita, i primi a regnare davvero sull'Italia unita. Si
trovarono a gestire
un patrimonio inestimabile di Regge e Castelli,
di pinacoteche e arredi, ereditati da tutte le dinastie degli Stati pre-unitari, dovettero inventare una narrativa che unisse
tutte le culture di regalità precedenti e le sintetizzasse in quella
italiana. Sfida enorme e affascinante.
A cominciare da quella che
sembra un'inezia:
quale corona per i sovrani d'Italia?
Perché sì, era dai tempi degli imperatori romani, che non esisteva
un sovrano italiano, anche se in tanti avevano provato a unificare il
territorio. Ma certo un re d'Italia non poteva indossare il
simbolo di altri Stati pre-unitari, non avrebbe avuto senso. C'era
una sola corona che poteva parlare d'Italia, la splendida
Corona
ferrea, di origine medievale, ma poteva essere il simbolo di una
nuova storia? Si era pensato anche di creare
una nuova corona, per la
dinastia sabauda, ma alla fine non se ne fece niente: né Umberto I né
Vittorio Emanuele III vollero mai una cerimonia di incoronazione. Rimangono la Corona ferrea, bellissima, e il meraviglioso
Stipo della Corona d'Italia, conservato a Palazzo Pitti, a Firenze, e a Venaria esposto al centro della sala delle corone, regalissimo anche lui.
I Savoia erano
la più antica
dinastia europea regnante, le loro origini risalgono all'oscuro
Medioevo, a quell'Umberto Biancamano vissuto intorno al Mille dalle
parti della Savoia. Da lì,
grazie a matrimoni, intuizioni e guerre,
arrivarono a regnare ai due lati delle Alpi, tra la Savoia e il
Piemonte, quindi, con il
Duca Emanuele Filiberto, spostarono i propri interessi sul versante italiano. E fu Emanuele Filiberto il primo a
pensare alla
rappresentazione della regalità: fu lui a vagheggiare una
capitale più ampia e di respiro europeo, fu lui a fondare i primi
ordini, il più antico dei quali, quello del Mauriziano, è ancora
vigente. Nella prima sezione della mostra si parla proprio degli
ordini cavallereschi, che erano uno dei segni della regalità e si
rivela il rapporto tra i Savoia e l'Ordine della Giarrettiera. La
parte più interessante riguarda le
residenze reali, perché qui
c'era davvero un patrimonio enorme e di inestimabile valore, a cui
dare un'organizzazione. Non solo lo stile di vita, ma persino l'uso dei
materiali rivelavano
una diversa concezione della regalità. È
chiaro nella sezione che la mostra dedica a
Napoli, così esuberante
e gioiosa nelle sue espressioni: le
Regge di Caserta e di Capodimonte
entrarono presto tra le predilette dei sovrani italiani, che qui
iniziarono a trascorrere lunghi periodi e che vollero che gli eredi
alternassero il titolo di Principe di Napoli a quello di Piemonte.
L'
uso del corallo nella gioielleria, praticamente sconosciuto al
Nord, la straordinariamente bella
culla del Principe di Napoli, che
accolse Vittorio Emanuele III neonato, le camere da letto di grande
raffinatezza raccontano una cultura diversa da quella di provenienza per i Savoia.
La
figura centrale della trasformazione è la
regina Margherita. La
mostra spiega come seppe essere un vero e proprio
punto di riferimento culturale grazie al suo gusto e alla sua
capacità di circondarsi di artisti e intellettuali: la sua Corte era
una delle più apprezzate d'Europa, tanto che anche il
Kaiser amava
passare spesso a Roma. La regina influenzò anche
l'immagine delle
donne italiane, attraverso le riviste, i modelli e i gioielli che
amava indossare. Nella mostra c'è
un suo preziosissimo vestito di
ricami a mano e sontuoso strascico che sarebbe l'invidia di ogni
sovrana di oggi, per eleganza e alto valore artigianale; lo
Stipo che
le regalò Milano è un esempio di raffinatissimo gusto, così come
le
parure di gioielli che amava indossare. Se l'Italia ha avuto una
regina elegante e intelligente, brillante e raffinata, in grado di
rappresentare il senso più alto della regalità, questa è stata
Margherita. Il matrimonio non è stato dei più felici, ma sono stati
Umberto I e la sua regina a dare
un'idea di Paese unito frequentando
le Regge di tutte le regioni, dedicandosi alla villeggiatura in
Toscana o sulle Alpi, sintetizzando nelle proprie figure un gusto
italiano. E dopo gli sforzi dei due sovrani, che hanno evidentemente
amato il proprio ruolo e la rappresentanza in esso implicita, è
arrivato
il ritiro di Vittorio Emanuele III ed Elena,
che amavano meno la Corte e preferivano
una vita privata, familiare e
casalinga. Non vissero neanche al Quirinale, preferendo un villino
appena fuori Roma, e il Re si liberò delle Residenze Reali,
cedendole in larga parte allo Stato, che dovette poi decidere cosa
farne.
Così alcune delle più preziose Regge divennero
ospedali
e caserme durante le Guerre, furono trasformate in Musei e
persero il
ruolo aulico che apparteneva loro. Ma lungo tutta la mostra si rimane
affascinati dall'idea di regalità, sin dalle prime sale, che
mostrano le corone e i
documenti originari su cui i Re d'Italia
giuravano durante l'insediamento; ci sono servizi di porcellana e
d'argento, un separè ligneo che imita perfettamente le decorazioni
cinesi, gioielli e quadri che non lasciano indifferenti. È
un
crescendo di ammirazione che trova il suo culmine nell'allestimento
studiato per
il Trono dei Re d'Italia. Un salone semibuio, che
concentra tutte le luci su questo trono d'oro e cremisi, sotto un
imponente baldacchino e affiancato da due arazzi grandiosi del
Quirinale. Lascia a bocca aperta e sì, questa è la regalità.
Una
mostra davvero affascinante, che racconta
un pezzo della storia
d'Italia a cui si dedica sempre
poco spazio e che però vale la pena
conoscere, per conoscerci meglio come Paese: siamo
uno Stato giovane
di cultura millenaria, che ha dovuto sintetizzare in poco tempo le
tante culture che lo compongono per avere un'idea di
italianità e in
questo le Regge Reali e i sovrani hanno avuto
un ruolo prezioso.
Dalle Regge d'Italia – Tesori e simboli della regalità sabauda è
alla
Reggia di Venaria Reale fino al
2 luglio 2017. L'
orario di
apertura è mar-ven ore 9-17, sab-dom e festivi ore 9-18.30; il
biglietto costa 12 euro, ridotto 10 euro (over 65 e gruppi di minimo
12 persone), ridotto 6 euro (6-20 anni, universitari under 26),
gratuito per gli under 6 e i possessori della tessera Abbonamento
Musei; la mostra è anche
compresa nel biglietto d'ingresso Tutto in
una Reggia (25 euro, che comprendono visita alla Reggia, ai Giardini,
alle mostre in corso, 10% di sconto in caffetterie, ristoranti, punti
ristoro e bookshop, ridotto sul noleggio dell'audiopen e su La
freccia di Diana, Gondola sulla peschiera e Carrozza a cavallo; con
la
proposta famiglia, i bambini 6-15 anni, fino a un massimo di 4,
pagano 1 euro se accompagnati da 1-2 adulti che acquistato Tutto in
una Reggia).
Tutte le info su
www.lavenaria.it.
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