Il
Castello di Rivoli – Museo d'Arte Contemporanea ha raggiunto un
accordo con la
Fondazione Francesco Federico Cerruti per l'Arte per
gestire e valorizzare l'
inestimabile e sconosciuta collezione
custodita nella sua villa dall'imprenditore Francesco Federico
Cerruti, morto nel 2015 a 93 anni. Il progetto culturale che unisce
le due istituzioni è di grande fascino:
per la prima volta un Museo
d'Arte Contemporanea ha la gestione di una collezione che guarda a
tutte le epoche e la sfida per la sua valorizzazione indica al
Castello di Rivoli
un percorso inedito, come sottolinea la sua
direttrice,
Carolyn Christov-Bakargiev: "Nella nostra era
digitale, innovativa, tecnologica ma proiettata all
'archiviazione
acritica del passato, i musei enciclopedici come il Metropolitan a
New York, l’Hermitage a San Pietroburgo e il Louvre a Parigi aprono
sezioni dedicate all'arte contemporanea; il Castello di Rivoli
sceglie
un percorso diverso, nella consapevolezza del
legame
ineludibile tra le opere del passato e del presente, di un cammino
come quello dell'arte che è oltrepassamento di ogni soglia spazio
temporale, e vuole essere il
primo museo d'arte contemporanea al
mondo che, grazie a questo accordo,
apre una sezione dedicata
all'arte del passato".
In una
villa appositamente costruita a
Rivoli (Cerruti ha sempre vissuto in un modesto appartamento nei
pressi della sua fabbrica, la LIT, Legatoria industriale Torinese, a
Torino), l'imprenditore ha raccolto una collezione straordinaria:
oltre 800 opere tra vasi arredi, quadri, statue, libri e rari
tappeti; ci sono sculture e quadri che vanno
dal Medioevo al
contemporaneo,
200 libri rari e antichi, legatorie, fondi d'oro. Una
personale ricerca del bello durata 70 anni e iniziata nella prima gioventù di Cerruti, con l'acquisto di un disegno di
Kandinsky. In un comunicato stampa, il Castello di Rivoli così
descrive la collezione che curerà: "Di particolare interesse e
straordinariamente conservati i
Medievali fondi d'oro con cui Cerruti
amava iniziare le rare visite al 'suo museo'. Altrettanto eccezionale
il valore dei
pittori sacri come Bernardo Daddi, Gentile da Fabriano,
Sassetta, di cui si può ammirare Sant'Agostino nella camera
padronale, e Neri di Bicci. Si passa quindi ai
maestri
rinascimentali: Dosso Dossi, Pontormo, 'strappato' agli Uffizi e si
continua con Tiepolo, Ribera, Sebastiano Ricci, Fra Galgario. Il
percorso nella passione di Cerruti continua con le opere allegoriche
di Batoni, non cedute al Getty Museum, per poi passare a quadri di
Pellizza da Volpedo, Jawlensky, Balla e Boccioni, Casorati, Severini,
Picasso, Magritte. Straordinari i 10 dipinti metafisici di De Chirico
collocati nella sala da pranzo della villa. E altrettanto
indimenticabili le opere di Modigliani, Bacon e Giacometti. Compaiono
infine opere di Andy Warhol, Paolini, Burri e Manzoni. Terminiamo
questo
excursus ricordando
l'ultimo acquisto,
Jeune Fille
aux Roses (1987) di Renoir. Molti gli autoritratti o i ritratti
di uomini soli – tra cui si possono citare
Ritratto di un
giovane uomo (ca. 1400) di Frà Galgario,
Ritratto di un
gentiluomo con libri (1534-1535) di Pontormo,
Autoritratto
Metafisico (1919) di De Chirico,
Studio per Ritratto IX
(1957) di Francis Bacon,
Ritratto di Harry Melville (ca. 1930)
di Man Ray – che portano a immaginare quasi
la ricerca di una
proiezione di se stesso nell'arte. Questo 'inventario' ci fa capire
l'importanza della collezione che raccoglie
non solo opere
pittoriche, ma anche arredi di assoluto pregio, e dimostra un
interesse non solo per l'arte in senso stretto ma anche per il
lavoro
sapiente degli artigiani, primi raffinati interpreti di quello che
oggi definiamo design. Fra tutti va citato un
secrétaire in
avorio di Piffetti, il più grande ebanista italiano del Settecento,
e
due divani disegnati dall'architetto Filippo Juvarra. La collezione
contempla inoltre un'ampia e pregiata raccolta di libri e incunaboli,
rare edizioni e rilegature preziose".
Una collezione davvero
straordinaria e poco nota al pubblico, grazie alla personalità
schiva e silenziosa di Cerruti.
Per espresso desiderio
dell'imprenditore scomparso, adesso il patrimonio che ha raccolto con
tanta passione deve essere curato "a beneficio della
collettività nazionale e internazionale" e deve "poter
perpetuare i valori che lo avevano animato, nonché il
senso di
mecenatismo, così da contribuire a rendere la Collezione Cerruti
realtà sempre viva e motore di crescita culturale". Per il
Castello di Rivoli, una sfida appassionante, quella di mostrare il
"
possibile e fruttuoso dialogo fra l'arte contemporanea e il
suo passato". La villa in cui Cerruti ha raccolto la sua
collezione, circondata da un ampio parco, è attualmente
in fase di restauro: lo studio d'architettura Baietto Battiato Bianco (lo stesso che
ha firmato il Basic Village) la sta adattando all'
apertura al pubblico, prevista per il
2 gennaio 2019. Inizierà allora il dialogo tra presente e passato dell'arte, di cui il Castello di Rivoli sarà animatore.
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