Se in questi giorni siete passati i
n
corso Principe Oddone, lo avrete notato:
la stombatura della Dora è
davvero iniziata. Sulla soletta di cemento armato che copre il fiume
lavorano un paio di scavatrici e un camion, che porta via detriti e
terra. Li aspettano
oltre 300 giorni di lavoro che porteranno poi
alla
riapparizione della Dora nel paesaggio del Parco e a
un paio di passerelle pedonali, che permetteranno di
passare da una parte all'altra delle due rive e avvicineranno corso
Mortara e Borgo Vittoria agli itinerari pedonali verso il centro.
La Dora com'è (in alto) e come sarà (in basso), nell'area orientale del Parco Dora
Il
Comune di Torino ha pubblicato nel proprio sito web un'interessante
brochure in .pdf, che ricostruisce
la storia dell'area e spiega
come
la Dora verrà 'stombata'. La copertura del fiume avvenne negli anni
50 e 60 da parte delle
Ferriere Fiat, per unire i
due stabilimenti presenti sulle due rive e per facilitare la
movimentazione dei materiali e la costruzione di nuove infrastrutture
logistiche e ferroviarie. La copertura, spiega la brochure, è
"realizzata interamente
in calcestruzzo fortemente armato e
calcolato per sopportare fino a 17.000 kg/mq, è costituita da
un
fitto reticolo di travi longitudinali e trasversali di altezza fino a
170 cm, con interasse ogni 2 m, e appoggia sia sui muri d'argine
laterali che sui
due setti longitudinali in calcestruzzo che
percorrono l'intero tratto del fiume". L'intera soletta è
alta
205 cm ed è lunga circa 500 metri. La sua struttura viene divisa in
due parti: "Il
tratto a monte, dal ponte di via Livorno fino
all'immissione del Canale Meana (dove sorge la mini-centrale
idraulica di Envipark che sfrutta un salto di quota dell'acqua) con
uno strato sovrastante di
materiale terroso e di arbusti, con aspetto
quasi «boscato», interrotto bruscamente dal tratto nel quale rimane
a vista il sistema strutturale della soletta; il
tratto a valle fino
al nuovo Ponte del Viale della Spina, ricoperto nella parte centrale
da uno
strato uniforme di terreno dello spessore di circa un metro,
contenente rottami ferrosi e nella parte finale da superfici
cementate e basamenti in calcestruzzo di fondazione dell'ex
Fabbricato servizi Operai".
La Dora come sarà, in una visuale dall'alto del Parco Dora
Se passeggiate lungo la riva del Parco
Dora,
nell'area Valdocco Sud (praticamente davanti all'Environment
Park), potete notare la
struttura reticolare della soletta, tornata
alla vista a causa dell'intervento effettuato d'urgenza durante
l'alluvione del 2000, quando ci fu il rischio di crolli nel fiume e
di un pericoloso effetto diga (Borgo Dora era già stato allagato).
Se invece raggiungete
i due ponti che attraversano la Dora, da via
Livorno verso via Orvieto e su corso Principe Oddone, potete
vedere i
due setti di calcestruzzo che dividono il fiume in tre corsi e che
sostengono l'alta soletta. Buona parte di questi setti sarà
conservata, non solo per le difficoltà (anche economiche) del loro
abbattimento, ma anche perché la loro presenza permetterà di
controllare meglio eventuali detriti di piogge violente.
Uno dei setti che reggono la soletta (sin), un rendering del Parco Dora che verrà (ds)
Come
verrà demolita questa struttura pesante e complessa? Verranno
utilizzate due tipi di tecniche: "la
decostruzione controllata
mediante utilizzo di attrezzature da taglio (disco e filo diamantato)
e la
demolizione meccanica mediante utilizzo di escavatori
equipaggiati con attrezzatura oleodinamica di dimensione adeguata
alla tipologia d'intervento".
La stombatura della Dora ha
diversi obiettivi: oltre al
completamento del Parco Dora, ormai non
più rimandabile (10 anni di ritardo sembrano sufficienti),
permetterà un
migliore collegamento tra le due rive della Dora,
ricucendo aree storicamente separate dagli stabilimenti industriali;
si potrà finalmente
intervenire sull'assetto idraulico di questo
tratto urbano della Dora, permettendo un
maggiore controllo del fiume
in caso di piene (la soletta costituisce una sorta di tappo
pericoloso in caso di aumento delle acque); a lungo termine garantirà
un rapporto più naturalistico con la Dora, con il ritorno della
fauna acquatica, con nuove promenades ciclopedonali, che verranno
unite alla rete già esistente.
La brochure del Comune di Torino
riporta anche
la tempistica prevista per gli interventi e ve la
riporto, sperando che sia rispettata (sì, nonostante i ritardi e le
promesse mancate, continuo a essere
una fan del Parco Dora e continuo
a vederne le potenzialità). "Le macrofasi di lavoro previste,
parzialmente sovrapposte, sono le seguenti:
allestimento del
cantiere, messa in sicurezza e delimitazione delle aree, primi saggi in sito (24 gg);
campionamento e
analisi del terreno e dei materiali, attivazione del Piano di
monitoraggio delle polveri (esteso su tutto il cantiere a partire
dalla movimentazione del terreno);
rimozione del materiale sulla
soletta di copertura, sbancamenti (31 gg);
realizzazione di argini
temporanei e rampa di discesa in alveo (55 gg);
demolizione della
copertura (118 gg);
opere di finitura degli argini e delle passerelle
(85 gg);
smantellamento del cantiere, ripristino dei luoghi (14 gg)".
Quasi un anno di lavoro, che fa dedurre che torneremo a vedere
finalmente la Dora,
nell'estate del 2018.
Sul sito del Comune di Torino,
il racconto della stombatura della Dora, in .pdf; le immagini dijquest'articolo, dalla brochure.
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