Born in Berlin mi incuriosisce da anni: alla
Torino Fashion Week 2016 ho scelto la serata a cui
assistere grazie anche alla loro presenza e mi sono divertita al
vedere i modelli ispirati alla
Germania degli anni 30, uno dei
periodi più controversi e più creativi del Paese. Così, preparando
le
cose da fare in autunno per Rotta su Torino ho deciso che
quest'anno dovevo assolutamente conoscere
Judith Hohnschopp e
Simone
Mussat Sartor, le anime del marchio italo-tedesco, e l'incontro nel
loro negozio-laboratorio, in una delle prime giornate fresche di
settembre, è stato gradevole e caldo, davanti a una melagrana che
sapeva già d'autunno. Non solo, Judith e Simone hanno regalato a Rotta su Torino
alcune immagini in anteprima della loro
collezione autunno-inverno, che presentano in questi giorni sui social e ai primi di ottobre nel loro laboratorio-atelier di via San Dalmazzo 29/A!
Judith e Simone (sin) e La nuova collezione di Born in Berlin (ds) Foto di Alberto Raviglione
Grazie al Collettivo Cavallerizza Irreale
- Born in Berlin nasce nel 2006 da Judith
e Julia, poi, qualche anno fa, la separazione da Julia e l'arrivo di
Simone. Come è stato il passaggio?
Judith: "In realtà non
c'è stato nessun passaggio 'traumatico' perché Simone lavorava già
con noi e lo avevamo conosciuto ancora prima di aprire il negozio: è
stato lui a occuparsi del design del nostro primo negozio. Poi,
chiusa quell'esperienza, nel 2007 è venuto da noi e ha iniziato a
cucire le pelli, per Born in Berlin è stato un cambio fondamentale,
prima di lui lavoravamo solo tessuti. E poi il suo punto di vista è
sempre stato importante: ci serviva un punto di vista maschile,
essendo noi donne e avendo una visione solo femminile, anche della
moda uomo".
Simone: "Il design mi ha sempre
appassionato. Prima di approdare a Born in Berlin mi occupavo di
design, ho realizzato il parquet del piano superiore dei Tre Galli,
su un disegno di Juvarra, e ho conosciuto queste giovanissime
tedesche, che avevano un budget ridotto per aprire il loro negozio,
ed è stato allora che abbiamo scoperto le affinità dei nostri
valori. Quando ho chiuso l'esperienza precedente e ho iniziato a
lavorare con loro, ho appreso i primi rudimenti per cucire le pelli e
sono poi andato da solo, qualche mese dopo ho preso una pelle in modo
casuale ed è nata la mia prima borsa. Di lì mi sono occupato delle
collezioni delle borse, ne produciamo circa 300 all'anno e, essendo
io autodidatta, non sono disegnate, sono nella mia mente, magari mi
annoto un disegno come un bambino, per non dimenticarmi l'idea"
La nuova collezione di Born in Berlin. Foto di Alberto Raviglione
Grazie al Collettivo Cavallerizza Irreale
-
Come nasce il processo creativo?
Judith: "In genere nasce da
me. Abbiamo due collezioni all'anno e mi piace farmi ispirare da
qualunque cosa, un viaggio, un film, un'atmosfera. La collezione che
presenteremo a ottobre, per l'autunno-inverno, è ispirata
all'outschool degli anni '10 del XX secolo, abbiamo realizzato le fotografie alla
Cavallerizza Reale, in un'atmosfera bellissima; Alberto Raviglione,
con cui lavoriamo da tempo, è un fotografo molto sensibile, coglie
il momento fuggente; tutto lo
shooting ha un'aria casuale: non
abbiamo voluto modelli, sono nostri amici o clienti e sembra fossero
davvero nell'intervallo di una lezione. L'idea del filo conduttore di
questa collezione mi è venuta dopo aver visto un film bellissimo,
Il
nastro bianco".
- La vostra moda non si occupa granché delle
tendenze e segue un proprio filo conduttore. Ci sono dei principi che
considerate non negoziabili?
Judith: "Sì, la buona qualità
dei tessuti, la comodità e l'indossabilità dei nostri vestiti, ma
mai con toni seriosi, è tutto sempre un gioco; ci piace fare
accostamenti originali, sparigliamo mettendo vicini la seta e il
cotone grezzo. Non vogliamo essere commerciali, vogliamo fare le cose
bene. Scegliamo solo materiali di qualità, ci sono clienti che hanno ancora cose nostre di anni fa e le mescolano con quelle più nuove, questo significa che i nostri capi resistono alla prova del tempo sia per i tessuti che per i concetti che vogliono esprimere, e permettono di giocare e sperimentare in nuove mescole".
- E questo discorso a chi piace? Come sono i clienti di
Born in Berlin?
Judith: "Siamo stati fortunati perché sin
dall'inizio abbiamo avuto un buon riscontro e abbiamo clienti
affezionati. Per amare Born in Berlin bisogna amare i concetti che ci
sono dietro e che ti dicevo prima, la comodità, la qualità: chi
compra da noi sa che compra cose fatte qui, in un laboratorio che è
alla vista di tutti e in cui si respira una bella atmosfera, con
belle condizioni di lavoro. Sono tutti concetti che ci piacciono e ci
identificano".
Dalle passate collezioni di Born in Berlin. Foto di Alberto Raviglione (sin) e Paolo Tangari (ds)
- Studi berlinesi e tanti anni a Torino. Cosa
è rimasto di tedesco nella tua moda?
Judith: "La premessa è
che la Germania non è granché come moda, possiamo dirlo. Berlino
può colpire, ma non è la Germania, è un mondo a parte. Io credo
che di tedesco ci sia l'asessualità: nel vestirsi, la donna tedesca
punta meno sulla sensualità di quanto faccia un'italiana, da noi si
mostra meno, non si dà importanza al far vedere o far indovinare, da
noi importa la comodità, le linee sono più sciolte, i tacchi sono
bassi. Credo di aver conservato queste idee, questa priorità per la
comodità".
- E cosa hai portato di italiano, Simone?
Simone: "Di italiano c'è la fatica di continuare ad andare
avanti. Io mi occupo di risolvere i problemi e gli imprevisti che
crea un Paese come il nostro, non troppo amico di chi ha un'attività
autonoma. Una delle nostre priorità è non deludere i clienti,
manteniamo quello che promettiamo, è una cosa a cui teniamo molto.
Penso che nella capacità di destreggiarsi tra gli imprevisti, tra i
cambiamenti di produzione delle aziende, che oggi producono un materiale e domani no, ci sia molto di italiano".
Ancora dalle passate collezioni. Foto di Pepe Fotografia (sin) e Alberto Raviglione (ds)
-
Presenterete la nuova collezione a ottobre, ci saranno eventi
speciali?
Simone: "Sì, il 13 ottobre parteciperemo alla Turin Fashion Design Week, con una sfilata
all'ex Borsa Valori, dalle ore 19. A ottobre,
intorno a quei giorni, ci sarà il lancio della nostra collezione in
negozio; sicuramente sarà nel nostro sito web a partire dal 10
ottobre. E poi in negozio facciamo sempre piccoli eventi, ci piace
mantenere un profilo basso, che le persone si stupiscano trovando
chicche che magari non abbiamo pubblicizzato attraverso i canali
tradizionali come stampa e tv. Seguiteci su Facebook, insomma,
aggiorno personalmente la pagina e lì si trovano tutte le nostre
novità, giorno per giorno".
Born in Berlin è in via San
Dalmazzo 29/A, ha
un
sito web e lo trovate anche
su
Facebook e
su
Instagram.
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