FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Born in Berlin: la qualità e la comodità di una moda, che non segue le mode

Born in Berlin mi incuriosisce da anni: alla Torino Fashion Week 2016 ho scelto la serata a cui assistere grazie anche alla loro presenza e mi sono divertita al vedere i modelli ispirati alla Germania degli anni 30, uno dei periodi più controversi e più creativi del Paese. Così, preparando le cose da fare in autunno per Rotta su Torino ho deciso che quest'anno dovevo assolutamente conoscere Judith Hohnschopp e Simone Mussat Sartor, le anime del marchio italo-tedesco, e l'incontro nel loro negozio-laboratorio, in una delle prime giornate fresche di settembre, è stato gradevole e caldo, davanti a una melagrana che sapeva già d'autunno. Non solo, Judith e Simone hanno regalato a Rotta su Torino alcune immagini in anteprima della loro collezione autunno-inverno, che presentano in questi giorni sui social e ai primi di ottobre nel loro laboratorio-atelier di via San Dalmazzo 29/A!


Judith e Simone (sin) e La nuova collezione di Born in Berlin (ds) Foto di Alberto Raviglione
Grazie al Collettivo Cavallerizza Irreale

- Born in Berlin nasce nel 2006 da Judith e Julia, poi, qualche anno fa, la separazione da Julia e l'arrivo di Simone. Come è stato il passaggio?
Judith: "In realtà non c'è stato nessun passaggio 'traumatico' perché Simone lavorava già con noi e lo avevamo conosciuto ancora prima di aprire il negozio: è stato lui a occuparsi del design del nostro primo negozio. Poi, chiusa quell'esperienza, nel 2007 è venuto da noi e ha iniziato a cucire le pelli, per Born in Berlin è stato un cambio fondamentale, prima di lui lavoravamo solo tessuti. E poi il suo punto di vista è sempre stato importante: ci serviva un punto di vista maschile, essendo noi donne e avendo una visione solo femminile, anche della moda uomo".
Simone: "Il design mi ha sempre appassionato. Prima di approdare a Born in Berlin mi occupavo di design, ho realizzato il parquet del piano superiore dei Tre Galli, su un disegno di Juvarra, e ho conosciuto queste giovanissime tedesche, che avevano un budget ridotto per aprire il loro negozio, ed è stato allora che abbiamo scoperto le affinità dei nostri valori. Quando ho chiuso l'esperienza precedente e ho iniziato a lavorare con loro, ho appreso i primi rudimenti per cucire le pelli e sono poi andato da solo, qualche mese dopo ho preso una pelle in modo casuale ed è nata la mia prima borsa. Di lì mi sono occupato delle collezioni delle borse, ne produciamo circa 300 all'anno e, essendo io autodidatta, non sono disegnate, sono nella mia mente, magari mi annoto un disegno come un bambino, per non dimenticarmi l'idea"

La nuova collezione di Born in Berlin. Foto di Alberto Raviglione
Grazie al Collettivo Cavallerizza Irreale

- Come nasce il processo creativo?
Judith: "In genere nasce da me. Abbiamo due collezioni all'anno e mi piace farmi ispirare da qualunque cosa, un viaggio, un film, un'atmosfera. La collezione che presenteremo a ottobre, per l'autunno-inverno, è ispirata all'outschool degli anni '10 del XX secolo, abbiamo realizzato le fotografie alla Cavallerizza Reale, in un'atmosfera bellissima; Alberto Raviglione, con cui lavoriamo da tempo, è un fotografo molto sensibile, coglie il momento fuggente; tutto lo shooting ha un'aria casuale: non abbiamo voluto modelli, sono nostri amici o clienti e sembra fossero davvero nell'intervallo di una lezione. L'idea del filo conduttore di questa collezione mi è venuta dopo aver visto un film bellissimo, Il nastro bianco".

- La vostra moda non si occupa granché delle tendenze e segue un proprio filo conduttore. Ci sono dei principi che considerate non negoziabili?
Judith: "Sì, la buona qualità dei tessuti, la comodità e l'indossabilità dei nostri vestiti, ma mai con toni seriosi, è tutto sempre un gioco; ci piace fare accostamenti originali, sparigliamo mettendo vicini la seta e il cotone grezzo. Non vogliamo essere commerciali, vogliamo fare le cose bene. Scegliamo solo materiali di qualità, ci sono clienti che hanno ancora cose nostre di anni fa e le mescolano con quelle più nuove, questo significa che i nostri capi resistono alla prova del tempo sia per i tessuti che per i concetti che vogliono esprimere, e permettono di giocare e sperimentare in nuove mescole".

- E questo discorso a chi piace? Come sono i clienti di Born in Berlin?
Judith: "Siamo stati fortunati perché sin dall'inizio abbiamo avuto un buon riscontro e abbiamo clienti affezionati. Per amare Born in Berlin bisogna amare i concetti che ci sono dietro e che ti dicevo prima, la comodità, la qualità: chi compra da noi sa che compra cose fatte qui, in un laboratorio che è alla vista di tutti e in cui si respira una bella atmosfera, con belle condizioni di lavoro. Sono tutti concetti che ci piacciono e ci identificano".


Dalle passate collezioni di Born in Berlin. Foto di Alberto Raviglione (sin) e Paolo Tangari (ds)

- Studi berlinesi e tanti anni a Torino. Cosa è rimasto di tedesco nella tua moda?

Judith: "La premessa è che la Germania non è granché come moda, possiamo dirlo. Berlino può colpire, ma non è la Germania, è un mondo a parte. Io credo che di tedesco ci sia l'asessualità: nel vestirsi, la donna tedesca punta meno sulla sensualità di quanto faccia un'italiana, da noi si mostra meno, non si dà importanza al far vedere o far indovinare, da noi importa la comodità, le linee sono più sciolte, i tacchi sono bassi. Credo di aver conservato queste idee, questa priorità per la comodità".

- E cosa hai portato di italiano, Simone?
Simone: "Di italiano c'è la fatica di continuare ad andare avanti. Io mi occupo di risolvere i problemi e gli imprevisti che crea un Paese come il nostro, non troppo amico di chi ha un'attività autonoma. Una delle nostre priorità è non deludere i clienti, manteniamo quello che promettiamo, è una cosa a cui teniamo molto. Penso che nella capacità di destreggiarsi tra gli imprevisti, tra i cambiamenti di produzione delle aziende, che oggi producono un materiale e domani no, ci sia molto di italiano".


Ancora dalle passate collezioni. Foto di Pepe Fotografia (sin) e Alberto Raviglione (ds)

- Presenterete la nuova collezione a ottobre, ci saranno eventi speciali?
Simone: "Sì, il 13 ottobre parteciperemo alla Turin Fashion Design Week, con una sfilata all'ex Borsa Valori, dalle ore 19. A ottobre, intorno a quei giorni, ci sarà il lancio della nostra collezione in negozio; sicuramente sarà nel nostro sito web a partire dal 10 ottobre. E poi in negozio facciamo sempre piccoli eventi, ci piace mantenere un profilo basso, che le persone si stupiscano trovando chicche che magari non abbiamo pubblicizzato attraverso i canali tradizionali come stampa e tv. Seguiteci su Facebook, insomma, aggiorno personalmente la pagina e lì si trovano tutte le nostre novità, giorno per giorno".

Born in Berlin è in via San Dalmazzo 29/A, ha un sito web e lo trovate anche su Facebook e su Instagram.


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