Una delle cose che
colpiscono sempre di Torino, al guardare le sue
foto d'epoca, e persino i quadri dei secoli passati, è come sia
sempre riconoscibile, anche nei suoi cambiamenti e nella naturale
evoluzione. Sarà
l'architettura che la contraddistingue dall'epoca
barocca, saranno
le sue vie ortogonali, raddrizzate nella costruzione
della capitale sabauda, sarà
il panorama che la circonda, che per
quante torri e campanili possiamo costruire non perderà mai la sua
grandiosità, fatto sta che si guardano le foto del passato ed
è
sempre Torino.
Su
Torino sparita di skyscrapercity.com, c'è
questa foto in bianco e nero, scattata
intorno agli anni 60-70 del
XIX secolo. La
Mole Antonelliana è in costruzione ed è precisamente
questo a permettere una datazione della foto:
nel 1869 la
cupola fu
terminata con una sorta di tetto provvisorio e fu solo
nel 1873 che
i
lavori ripresero, con la costruzione del tempietto. Prendendo come
punto di riferimento la Mole, si riconoscono sotto di lei,
all'estrema destra della foto,
piazza Vittorio Veneto, quindi,
seguendo il Po, il
lungo Po Diaz e
corso Cairoli, già alberato. Gli
edifici che ci si affacciano, eleganti e signorili, oggi non ci sono
più, sostituiti da moderni condomini che
non hanno lo stesso fascino
architettonico.
Al di sotto del corso,
i Murazzi non sono ancora
completati e ci sono ancora edifici costruiti sulla riva, con i
panni
stesi ad asciugare al vento, come succedeva anche sull'altro lato del
fiume. Su via dei Mille e via Mazzini ci sono le cupole delle chiese
di San Francesco di Sales, all'angolo di via dei Mille con via
Fratelli Calandra, e di San Massimo, all'angolo di via Mazzini con
via San Massimo. In mezzo si riconoscono le macchie di verde
dell'attuale aiuola Balbo e dei Giardini Cavour. Interessante notare
come
sull'altra riva del Po, siamo in primo piano e
sotto il Monte
dei Cappuccini, ci siano
gli
impianti industriali, con tanto di ciminiera, della
Diatto, che qui,
fino al 1904, costruì furgoni, tram e carrozze per i treni. Il
saluto d'ingresso di Torino ai viaggiatori era un po' questo: panni
stesi ad asciugare al sole, grazie alla forte presenza dei lavandai,
poi
trasferiti alla Bertolla per il decoro cittadino, e un'industria
che
anticipava il secolo dell'auto e tutto quello che avrebbe
significato per la città.
Mancano i grattacieli di Intesa San Paolo e della RAI, la Torre Littoria di piazza Castello e gli alti palazzi di piazza Solferino e dell'Hotel Principe di Piemonte, che oggi caratterizzano lo skyline cittadino, ma
l'essenza di Torino è la stessa e continua a essere riconoscibile.
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