FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Quando la Mole era in costruzione: il panorama di Torino

Una delle cose che colpiscono sempre di Torino, al guardare le sue foto d'epoca, e persino i quadri dei secoli passati, è come sia sempre riconoscibile, anche nei suoi cambiamenti e nella naturale evoluzione. Sarà l'architettura che la contraddistingue dall'epoca barocca, saranno le sue vie ortogonali, raddrizzate nella costruzione della capitale sabauda, sarà il panorama che la circonda, che per quante torri e campanili possiamo costruire non perderà mai la sua grandiosità, fatto sta che si guardano le foto del passato ed è sempre Torino.

Su Torino sparita di skyscrapercity.com, c'è questa foto in bianco e nero, scattata intorno agli anni 60-70 del XIX secolo. La Mole Antonelliana è in costruzione ed è precisamente questo a permettere una datazione della foto: nel 1869 la cupola fu terminata con una sorta di tetto provvisorio e fu solo nel 1873 che i lavori ripresero, con la costruzione del tempietto. Prendendo come punto di riferimento la Mole, si riconoscono sotto di lei, all'estrema destra della foto, piazza Vittorio Veneto, quindi, seguendo il Po, il lungo Po Diaz e corso Cairoli, già alberato. Gli edifici che ci si affacciano, eleganti e signorili, oggi non ci sono più, sostituiti da moderni condomini che non hanno lo stesso fascino architettonico.



Al di sotto del corso, i Murazzi non sono ancora completati e ci sono ancora edifici costruiti sulla riva, con i panni stesi ad asciugare al vento, come succedeva anche sull'altro lato del fiume. Su via dei Mille e via Mazzini ci sono le cupole delle chiese di San Francesco di Sales, all'angolo di via dei Mille con via Fratelli Calandra, e di San Massimo, all'angolo di via Mazzini con via San Massimo. In mezzo si riconoscono le macchie di verde dell'attuale aiuola Balbo e dei Giardini Cavour. Interessante notare come sull'altra riva del Po, siamo in primo piano e sotto il Monte dei Cappuccini, ci siano gli impianti industriali, con tanto di ciminiera, della Diatto, che qui, fino al 1904, costruì furgoni, tram e carrozze per i treni. Il saluto d'ingresso di Torino ai viaggiatori era un po' questo: panni stesi ad asciugare al sole, grazie alla forte presenza dei lavandai, poi trasferiti alla Bertolla per il decoro cittadino, e un'industria che anticipava il secolo dell'auto e tutto quello che avrebbe significato per la città.


Mancano i grattacieli di Intesa San Paolo e della RAI, la Torre Littoria di piazza Castello e gli alti palazzi di piazza Solferino e dell'Hotel Principe di Piemonte, che oggi caratterizzano lo skyline cittadino, ma l'essenza di Torino è la stessa e continua a essere riconoscibile.


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