Girando per il web torinese, si trovano
tante
cartoline d'epoca, risalenti alla fine dell'Ottocento o ai
primi anni del XXI secolo, in cui si vede una Torino spesso
riconoscibile, sia qualche scorcio sulla Gran Madre, su piazza
Castello o su corso Vittorio Emanuele II con il Monumento al Padre
della Patria sullo sfondo, e sempre con
la presenza di un tram. Da
una foto scattata da Palazzo Madama verso via Verdi e via Po si
scopre che addirittura su via Verdi c'erano binari in entrambi i
sensi di marcia. Cosa non doveva essere la Torino di quegli anni, con
una
rete di trasporti così fitta!
In realtà, cercando maggiori
informazioni
su tramditorino.it, un sito che ripercorre
la storia del
trasporto pubblico in città, con molte foto d'epoca e molte notizie
curiose, si scopre che negli ultimi anni dei tram tirati da cavalli
c'erano
ben 18 linee, spesso
sovrapposte, gestite
da due società, la
Belga e la Torinese. Essendo le due società private, dotate di una
concessione dal Comune, ed essendo il primo obiettivo di entrambe
il
profitto, la rete dei trasporti non era razionale, ma tendeva a
favorire le linee che davano la maggiore redditività, quindi c'era
una maggiore concentrazione sul centro storico (quasi tutti i
capolinea puntavano su piazza Castello) e i collegamenti con la
periferia erano garantiti tanto quanto convenienti. Poi, nel 1897,
venne
elettrificata l'intera rete dei trasporti: una rivoluzione, i
cavalli non erano più necessari.
La rivoluzione successiva
avvenne
nel 1907, quando il Comune riscattò la concessione della
Società Alta Italia e fonda l'Azienda Tranvie Municipali, l'antenata
della GTT, insomma. "Nel 1910, dopo un breve periodo di
assestamento, la città (che ha raggiunto il numero di 390.000
abitanti) dispone di una rete articolata su
19 linee, 6 municipali e
13 private, per complessivi km. 105 di esercizio" si legge
su tramditorino "Il tracciato dei percorsi rimane invariato
nell'area centrale, con i già accennati problemi di
doppioni e
tortuosità, mentre si hanno varie integrazioni in direzione delle
periferie e dei nuovi insediamenti produttivi; in ciò è
protagonista unica l'ATM che, con visione più aperta ai problemi
della città e con l'intento di servire nuova utenza, crea, tra gli
anni 1911-1915, ben otto nuove linee. Al contrario la "Belga",
conscia forse di una nuova concezione nella gestione dei trasporti
urbani, non crea ulteriori estensioni di servizio".
Dal 1922,
Torino ha
un solo gestore dei trasporti pubblici, che non gode sempre
di buona fama, vista la rete ancora
squilibrata tra centro e
periferie, con un'attuale tendenza di isolamento e allontanamento
delle periferie dal cenro (le navette che sostituiscono le linee che
prima avevano capolinea nelle periferie, raddoppiando i tempi di
attesa degli utenti), e con i ritardi lamentati spesso sulla
puntualità dei mezzi. Si sente una certa
invidia a guardare
cartoline in cui appare sempre un tram.
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