Di tanto in tanto il
Grattacielo Intesa Sanpaolo apre le proprie
porte al pubblico ed è una bella occasione per tornare a visitare
uno dei posti più belli di Torino,
la serra bioclimatica. Il mio
rapporto con il grattacielo è
contraddittorio, come lo è per buona
parte dei torinesi: da una parte mi lascia
perplessa la sua presenza
nello
skyline cittadino, che violenta tutte le proporzioni;
dall'altra, ogni volta che vi entro, non posso non rimanere
affascinata dalle soluzioni architettoniche e dalle innovazioni che
Renzo Piano ha studiato per l'edificio.
Dal quinto piano, che è
la
grande trave su cui è appeso l'auditorium, uno spazio elegante e
polifunzionale, aperto alla città, alla
platea di base, una
fondazione formata da un'unica gettata di calcestruzzo realizzata in
4 giorni consecutivi, con oltre 1200 carichi di autobetoniere; dalle
misure per la
sostenibilità ambientale, con la doppia pelle di
lamelle mobili, che creano il cuscinetto termico, al
sistema di
sensori che regolano l'apertura e la chiusura, in base alla luce
solare, per ottimizzare la temperatura interna.
E poi si arriva
alla
serra bioclimatica, che è davvero uno dei posti più belli di
Torino,
un must che ogni turista in città non dovrebbe perdersi e
che dovrebbe figurare
nelle guide turistiche cittadine.
Al 35°
piano, una grande serra a
tutt'altezza, su cui si affacciano, su tre
piani, il
ristorante Piano 35, uno spazio per
esposizioni aperte ai
visitatori esterni, e il
lounge bar, che offre il
panorama più
spettacolare della città all'ora dell'aperitivo. Il fascino della
serra è costituito dalla sua concezione: lungo il suo perimetro, all'altezza dei diversi piani, ci
sono
passerelle che permettono di percorrerlo completamente, potendo
ammirare Torino, le
Alpi che la circondano, dal Canavese fino alla
collina di Moncalieri, che poi le nasconde (e immaginatevi la Sacra
di San Michele e il Monviso visti senza interruzione e senza
ostacoli, da quell'altezza!), la
collina, da Moncalieri a Superga,
con le cupole barocche, la Mole Antonelliana, i grandi viali che
ricordano perché Torino è considerata una città squadrata. Se si
volge
lo sguardo all'interno, c'è l'eleganza del
giardino, una
piccola macchia mediterranea, che comprende lavanda, palme e piccoli
arbusti delle nostre latitudini: uno
spazio gentile, che affascina e
sorprende per l'associazione con uno
spazio chiuso e luminosissimo (e
anche qui, la biosostenibilità è protagonista: l'acqua piovana raccolta viene utilizzata per l'irrigazione).
La visita comprende anche
l'
affaccio su un balcone al 35° piano, posto sul lato
settentrionale del grattacielo: di qui la vista spazia verso il
Canavese, le torri olimpiche, il
grande viale della Spina, che passa
accanto Porta Susa e arriva fino alla periferia nord, da un lato la
Torino ottocentesca e novecentesca, dall'altro la città storica, con
la Mole e Superga. Un
panorama che toglie il fiato, qualunque sia il
cielo e quale che sia la stagione: ho avuto la fortuna di vederlo due
volte con il sole e le Alpi, ma cosa dev'essere anche con il cielo
grigio e minaccioso e le mille sfumature della pioggia!
Per salire
sul grattacielo con le visite guidate gratuite organizzate
periodicamente, non perdete di vista il
sito www.grattacielointesasanpaolo.com, dove trovate anche
tutte le informazioni per le prenotazioni nel ristorante Piano 35 e nel lounge
bar.
Commenti
Posta un commento