Dopo il grande successo del
Big Bang d'apertura,
le
Officine Grandi Riparazioni iniziano il loro cammino di nuovo polo
culturale torinese con ambizioni internazionali con una grande
mostra,
Come una falena alla fiamma, realizzata con la
Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo e con la partecipazione di alcuni dei più
importanti Musei torinesi, a cominciare dal
Museo Egizio.
Come una
falena alla fiamma mi ha incuriosito sin dall'annuncio della sua
preparazione, vari mesi fa; un po'
il titolo, suggestivo e ispirato
dall'opera di
Cerith Wyn Evans, appesa all'ingresso della mostra, un testo circolare al neon, che recita,
In girum imus nocte et consumimur igni (è una frase
palindroma, può essere letta cioè anche da destra verso sinistra e
chiede, cosa gira intorno di notte ed è consumata dal fuoco?), un
po'
la proposta, che prevede la collaborazione di
Musei così lontani
tra di loro, come il Museo Egizio, il Castello di Rivoli – Museo
d'Arte Contemporanea, la GAM o la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, un po' la
presenza di curatori internazionali prestigiosi come Tom Eccles, direttore del
Center for Curatorial Studies del Bard College di New York, Mark Rappolt, redattore capo di
Art Review, e l'artista Liam Gillick, che per la prima volta hanno lavorato insieme, su un tema ampio come
la rinascita e il rinnovamento, strettamente legati alla nascita delle OGR e ai 25 anni della collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Non è una mostra a cui si può arrivare impreparati. Ho iniziato
a girare tra statue egizie e installazioni contemporanee, senza
trovare
il senso della loro comune presenza negli spazi, comunque
meravigliosi, delle OGR (
la visione di Sikhmet dalla testa di leone
seduta, altera e irraggiungibile,
al centro della navata delle OGR
vale da sola il biglietto), fino a quando ho deciso di prendere in
mano il comunicato stampa per capirci qualcosa. Prima di entrare,
insomma,
leggete il pannello informativo, perché vi farà apprezzare
questa insolita proposta culturale meglio di quanto possa fare la
vostra
intuizione.
Come una falena alla fiamma è
un viaggio
lungo quattromila anni nell'arte, "un'esplorazione dell'eterna
coazione a produrre e a collezionare opere d'arte". Ci sono
statue di dei egizi, grandi campane d'argilla, videoinstallazioni
contemporanee, quadri novecenteschi, auto diventate sculture; si
susseguono lavori di artisti italiani, islandesi, tedeschi, francesi,
belgi, in uno straordinario viaggio nelle inquietudini di quattromila
anni di umanità, che dà grande spazio al nostro tempo e alle opere
appartenenti alla Collezione della Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo.
Cos'hanno in comune queste opere che arrivano da
tutto il mondo e da tante epoche? Si cerca e si ricerca, mentre si
osservano vetri colorati, sculture di grattacieli slanciati dalle
pietre, statue egizie solenni e inafferrabili come nessuno mai, e la
risposta è incredibilmente una sola. Sono tutte opere che hanno
trovato
casa a Torino, che raccontano
la passione collezionistica di
Torino, dei suoi Musei e dei suoi abitanti. In qualche modo, arrivino
da dove arrivino, scrivono un curioso, inaspettato e sorprendente
ritratto di Torino. Mi è piaciuta moltissimo quest'idea e mi ha
fatto guardare la mostra con altri occhi. Alla fine, quando sono
uscita e ho cercato di capire
quale immagine di Torino regali
Come
una falena alla fiamma, ho pensato a una sola definizione:
inafferrabile. Come gli dei egizi, come le sante lignee medievali,
come i gioielli e i video, le decine di videoinstallazioni che
accompagnano lungo il percorso. Chissà quale sarà l'aggettivo dei visitatori dei prossimi giorni, dopo aver visto la mostra.
Come una
falena alla fiamma sarà aperta
dal 4 novembre 2017 al 14 gennaio
2018 alle
OGR, in via Castelfidardo 22 (una sezione della mostra è
anche alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in via Modane 16);
l'
orario di apertura è martedì-giovedì 11-19, venerdì 11-22,
sabato 10-19, domenica 10-18, lunedì chiuso. Il
biglietto costa 9
euro, ridotto 5 euro.
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