Cose del
Salone Internazionale del Libro
di Torino. Un comunicato stampa dalla casa editrice siciliana
Bonfirraro, uno scambio di email e la scoperta di un libro d'esordio
ambientato a Torino,
Il diario Lombroso e il killer dei Musei,
scritto dall'architetto napoletano
Enzo Orlando, da anni residente a
Torino. Un libro che è un
giallo, con una serie di inspiegabili
omicidi, forse legati all'esoterismo, forse legati alle teorie
neoborboniche, che vogliono l'Unità d'Italia responsabili della
deriva del Meridione, ma di sicuro molto legate a
Cesare Lombroso e a
un
prezioso documento e leggete il libro per scoprire
il sorprendente
colpevole e una serie di personaggi che si immaginano già in tv.
L'intervista a Enzo Orlando, disponibile (è in strada quando lo
chiamo al telefono) e simpatico (l'accento napoletano, l'ironia con
cui scherza sugli stereotipi del Sud e del Nord), è d'obbligo.
-
Come arriva alla scrittura un architetto napoletano che vive a
Torino?
Per una sfida. Ero con mio figlio, in vacanza, ci siamo
chiesti se saremmo stati in grado di scrivere una sceneggiatura per
una serie tipo quelle che vediamo noi in televisione, sul genere di
True Detective, magari ambientata a Torino, in cui sono coinvolte delle sette. L'idea mi è piaciuta e ho iniziato a buttare giù idee: la
storia si doveva svolgere a Torino, doveva raccontare la città
esoterica; mi serviva anche una trama, che mi è stata ispirata
dagli scontri con i compagni di scuola su whatsapp, che seguivano le
teorie neoborboniche e mi stuzzicavano con Lombroso. Perciò mi sono
ispirato a questo, immaginando un pazzo neoborbonico che
nell'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia inizia a uccidere
nei Musei...
-
Le indagini sono a cura del commissario Moretti,
un uomo ombroso, con un passato doloroso che non ha ancora superato e, intorno a lui, la squadra
che lo aiuta nelle indagini. Quanto c'è di lei, nel Commissario, ma
anche in Simone, il giovane poliziotto meridionale appena arrivato a
Torino, in Brero, il poliziotto più esperto, con esperienze
nell'anti-terrorismo, o in Claudia?
Elementi autobiografici ci
sono un po' in tutti i personaggi, non ho voluto costruirne nessuno
su di me. Moretti è appassionato di jazz come me, Simone è
meridionale, quindi in lui ricordo le mie prime esperienze torinesi,
Claudia fa arti marziali, come le ho fatte io. Ma quello che mi
interessava di più, nella costruzione della squadra, era il
rapporto-scontro generazionale tra Simone e Claudia da una parte e
Moretti e Brero, che sono più adulti; attraverso loro mi interessava raccontare anche il rapporto Nord-Sud, le differenze di gestione dei rapporti.
- Perché Torino ispira tanto i gialli?
Io sono appassionato
del genere, li leggo da sempre, amo Dario Argento, il cinema e i
fumetti. Quindi mi dirigo sul giallo per inclinazioni personali,
Torino, poi, è una città legata alla magia, essendo uno dei vertici
dei triangoli della magia bianca e della magia nera. È una città
esoterica, in cui sono nate le prime associazioni di spiritismo.
Neanche Lombroso rimase indenne al fascino della magia, nei suoi
ultimi anni si mise a studiare quello che era inspiegabile, partecipò
a sedute spiritiche e a me è piaciuto raccontare questi lati della
sua personalità che non si conoscono tanto. Torino poi ha luoghi
particolari, da architetto non posso non amare la sua urbanistica, la
disposizione ordinata degli isolati. Ci sono architetture che mi
colpiscono sempre, come la Casa dei Draghi, in corso Francia, che ispirano idee
esoteriche.
- Ci sono luoghi che essendo arrivato a Torino da adulto, sente suoi?Torino a me piace molto, mi trovo bene e non ho avuto grandi difficoltà di adattamento, a parte quelle immaginabili di chi lascia la propria città natale. Mi piace passeggiare per le sue strade, amo la sua architettura, come ho già detto, e, probabilmente, proprio perché la trovo bella, non posso identificare un solo posto come 'mio'; forse il quartiere in cui vivo, nel quadrante occidentale della città, con i suoi parchi, le sue piste ciclabili, a misura d'uomo, ma in genere sento mia tutta la città.
- Come è stato immaginare a Torino, la prima
capitale d'Italia, la presenza di pericolosi neoborbonici?
Torino
non è nuova al fenomeno: sempre nel 2011, in occasione dei 150 anni
dell'Unità, davanti al Museo Lombroso c'è stata una manifestazione
di neoborbonici che volevano la sua chiusura, ne parlo anche nel
libro. Con la presenza di tanti meridionali qui a Torino, non è
difficile immaginare che queste idee siano presenti anche in città.
Certo, non con la forza che hanno al Sud, dove ci sono persone
piuttosto estremiste; se prima o poi abbattessero la statua di
Garibaldi, a Napoli, non mi sorprenderei, visto l'estremismo che
raggiungono. La vedo un po' nera, onestamente, perché ho visto cose
radicali nei social, sono preoccupanti.
- Sente di dovere
qualcosa agli autori italiani di gialli, come Andrea Camilleri o
Maurizio De Giovanni?
Sì, essendo un loro lettore è probabile
che a livello inconscio mi abbiano influenzato. Ci sono personaggi
che, rileggendoli poi dopo, sono ispirati alla loro lettura. Il mio è
un giallo tradizionale, sento forte anche l'influenza di Dario
Argento.
- Lei ha una scrittura molto cinematografica. Se il
commissario Moretti fosse protagonista di una serie tv, chi le
piacerebbe lo interpretasse?
Mi immagino Valerio Mastandrea.
-
Ci saranno altre indagini per Moretti?
Spero proprio di sì,
dipenderà ovviamente dalle vendite di questo primo libro. Io,
intanto, sto già lavorando a una nuova indagine, sempre a Torino,
sempre con la stessa squadra e sempre in ambienti di magia ed
esoterismo. Probabilmente ci sarà anche il ritorno della
baronessa!
- Questa è una bella notizia, è uno dei personaggi
che ho amato di più! Ci saranno occasioni
per presentare Il Diario Lombroso e il killer dei Musei al
pubblico torinese?
Certamente. Oggi, 25 novembre, sarò non molto lontano, alla libreria Mondadori di Asti, alle ore 17.30; a Torino sarò il 30
novembre, alle ore 18.30, da Luna's Torta, a San Salvario (via Belfiore 50), con la
bookblogger Chiara Bono, che mi accompagnerà anche il 5 dicembre
alla libreria Golem, in via Santa Giulia 16/A.
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