FLOReal d'autunno alla Palazzina di Stupinigi

 Nel weekend torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi FLOReal, che tanto successo aveva avuto nella prima edizione, nella stessa location. Nella tre giorni, dal 7 al 9 ottobre 2022, la mostra florovivaistica, con vivaisti provenienti da ogni parte d'Italia, sarà accompagnata da un ricco palinsesto culturale. Presentazioni di libri e conferenze, proiezioni di cortometraggi e documentari, performance teatrali, mostre, laboratori e un ampio spazio dedicato alla gastronomia, con un filo comune: la natura e la sostenibilità. La mostra propone colori e profumi dell'autunno, "dal fiore più amato, la rosa, agli agrumi siciliani, le orchidee dalla Lombardia, e ancora piante succulente e carnivore, orchidee, tillandsie, piante acquatiche e rampicanti, aromatiche e tropicali, oltre a diverse tipologie di bonsai. Piante da appartamento, da secco e da sole intenso, da ombra, fioriture annuali, bulbose e graminacee. Non mancheranno varietà più stagionali come le viole, i ciclam

Il Santuario di Vicoforte, dai Duchi di Savoia ai Re d'Italia

Gli ex sovrani d'Italia, Vittorio Emanuele III ed Elena, è cronaca di questi giorni, sono stati appena sepolti nel Santuario della Madonna Santissima del Monteregale di Vicoforte (più semplicemente Santuario di Vicoforte), nei pressi di Mondovì, in provincia di Cuneo. Un Santuario che è uno degli inaspettati capolavori del Barocco piemontese e che appare lungo la Statale 28, con la sua grande cupola.


Fu voluto dal Duca Carlo Emanuele I, che rimase colpito da una storia di venerazione proveniente dal Monregalese, terra appena entrata nel suo Ducato. Qui, durante una battuta di caccia, Giulio Sargiano, colpì per errore un pilone con un'immagine della Madonna con Bambino, coperto dalla vegetazione; dispiaciuto per il danno, il cacciatore maldestro tentò di ripararlo, con una raccolta fondi. Di lì fu costruita una piccola cappella e poi, per volere del Duca, che venne a sapere della storia e del culto nato intorno all'immagine, un grandioso santuario, progettato dall'architetto di Corte Ascanio Vitozzi. Questi immaginò una pianta a croce latina con tre navate; i due bracci corti della croce, però, avevano forma di grandi cappelle semiellittiche. Precedente al progetto di Vitozzi ce n'era stato uno, quello di Ercole Negri di Sanfront, che aveva molto colpito Carlo Emanuele I: la pianta aveva la parte centrale a forma ellittica, con sedici cappelle disposte a raggiera; fu quest'ultimo dettaglio a colpire il Duca, che nelle cappelle iniziò a immaginare una sorta di mausoleo dei Savoia. Un'idea audace, come lo era questo sovrano, pronto a infilarsi in tutte le guerre per averne vantaggi di territori e di gloria: il Monregalese non era un territorio storico dei Savoia, era appena entrato nei loro domini, ma forse proprio per questo, per sottolineare il legame della dinastia con l'area, il Duca immaginò lì l'ultima dimora. Fu così che il progetto passò al Vitozzi.

Nel progetto dell'architetto di Corte, la pianta rimase più o meno simile: salve le tre navate, salva la copertura centrale a forma di ellissi, che permise di mantenere la forma di croce dell'edificio, scese a quattro le cappelle laterali, due i campanili in facciata. I lavori iniziarono nel 1596, alla presenza della Famiglia Ducale, e proseguirono spediti fino al 1615, grazie ai finanziamenti del Duca e dei fedeli. Si era arrivati all'impostazione del tamburo della cupola, quando morì Ascanio Vitozzi, i lavori continuarono senza il loro architetto, poi, nel 1630, morì anche Carlo Emanuele: la cupola doveva ancora essere costruita e aspettò a lungo l'architetto capace di assumersi la responsabilità di coprire uno spazio così vasto.

Fu Francesco Gallo che nel 1728, praticamente un secolo dopo, osò l'impresa: sostenuto da Filippo Juvarra, progettò quella che ancora oggi è la cupola ellittica più grande del mondo, la quinta dopo quelle di San Pietro e del Pantheon a Roma, di Santa Maria del Fiore, a Firenze, e di Gol Gumbaz, in India. Le sue misure sono ancora oggi impressionanti: è alta 74 metri, lunga 37,15 metri sull'asse maggiore e 24,80 metri sull'asse minore. Un edificio così gigantesco in un'area tutto sommato isolata, lungo la statale che dal Piemonte porta in Liguria, nelle colline che introducono alle Alpi Marittime.

È qui che i resti di Carlo Emanuele I furono portati per volere della seconda Madama Reale, che così rispettò le volontà del Duca. Sepolto nella Cappella di San Benedetto, il sovrano è stato solo fino a questi giorni sorprendenti e convulsi, che hanno riportato in patria i resti di re Vittorio Emanuele III e della regina Elena, sepolti ad Alessandria d'Egitto e a Montpellier dal giorno della loro morte, avvenuta, rispettivamente, nel 1947 e nel 1952. Dal Ducato di Savoia al Regno d'Italia, quasi una sintesi del destino di Casa Savoia, in una sola cappella (certo, in attesa che gli ex sovrani d'Italia siano trasferiti al Pantheon, mausoleo dei Re d'Italia).

Se volete visitare il Santuario di Vicoforte senza auto, potete arrivare in treno a Mondovì; di lì ci sono i bus di linea che in circa un quarto d'ora portano fino a Vicoforte. Il sito ufficiale del Santuario è www.santuariodivicoforte.it. Dalla primavera all'autunno, al Santuario c'è Magnificat, la bella iniziativa turistica che permette di salire sulla cupola, fino alla lanterna per scoprire non solo lo splendido panorama sulle colline, ma anche i segreti di costruzione di una cupola ancora unica nel suo genere: il sito web, per tutte le informazioni, è www.magnificat-italia.com.


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