Da dove scattare una foto su Torino?
Alzi la mano chi non mette il
Monte dei Cappuccini nella lista dei
luoghi da consigliare per avere una bella foto sulla città. E sono
tante le foto scattate da lì, nel corso di questi quasi due secoli
di storia. Queste sono di
Robert Rive e sono state scattate intorno
agli
anni 70 del XIX secolo. Da un lato, la foto di sinistra, guarda
verso sud: le
distese di panni ad asciugare sotto il Monte dei
Cappuccini, il Po attraversato dal
ponte Maria Teresa, l'
unico ponte in acciaio e sospeso che abbia avuto Torino, sostituito pochi
decenni dopo dal Ponte Umberto I. Prima della curva del fiume, il
Castello
del Valentino, con le sue linee francesi, al centro del Parco che
porta il suo nome. Colpisce, in questa cartolina, il
verde di una
Torino non ancora industriale, punteggiata di borghi separati da
macchie di verdi: la collina non è ancora percorsa dai viali e la
stagione del liberty è ancora da venire, lungo il fiume, dopo il
Parco del Valentino, la città quasi scompare, per lasciar intuire, in
lontananza, il
borgo Millefonti, in attesa di essere trasformato,
qualche decennio dopo, dal grande stabilimento
Lingotto della Fiat.
Sull'altro lato del Monte dei Cappuccini, verso Nord, lo sguardo
viene catturato immediatamente dalla pulizia delle
linee di piazza
Vittorio Veneto,
nuova e dirompente nel tessuto cittadino: la sua
costruzione non solo stabilisce
un legame diventato poi definitivo
con il fiume, dopo secoli di avvicinamento della città alla riva, ma anche il
codice di trasformazione dell'intera area. Poco
più a nord si vede l'
architettura disordinata del Moschino,
quartiere degradato e malfamato di cui si hanno pochissime immagini
(approfittate di questa, per intuire le sue viuzze strette e
pericolose) e che sarebbe stato abbattuto negli anni successivi, per
lasciare spazio alla continuazione dei
Murazzi e alla sistemazione
della borgata, con la costruzione di
corso San Maurizio. Se si guarda
ancora verso nord, la città non aveva superato ancora
le mura
abbattute da Napoleone Bonaparte e, in attesa dei quartieri operai di
Borgo Aurora e Barriera di Milano, era davvero
tutta campagna, appena
punteggiata da borghi e fabbriche. In costruzione la
Mole
Antonelliana (fa un po' impressione vedere un panorama di Torino
senza la sua guglia che punta verso il cielo), su questa riva del Po,
la
cupola della Gran Madre, di cui si intravede anche il colonnato
del pronao presiedeva già l'immagine della collina; anche qui,
l'espansione della città era ancora da venire.
Una Torino più
piccola, che aveva già perso il suo status di capitale e che doveva
però ancora iniziare la sua espansione di futura capitale
industriale, di città che non rinuncia a essere
artefice del proprio
futuro. Tenerezza e orgoglio al guardarle e al riconoscerla.
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