Due pranzi in pochi giorni da
Etikø, il
locale di
via Juvarra 13/a (all'angolo con corso Palestro), che si definisce
diversamente bistrot e di
cui ho scritto recentemente, per
le belle scelte di architettura e design curate da
Alex Cepernich. E due pranzi che mi sono molto
piaciuti, sia per la compagnia (il primo con
Irene Prandi di
Stuzzichevole e
Federica De Benedictis di
Dire fare Mole, il secondo
con la
mamma) che per i piatti (curati dallo chef
Antonio Giovannitti) e per
l'ambiente (l'importanza di una
decorazione calda e accogliente).
La
premessa: Etikø diversamente bistrot è un locale dalla
forte valenza
sociale: appartiene all'
Opera Torinese del Murialdo ed è una delle
fonti di
finanziamento dell'ente benefico, impegnato nel
sostegno dei giovani
di risorse economiche limitate, con
corsi che li aiutano ad avere le
competenze per entrare nel
mondo del lavoro. Nel menù si legge che
"i tavoli sono stati realizzati dal nostro
laboratorio di
falegnameria. I grembiuli del personale ed i menù dal
laboratorio di
sartoria. Una
parte del personale di sala svolge
attività scolastica
organizzata dall'ente formazione Engim. La comunicazione commerciale
è affidata agli stagisti del
laboratorio di grafica". La
gestione del locale, insomma, è un
progetto dai mille significati.
E, all'ammirare i mobili antichi restaurati, lasciando loro il sapore
del vintage, gli elementi di arredo recuperati per nuove funzioni (le
molle dei materassi che decorano i punti luce, i manichini delle
sarte diventati portagiornali), non si possono non apprezzare
gli
intenti e i risultati del Murialdo.
Poi c'è la cucina. Che è
realizzata con
prodotti a km 0 o quasi e che strizza l'occhio
alla
tradizione con tocchi di contemporaneità. Anche Etikø , come molti
locali torinesi, applica una politica che
non apprezzo
particolarmente:
il menù del pranzo è diverso da quello di weekend e cene,
decisamente più caro. A pranzo con le amiche, durante la settimana, ho mangiato uno dei
piatti del giorno,
gnocchi con pomodorini e pesto di rape,
e il
tortino di zucca come dessert (è
squisito, se lo trovate tra i
dessert del pranzo, lo consiglio!). Il sabato successivo, ho
assaggiato un antipasto di
insalata di coniglio con caramello al
miele e castagne, che mi attirava per gli ingredienti che associava
(ed è buono, anche se
incoraggerei a porzioni un po' più
abbondanti) e gli
gnocchi di ricotta 'due volte', così chiamati
perché, come mi ha spiegato la gentilissima cameriera, la ricotta
torna sia nella pasta degli gnocchi che nel condimento, grattugiata
sopra i pomodorini (la salsa è deliziosa). Per dessert, la
torta
liquida, con composta di mele e crema, anch'essa da provare (ma se mi
dite cosa devo provare tra tortino di zucca e torta liquida? Avendole
provati entrambi, tornerei al tortino di zucca). Prima di entrambi i
pranzi, i camerieri hanno portato due piccoli
stuzzichini, due
stuzzichini con oliva interna e a forma di caramella, un
pensiero
gentile e molto apprezzato, che fa sentire ben accolti. Nel coperto è
compreso
il pane, fatto in casa da Etikø, così buono da far sì che una
fetta tiri l'altra.
Tra le cose che ho apprezzato di più,
il
servizio ai tavoli. Non è niente di eccezionale, non pensate, ma i
camerieri sono i giovani studenti dei corsi del Murialdo, sono
gentilissimi, educati, solerti, hanno
l'entusiasmo e la cortesia di
chi si sta mettendo alla prova nel mondo per la prima volta; suscitano
simpatia e non sbagliano, sempre con una
risposta cortese, anche quando devono chiedere prima informazioni in
cucina.
Un posto in cui tornare anche per una terza e altre volte
ancora.
Il
sito web di Etikø è
www.etikobistrot.com
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