A
Lussemburgo sono stata per
quattro giorni poco tempo fa, quando
ho scoperto la compagnia di bus low-cost
Flibco. Sul web avevo visto una pubblicità di
lancio della
navetta dall'aeroporto di Charleroi, in Belgio, a
Lussemburgo per 5 euro, mi sono incuriosita, ho controllato il volo
di Ryanair da Torino a Charleroi e mi sono detta
why not. Così a
fine maggio sono volata in Belgio e quindi,
in circa un paio d'ore di
autobus, sotto un cielo dalle intense sfumature di grigio nordico,
sono arrivata a Lussemburgo. Sono stati quattro giorni di
belle
scoperte e mi sono ripromessa di tornare nella capitale del
Granducato non appena possibile, magari sotto la neve, per vederne
i
risvolti fiabeschi. Un weekend nella capitale del Granducato può essere una bella idea, per
un break insolito, sorprendente e anche romantico.
Sull'autostrada belga, verso Lussemburgo (sin) - la vista della città dal ponte Adolph (des)
La città vecchia sorge sull'alto
'promontorio' formato
dalle valli Pétusse e dell'Alzette. I turisti
che non dispongono di grandi budget tendono a
dormire a La Gare, il
quartiere che sorge intorno alla Stazione Centrale, vivace,
commerciale e cosmopolita, con
buoni alberghi a prezzi moderati
(Lussemburgo è
piuttosto cara, tenete presente che il menù
turistico costa in media 30 euro).
Uno dei vantaggi di La Gare, oltre
alla varietà dei suoi negozi e dei suoi ristoranti etnici, è che si
arriva alla città vecchia
dal ponte Adolphe, attraversando la Valle
della Pétusse.
In un solo sguardo si ha idea della capitale e del
suo grandioso sistema difensivo: le guglie della
Cattedrale di Notre
Dame, il monumento alla
Gëlle Fra, i tetti aguzzi e grigi delle case
antiche, mescolati agli edifici più moderni. Su tutti, però,
prevale
la meraviglia per i bastioni, che si erigono dalla valle e
che danno un'idea del perché Lussemburgo fosse considerata
la
Gibilterra del Nord. Sul sistema di fortificazione c'è una
passeggiata,
la Corniche, che permette di apprezzare
la forza e la
potenza dei bastioni e che dà
una splendida visuale sulle due valli,
soprattutto su quella dell'Alzette; a Lussemburgo lo chiamano
il più
bel balcone d'Europa ed è difficile dare loro torto, gira e rigira
non so quante volte ci sono tornata, in quattro giorni. Il grandioso
sistema difensivo è dotato anche di
casematte, con lunghissimi
corridoi scavati nella roccia, che affascinano e preoccupano allo
stesso tempo (niente paura, non ci si perde!). Le
sensazioni che si
provano lì dentro, pensando ai soldati spagnoli e fiamminghi e ai
lussemburghesi che vi si rifugiavano durante la Seconda Guerra
Mondiale, sono intense e spiegano perché il sistema difensivo della
città sia
Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO.
Il Palazzo Granducale dalla Rue de la Reine (sin) - le casematte delle fortificazioni (des)
Ai
piedi dei bastioni, lungo la valle dell'Alzette, c'è
Grund, che
nacque come quartiere operaio al di fuori delle mura e che oggi è
silenzioso e tranquillo, con
vedute bucoliche, regalate dalle sue
casette e dai salici inclinati sul fiume, e con
impressionanti scorci
sulle altissime mura della capitale; la passeggiata porta all'
Abbazia
di Neumünster, oggi anche Centro Culturale e alla bella
chiesa di Saint Jean. Arrivate anche ai
piccoli vigneti e agli ordinati orti, proprio
sotto i bastioni della città, che fanno pensare a come l'uomo non si arrenda mai. Dalla Corniche, Grund offre
una delle
viste più belle di Lussemburgo, quella che mi è rimasta più nel
cuore: sembra
un villaggio fiabesco, con i suoi tetti aguzzi, il suo
fiume e i suoi ponti di pietra; ci tornerò quando sarà sotto la
neve, non voglio perdermi una vista così fiabesca. La città vecchia
chiude in poche centinaia di metri quadrati tutti i centri del potere.
Grund, dalla Corniche (sin) - Grund con sullo sfondo le alte fortificazioni (des)
La
Cattedrale di Notre Dame, di stile neogotico, piccola e non
particolarmente interessante all'interno (pure la statua di Notre
Dame, oggetto di venerazione da tutta la Grande Regione, che supera i
confini del Ganducato e arriva fino a Metz, a Treviri e ad Arlon, è
esteticamente improbabile), conserva nella sua cripta
le tombe dei
Granduchi. Il
Palazzo Granducale, a pochi minuti a piedi, è piccolo,
di origine rinascimentale e di stile eclettico; apre al pubblico solo
d'estate, quando il Granduca e famiglia sono in vacanza in Francia,
per visite in inglese, francese e olandese; il Palazzo a esso adiacente, a meridione, ospita la Camera dei Deputati (a poche decine di metri c'è anche la
Presidenza del Governo). Davanti al Palazzo del Granduca si apre la
Rue de
la Reine, che porta alla
place Guillaume II, una delle belle piazze
del centro storico, da scoprire passeggiando senza meta; tanto non ci
si perde, gira e rigira si finisce davanti al Palazzo Granducale o
nella commerciale
Grand Rue, con scorci che ricordano
un po' Parigi
(lungo la valle della Pétusse, invece, le casette signorili con
giardino ricordano
un po' Berlino e le atmosfere eleganti dei suoi
quartieri borghesi). Al fondo della Grand Rue, c'è la più bella
chiesa cittadina, la
chiesa di Saint Michel, che è anche la più
antica di Lussemburgo e il nucleo da cui tutto è iniziato, nel X
secolo dopo Cristo (poco più avanti inizia la Corniche, con
l'ingresso alle casematte, il mondo di Lussemburgo è piccolo).
Passeggiando nel centro storico di Lussemburgo
Nella
stessa zona, c'è il
Musee d'Histore de la Ville, che merita di
essere visitato per come ripercorre la storia della città,
utilizzando sia sistemi multimediali che i plastici; termina con una
domanda interessante:
chi sono oggi i lussemburghesi? Con una lingua,
diventata ufficiale solo negli anni 80, con
un'immigrazione che
supera il 40%, ma anche con una
capacità di accoglienza e con un
cosmopolitismo che colpiscono sempre, in una città di dimensioni
così piccole, Lussemburgo è un
esempio di felice convivenza tra
tradizione e identità da una parte e apertura e
tolleranza dall'altra. Nelle sue strade si sentono tutte le lingue d'Europa e d'Asia, nei negozi non appena spieghi che non parli francese, provano
automaticamente con l'inglese.
Nel Granducato c'è un detto, in casa
si parla in lussemburghese, i giornali si leggono in tedesco e a
teatro si va in francese; il quotidiano cittadino più importante, il
cattolico
Wort, esce in tre edizioni, inglese, francese e tedesco.
Allo stesso tempo, non ricordo di aver mai visto
nessuna città tanto
imbandierata, con tricolori e con i leoni rampanti dei
Nassau-Weilburg, la
famiglia regnante; e il monumento più amato,
la Gëlle Fra, un'alta
colonna che termina con una statua dorata, celebra
la resistenza del
Lussemburgo contro i suoi invasori tedeschi e si trova in uno dei
punti più spettacolari della città vecchia sulla Valle dell'Alzette; per tutto quello che implica è
uno degli angoli più emozionanti
della città.
Lussemburgo dal Ponte Adolph (sin)
Kirchberg con il Forte Thungen, il MUDAM e i grattaceli (des)
Se amate l'architettura, non potete lasciare
Lussemburgo senza aver visitato
Kirchberg, il nuovo quartiere
europeo, che sorge su una piattaforma a nord della città vecchia; vi
si arriva facilmente a piedi, attraversando il
Ponte Charlotte,
popolarmente chiamato
ponte rosso. Accanto alle torri delle
istituzioni europee ci sono
tre edifici che vale la pena vedere,
tra
architettura contemporanea e storia della città. Sull'Avenue John F.
Kennedy si affaccia la
Philarmonie, progettata da Christian de
Potzamaprc nel 2005 e caratterizzata da una sorta di peristilio dalle
lunghe linee verticali; esalta la linea curva e le sue forme
contemporanee si specchiano nei vetri dei grattacieli, in un bel
rimando di suggestioni e colori. A poca distanza, addentrandosi in
Kirchberg, c'è il
MUDAM, il Museo d'Arte
Contemporanea, costruito dallo statunitense Ming Pei nel 2006 sui
resti di un antico forte, da cui prende la forma a V: il rapporto
interno-esterno è molto forte e continuamente leggibile nelle
aperture del Museo, che lasciano intravedere i resti del forte ogni
volta che è necessario (al MUDAM sono dotati anche di una luminosa
sala caffetteria-ristorante, in cui è bello fare una sosta, anche
per pranzo). Adiacente al Museo ce n'è un altro, il
Dräi Eechelen,
che sorge direttamente in un forte del sistema difensivo, il
Forte
Thungen: essendo il Museo sulla storia cittadina, il forte non è
solo contenitore, ma anche protagonista, con le sue gallerie
sotterranee che sono parte del percorso espositivo.
Kirchberg: la Philarmonie (sin) e le torri delle istituzioni europee (des)
Kirchberg è
stata recentemente dotata di
nuove strutture di trasporto pubblico:
un
tram, che attraversa tutta la città fino a la Gare, a sud (può
essere un'idea per conoscere i diversi quartieri, centro storico
compreso), una
funicolare che scende nella Valle dell'Alzette, dove
una nuova stazione ferroviaria evita che i pendolari debbano arrivare
fino alla Gare per poi raggiungere i posti di lavoro, tornando
indietro (analoga stazione è stata costruita
a sud). È un sistema
di trasporti nuovo,
inaugurato dai Granduchi poco prima di Natale 2017, in
una giornata nevosissima, non vedo l'ora di provarlo: è stato
costruito
in poco più di due anni. Quasi la metropolitana di
Torino...
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