L'illusionista è
il primo
one man show di
Luca Bono ed è anche il primo spettacolo di
magia a cui ho assistito. Non sono mai stata affascinata da magia e
maghi, se non nel momento del "ma come fa?!" davanti ai
trucchi e ai sorrisi di
Silvan o
Alexander, in tv. De
L'illusionista
mi hanno incuriosito il protagonista,
giovanissimo (ha solo 25 anni) e
con un
curriculum già invidiabile, compresa la lunga collaborazione
con
Arturo Brachetti, iniziata una decina di anni fa, e la presenza
dello stesso Brachetti, come regista, e di
Alex Britti, come autore
delle musiche originali. Ed è per questo che sono stata tra gli spettatori di una delle repliche, alla
Casa del Teatro Ragazzi
di corso Galileo Ferraris 266,
fino al 7 gennaio 2018 (ma attenzione,
tutti gli spettacoli sono già
sold out ed è stata aggiunta una data,
il 7 gennaio alle ore 21). Come spesso succede assistendo a
spettacoli lontani dai generi più affini,
mi sono divertita e mi è
piaciuto molto.
Gran parte del merito è
del carisma e della
capacità di stare sul palco di Luca Bono, leggero, (auto)ironico e
sorridente, al di là delle magie continue che offre al pubblico.
Queste sono
le cose che mi hanno colpito di più:
Luca Bono durante lo spettacolo (a destra con Sabrina Iannece). Le foto sono di Franco Rodi
La scuola
Brachetti: il grande Arturo è il regista dello spettacolo, ma non
solo. È stato
maestro e mentore di Luca, che ha lavorato con lui a
lungo e che ha assorbito l'idea dell'
intrattenimento leggero e
intelligente; di qui la capacità di giocare con il pubblico e di usare l'innovazione degli
strumenti per suscitare i nuovi
ohh di meraviglia. Luca sorprende non solo con i
suoi numeri, ma anche con la velocità dei cambi di costume, persino in scena, ispirata, non c'è da dirlo, dal suo maestro.
La
storia:
L'illusionista non è una sequenza di numeri che si
susseguono per 90 minuti, ma porta con sé anche una storia, quella
di Luca Bono. Si inizia dal sogno di un ragazzino che vuole diventare
pilota di Formula 1 e che, a causa di un incidente con il go-kart, scopre la magia e si appassiona tanto da iscriversi alla scuola del
Circolo Amici della Magia di Torino (sì, Luca è torinese, nato a Pino e
residente a Chieri; alla Casa del Teatro Ragazzi gioca in casa,
insomma, con tutte le emozioni che questo comporta). La storia del
protagonista serve come
fil rouge, per passare da una magia
all'altra, dall'illusionismo ai trucchi con le carte, dal
coinvolgimento del pubblico, chiamato anche sul palco, alla
sparizione dell'assistente, dalle colombe che si moltiplicano ai
fazzoletti che diventano qualunque cosa.
Ritmo e ironia. Luca
Bono racconta la sua storia
con disinvoltura: segue con leggerezza il copione,
improvvisa con la bambina timida che chiama sul
palco, si diverte con la kiss cam con cui individua gli aiutanti (la telecamera, che permette anche di vedere da vicino alcune delle sue magie, attraverso uno schermo, è una delle invenzioni geniali dello spettacolo),
scherza su se stesso rispondendo alle domande che gli
mandano su Facebook e ha
bei livelli di perfidia (tipo
regalare i fogli bianchi ai bambini affinché imparino a trasformarli
in soldi o lamentare che non sia nei suoi poteri un gol all'ultimo minuto
contro la Svezia). Grazie al
ritmo dello spettacolo, tra monologhi di Luca, magie e contributi video,
neanche per un minuto scema l'attenzione del
pubblico, composto in larga parte di famiglie con bambini under 10 (e
chissà se tra alcuni di loro ci sarà qualcuno che, uscito, avrà
pensato "da grande farò il mago!", scommetto di sì). Il
merito è tutto del giovane mago, della sua ironia, della giocosità con
cui sorprende continuamente.
L'assistente.
Sabrina Iannece è
un'assistente un po'
sui generis, carina, sorridente, con un certo
gusto per le pose da starlette del teatro, fino a quando
appare
'dietro le quinte' per raccontare la sua verità e rivela anche il
suo talento, oltre al suo sorriso. Da quel momento in poi la si
guarda con altri occhi (e ovviamente non spiegherò le ragioni) e
la
si apprezza ancora di più, per l'autoironia e la capacità di
giocare, davvero assistente di un mago che si diverte a sorprendere
con la sua arte.
La passione. La storia si conclude con
un bel
monologo, in cui Luca Bono torna alla sua antica passione per i
motori e fa l'elogio proprio di questo,
della passione e del suo
ruolo per ognuno di noi, vero motore di vita e di
apprendimento. Prima i go-kart e il sogno della Formula 1, poi la
magia e il sogno dei palcoscenici: per realizzarli, l'impegno, la
costanza, l'allenamento e la passione.
Un bell'insegnamento, da un
giovane 25enne che sta realizzando i propri sogni, sia ai bambini che
non si sono persi un suo gesto (e ce n'erano davvero di molto
piccoli, ma silenziosi e attenti per 90 minuti!), sia agli adulti,
che non dovrebbero dimenticare mai che la passione, come l'amore,
muove il sole e le altre stelle.
Tutte le info per assistere allo
spettacolo (si capisce che lo consiglio, vero?),
su casateatroragazzi.it;
il
sito ufficiale di Luca Bono, per saperne di più di lui, è
su lucabono.com.
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