Da Piffetti a Ladatte – Dieci anni di
acquisizioni alla Fondazione Accorsi-Ometto, la mostra che il Museo
di via Po 55 ha appena inaugurato, non intende essere una mostra
autocelebrativa, assicura Luca Mana, che insieme al presidente Giulio
Ometto l'ha curata. Eppure girando nelle sale che la ospitano, alcune
delle quali
finalmente restituite al loro aspetto originario (e
quanto sono più belle e significative, senza i pannelli delle mostre precedenti!), il
pensiero va proprio alla
celebrazione, che il Museo Accorsi-Ometto
merita e si merita.
Nato per far conoscere al pubblico
lo
straordinario patrimonio di arredi e di opere d'arte posseduto da
Pietro Accorsi, in questi anni ha voluto continuare
lo spirito
collezionistico del celebre antiquario
sotto la guida di Giulio
Ometto, che ha continuato ad acquistare
oggetti e arredi di grande
valore, storico e artistico; un lavoro di ricerca nel mercato
dell'arte che ha permesso di riportare in Piemonte oggetti e
capolavori finiti anche all'estero. La mostra è affascinante,
un
vero e proprio inno al Settecento, con
raffinatissime porcellane,
siano della manifatture europee o dell'epoca Qing, e con mobili
realizzati dal più famoso degli ebanisti piemontesi,
Pietro
Piffetti. Tra questi ultimi spicca
una scrivania in legno e avorio,
con il monogramma VA, che fa pensare sia stata realizzata per il
principe
Vittorio Amedeo Filippo di Savoia, erede al trono amatissimo
di Vittorio Amedeo II e morto a soli 16 anni; Luca Mana svela, durante la visita in
anteprima, che i Savoia tendevano a
riciclare i mobili, quando non a
crearli
ex novo con pezzi provenienti da altri mobili, in modo che
niente andasse sprecato: che la scrivania del giovane principe sia
stata lasciata intatta e sia arrivata a noi, è segno del
grande
affetto nei suoi confronti. Di Pietro Piffetti ci sono anche due
altri mobili, una
consolle da muro e una
mensa ottagonale decorata da
una raggiera di coralli in avorio colorato.
Nella cartella stampa, c'è un articolo
di Luca Mana, che sottolinea come sia difficile per gli italiani
comprendere il valore di un Museo di Arti Decorative, quale è il
Museo Accorsi. Mi piacciono alcuni passaggi, che vi propongo: lo
studio delle arti decorative, "fino a non molto tempo fa, era
ritenuto più un
argomento da antiquari che da storici dell'arte.
Colpevole l'atteggiamento di diffidenza che si è sempre avuto nei
confronti di tutto ciò che non avesse, per forza di cose,
implicazioni di carattere intellettuale. Considerati 'semplici'
elementi di arredo, i mobili, le porcellane e le maioliche non sono
mai stati ritenuti davvero importanti. Tra i colpevoli di ciò c'è
sicuramente
l'insegnamento scolastico che, codificato, così come lo
conosciamo, in epoca fascista, ha sempre prediletto una
lettura
gerarchica dell'arte, parziale e settoriale nel modo di presentare il
nostro enorme patrimonio culturale". Si studiano i capolavori
architettonici o pittorici di Raffaello, Tiziano o Giulio Romano e
"poco importa che gli stessi artisti qui nominati abbiano anche
disegnato vasi o saliere, oggetti il cui uso pratico era
nobilitato
dal loro estro creativo. Tutto ciò ha ovviamente favorito, a lungo
andare, il
mercato dell'arte nazionale e internazionale nel quale si
sono riversati, a partire soprattutto dall'Ottocento, oggetti e
arredi importanti, finiti, nei migliori dei casi, nei più blasonati
musei del mondo, nel peggiore, invece, persi nei meandri del
collezionismo privato". Dal Museo Accorsi,
l'instancabile lavoro
di recupero degli oggetti e degli arredi per riportarli a casa, in
Piemonte, in una sede prestigiosa, inseriti in un
contesto
che ricrea le atmosfere per le quali sono stati creati.
Da
Pifetti a Ladatte è occasione di numerosi appuntamenti organizzati
al Museo Accorsi.
Dal 10 marzo al 12 maggio 2018, tre conferenze alle ore
17, tutte a
ingresso libero fino a esaurimento posti, a cura degli
storici dell'arte della Fondazione Accorsi-Ometto:
Il 'gusto
Accorsi': collezionare tra fascino e passione (10 marzo 2018);
Lavoro
per il re. Artisti di corte e manifatture nell'Europa del Settecento
(21 aprile 2018);
Dimmi dove ti siedi e ti dirò chi sei. Le
differenze dei modelli di arredo nei ceti sociali (12 maggio 2018).
Anche le tradizionali
Conversazioni d'arte a cura della storica
dell'arte
Anna Maria Cavanna daranno grande spazio ai temi della
mostra: si terranno alla
domenica alle ore 10.30, il
biglietto costa
14 euro, ridotto 10 euro, per i possessori della tessera Abbonamento
Musei 6 euro. Dopo le conferenze, da
Abrì, Alchimie di sapori, in
via Po 57, si potrà pranzare con una
specialità appositamente
studiata per l'occasione dallo chef del locale (prenotazione
obbligatoria tel 011 837688 int. 5). Questo il calendario delle
Convesazioni:
Preziosi ritratti in miniatura da Rosalba Carriera a
Jean-Baptiste Isabey a Jean-Étienne Liotard: funzione e significati
(25 febbraio 2018);
Scene galanti e allegorie nella pittura e nelle
arti decorative tra Barocco e Rococò (25 marzo 2018);
Dimore
signorili tra Settecento e Ottocento: arredi, oggetti ornamentali e
rituali della vita di società (15 aprile 2018);
Suggestioni
dell'esotismo nel secolo dei Lumi: porcellane, papier peints cinesi,
padiglioni delle delizie (20 maggio).
Da Piffetti a Ladatte –
Dieci anni di acquisizioni alla Fondazione Accorsi-Ometto è al
Museo
Accorsi, in via Po 55,
fino al 3 giugno 2018. L'
orario d'apertura è
da martedì a venerdì ore 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi
pre 10-13 e 14-19. Il
biglietto costa 8 euro, ridotto 6 euro,
gratuito per Abbonamento Musei Torino + Piemonte Card e under 12; la
mostra con visita guidata (martedì e venerdì ore 11 e 17, sabato,
domenica e festivi anche ore 18) 4 euro più biglietto d'ingresso.
Tutte le info su
www.fondazioneaccorsi-ometto.it.
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