Dal 22 al 24 febbraio 2018, torna il
Festival del Giornalismo Alimentare: è la terza edizione e tante
sono le novità che testimoniano la
crescita del suo prestigio e il
suo consolidamento tra i grandi eventi cittadini. Dall'anno scorso
alcuni dei suoi seminari e tavole rotonde danno ai giornalisti gli
accrediti necessari
per la Formazione Continua; quest'anno, per la
prima volta, è arrivato anche il patrocinio del
Consiglio Nazionale
dell'Ordine dei Giornalisti (quello dell'Ordine piemontese c'era
già).
Il programma è rigoroso come sempre e punta
sull'attualità e sul confronto, avendo come obiettivo
la correttezza
dell'informazione su tutto quello che circonda il cibo e rivolgendosi
per questo,
non solo ai giornalisti ma anche a bloggers,
influencers,
scienziati, uffici stampa e a tutti coloro che lavorano
per una
corretta informazione sull'alimentazione e le sue tematiche. Al
Centro Congressi Torino Incontra (via Nino Costa 8), due sale per
discutere di temi di grande attualità, a cominciare dalle imminenti
elezioni nazionali:
2018 l'anno del cibo italiano. Quali politiche
alimentari per la prossima legislatura? si chiede il primo incontro
in programma (Sala Cavour, 22 febbraio, ore 9.30-11.40). Si parlerà
poi del
Made In Italy (è davvero una garanzia di qualità e di
sicurezza o neanche noi siamo in paradiso?) e delle
contraffazioni a
cui sono soggetti i nostri prodotti, dal Barollo al Parmesan; ci si
chiederà se siamo
preparati a comunicare i nuovi cibi, dagli insetti
alla carne in laboratorio, se il giornalismo sa
comunicare con
chiarezza le etichette, come
la Pubblica Amministrazione usa i social
per comunicare educazione e politiche alimentari.
Davvero
interessanti anche gli incontri in Sala Giolitti, dove l'attenzione è
più spostata sul web e sulle nuove figure che sta producendo: il
brand journalism, in cui si stanno rifugiando tanti giornalisti
espulsi dal sistema di informazione tradizionale, i blogger e gli
influencer, che si stanno affermando, votati però alla precarietà
dei freelancer. E allora, rivolti a loro i panel sulla dura vita dei
freelance, sui suggerimenti per promuovere il proprio lavoro,
"sull'arte di inventarsi sempre qualcosa". E poi le
istruzioni per l'uso su food e social media, l'enoturismo come nuovo
modello di business per i piccoli produttori. Il programma vale
davvero la pena per chi si occupa di comunicazione (non
necessariamente solo alimentare) e a volte è un peccato la
sovrapposizione di eventi e incontri. Per i giornalisti interessati, due seminari danno i crediti per la formazione: Freelance, Food blogger, Brand journalist, ovvero imprevisti e probabilità nell'era dell'informazione 4.0 (22 febbraio, ore 15-19, 4 crediti), Contributi per un giornalismo alimentare consapevole e responsabile (23 febbraio, ore 14-19, 5 crediti).
Oltre al programma
ufficiale, ci sono gli Eventi off, che propongono aperitivi a Palazzo
Birago (22 febbraio, ore 19.30, Palazzo Birago, via Carlo Alberto
16), Showcooking per cucinare senza sprechi (22 febbraio, ore 20,
Fiorfood, Galleria San Federico), uno slow fast food con la carne
piemontese come regina e la torinesissima MoleCola come bevanda (23
febbraio, ore 20, M**Bun, via Urbano Rattazzi 4), sapori e ricette
vietnamite (23 febbraio, ore 20, Cookin' Factory, via g. Savonarola
2m).
Non mancheranno neanche quest'anno i
press tour, con
funzione formativa, oltre che turistica:
sabato 24 febbraio ci si
muoverà tra Langhe e Valle d'Aosta, tra pianura della Granda e
borghi medievali della collina, tra castelli sabaudi e vigneti
canavesani per vedere da vicino come nascono le eccellenze piemontesi
e valdostane (la
Valle d'Aosta è Regione ospite e fa pensare a
future presenze di altre regioni, che racconteranno le loro culture
enogastronomiche e spingeranno ad approfondire come comunicarle).
Il
Festival del Giornalismo Alimentare ha
un sito web,
www.festivalgiornalismoalimentare.it,
sul quale bisogna
accreditarsi per partecipare agli incontri e alle
attività.
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