Rotta
su Torino racconta le
cose che mi piacciono e che mi incuriosiscono
di Torino e che mi piace condividere con i
torinesi e con gli
eventuali
turisti. È sempre stato chiaro e questo spiega anche
perché di tanto in tanto cambino le direzioni del blog. Ma cosa
succede
se un torinese fa cose belle e importanti
fuori città? Ho
sempre tentato di ignorare l'eventualità per non ampliare il campo
d'azione del blog più del possibile. Ma poi mi arriva un comunicato
stampa come questo, che annuncia la
torre dell'88 Market Street a
Singapore, progettata congiuntamente dallo
studio torinese Carlo
Ratti Associati (CRA) e dal
Gruppo danese BIG-Bjarke Ingels, e non
posso non condividere. Quando
il nome di Torino va per il mondo e
crea spazi d'avanguardia in cui si fondono cultura e tradizioni, luce
e natura, stile di vita e vegetazione, mi piace che
lo sappiano anche
i cinque lettori di Rotta su Torino.
Alta 280 metri, per
51 piani, "la torre, una delle più alte di Singapore" spiega il comunicato stampa di CRA "
fonde la vita urbana con la natura tropicale, ridefinendo il posto di
lavoro e gli standard di vita degli utenti, aggiungendo un nuovo
punto di riferimento allo skyline di Singapore". Lo si vede nei
rendering che lo studio torinese ha diffuso e che si trovano già
nelle riviste specializzate (tutto quello che la grafica su computer
permette di fare oggi in architettura e ai miei tempi, neanche tanti
secoli fa, ad Architettura c'erano 2 computer 2 a disposizione degli
studenti...). La natura è parte integrante dell'edificio, al piano
terra
una grande hall è arricchita da una
vegetazione
lussureggiante, che sottolinea anche
lo slancio e il disegno
verticale dei pilastri, creando un'atmosfera un po' da
cattedrale
gotica e un po' da influenze delle
architetture islamiche.
Da questa hall, chiamata
City Room, tutte le diverse funzioni dell'edificio avranno una propria entrata separata,
circondati da un giardino pubblico e da spazi per installazioni d'arte e ristoranti. Nei primi
otto piani, tutti i
servizi dedicati ai residenti, che includono "piscina, jacuzzi, pista da jogging, palestra, cucina sociale, sale per residenti e per barbecue. Gli ultimi 29 piani della torre offrono spazi per uffici con vista panoramica su Singapore e Marina Bay".
Il
rapporto con la natura è una costante in tutto il progetto: "La
facciata esterna è costituita da
elementi verticali che si staccano
per consentire di
intravedere le oasi verdi che fioriscono dalla
base, dal nucleo e dal tetto. L'edificio mostra
un'interazione di
linee ortogonali intrecciate con vegetazione tropicale". La parte centrale è dedicata alla
Green Oasis, alta quattro piani, a separare la zona residenziale da quella riservata agli uffici, o, meglio, a
collegarle attraverso la natura: qui ci si trova
in un grande giardino all'aperto (le linee verticali che caratterizzano il disegno esterno del grattacielo si 'aprono' per rendere visibile questo spazio verde), ideale per una pausa dal lavoro, per una conversazione con gli amici, per passeggiare e ospitare eventi;
una promenade a spirale permette di avere una
visione panoramica della Green Oasis, all'interno, e di Singapore, all'esterno.
Sono anche
stretti i
rapporti tra sensori, IoT (Internet of Things)
e capacità di
intelligenza artificiale, che "sparsi in tutta la torre",
consentiranno "agli inquilini di p
ersonalizzare la propria
esperienza dell'edificio. L'attenzione al raggiungimento di
un'architettura veramente reattiva fa avanzare l
a ricerca decennale
di CRA in questo campo". Il punto di riferimento è il
progetto della
Fondazione Agnelli, che Carlo Ratti ha firmato a
Torino e dove un
innovativo sistema di controllo climatico permette
di
personalizzare il clima intorno a sé, attraverso un'app, in modo
da avere intorno una sorta di "bolla termica" ideale, che
segue i propri movimenti nell'edificio.
Il
rapporto tra le torri
e la natura è indagato da anni dagli architetti. Il primo progetto
che ricordo di aver visto, nel 2008, è la
Torre YPF di Carlos
Pelli, nel moderno quartiere di Puerto Madero, a
Buenos Aires: lì,
una 'finestra' creata dal 26° al 31° piano lasciava intravedere una
sorta di bosco di eucalipti ad altezze fino ad allora impensate. Di
lì sono arrivate le esperienze successive,
fino alla serra
bioclimatica di
Renzo Piano, nel grattacielo Intesa Sanpaolo,
diventata uno dei posti più belli di
Torino, e al
Bosco Verticale,
realizzato da
Stefano Boeri a
Milano. Il progetto di CRA e BIG, a
Singapore, rompe di nuovo gli schemi e
va più in là, legando
lo
stretto rapporto tra uomo e natura alla
fruizione attraverso le nuove
tecnologie. Secondo Carlo Ratti gli spazi devono "diventare
luoghi per nuove interazioni. In questo edificio le aree verdi sono
rese accessibili al pubblico a diverse altezze, permettendo alla
vitalità che contraddistingue la città di entrare in tutta la
torre.
Lavorare nella natura sarà essenziale ai fini dell'esperienza
da condurre nell'edificio, così come le
tecnologie digitali più
avanzate, che ci offriranno uno spaccato degli uffici del futuro".
Progetti avveniristici, che
cambiano lo skyline delle città d'Asia e
che portano un po' di
Torino nel mondo.
I cantieri della torre di
Singapore, finanziati da
CapitaLand Limited, sono appena partiti e
dovrebbero terminare
nel 2021.
Se volete conoscere il lavoro di
Carlo Ratti Associati, autore di numerosi progetti anche a Torino
(oltre alla ristrutturazione della
Fondazione Agnelli anche la
riqualificazione della
Caserma La Marmora che chissà quando sarà) e
in Italia (suoi il
Parco della Scienza e dell'Innovazione e il
Supermercato del futuro a Milano, l'Hortus e il padiglione della
Venchi di
Fico Eataly a Bologna), il
sito web è
www.carloratti.com.
Peccato sia solo in inglese.
Commenti
Posta un commento