Il comunicato stampa è arrivato ieri e
oggi è riportato, con poche modifiche, da quasi tutti i media
cittadini: Torino intende candidarsi a
Capitale verde europea per il
2021. Non è la prima volta che ci prova: nel 2014 la sua candidatura
fu battuta da Copenhagen e uno dei suoi punti deboli fu
la qualità
dell'aria (da allora più che migliorata sembra peggiorata, visto il
triste primato di città più inquinata d'Italia, causa anche la
conformazione della Pianura Padana, il cuneo formato dall'arco alpino
e le scarse politiche anti-smog messe in campo in questi anni non
solo da Torino, ma dall'intero sistema della grande pianura, da
Torino fino a Venezia).
Cosa significa essere Capitale verde europea?
Per rispondere ho consultato il
sito ufficiale del riconoscimento e ho trovato, in
italiano,
la brochure per la candidatura del 2018. Possono aspirare a
diventare Capitali verdi le città "che si distinguono per
una
pianificazione territoriale intelligente mirata a garantire una
buona
qualità della vita". Il premio "celebra le città in cui
l'innovazione è ormai la norma. Mettere in risalto il lavoro svolto
da queste apripista stimolerà altri centri urbani europei a
diventare non soltanto sostenibili, ma anche piacevoli per i propri
abitanti".
Nato nel 2008, il riconoscimento è andato
soprattutto alle città del Nord-Europa (tutte le capitali scandinave
sono state premiate), con la sola eccezione della spagnola
Vitoria-Gasteiz, nei Paesi Baschi: la prima vincitrice è stata
Stoccolma, poi è stato il turno di Amburgo, Nantes, Copenhagen,
Bristol, Ljubljana, Essen, Nijmengen e, nel 2019, Oslo. Perché hanno
vinto lo spiega il Commissario Europeo all'Ambiente
Karmenu Vella:
"La nostra prima vincitrice,
Stoccolma, ha definito lo standard
della competizione.
Amburgo ha raccolto il testimone, grazie anche al
suo speciale 'treno delle idee', composto da vagoni dedicati
ciascuno a un diverso aspetto della vita quotidiana in una città
verde. A
Vitoria-Gasteiz, ogni singolo cittadino vive entro 300 metri
da uno spazio verde aperto, mentre
Nantes è stata la prima città in
Francia a reintrodurre con successo i
tram elettrici.
Copenaghen è
sulla buona strada per diventare la città più funzionale al mondo
per chi s
i sposta in bici.
Bristol, la vincitrice per il 2015, invita
gli europei a festeggiare la creazione di città più felici e più
sane, mentre nel 2016 l’attenzione sarà tutta per
Lubiana e i suoi
grandi risultati, tra cui la piantumazione di oltre 2000 alberi, la
realizzazione di cinque nuovi parchi e il ripristino degli argini
della Sava. Ogni città vincitrice ha dimostrato che
la diversità
naturale può essere anche una fonte d'ispirazione".
In cosa
potrebbe essere Torino fonte d'ispirazione per le altre città
europee? Bagnata
da quattro fiumi, circondata da una
storica corona
verde, dotata di grandi parchi e giardini che la rendono una delle
città italiane con il
più alto numero di metri quadrati verdi per
abitante, Torino sta facendo progressi per proporsi come una delle
prime città smart d'Italia, ma presenta anche
criticità pesanti
legate alla forte presenza del traffico privato, alla praticamente
inesistente rete di trasporti sotterranei, a una rete di trasporti
pubblici organizzata con
autobus obsoleti, privilegiati rispetto ai
meno inquinanti tram. La città deve insomma presentare un progetto
che ambisca a migliorare i punti critici per offrire una migliore
qualità della vita ai propri cittadini.
Quanto possono essere
pesanti il passato industriale e la qualità dell'aria
nell'elaborazione del progetto? Spulciando in Internet, sono finita
su
www.weforgreen.it,
che analizza
la vittoria di Essen, in Germania,
capitale verde
europea 2017, che è stata al centro di "
uno dei più grandi
poli industriali europei" (Essen è nella Renania
settentrionale-Vestfalia, nella Ruhr, insomma, che fu cuore
industriale della Germania). Bene, "i progetti e provvedimenti
messi in campo dall'amministrazione cittadina per sposare lo sviluppo
sostenibile che hanno fatto colpo sulla giuria sono stati:
l'obiettivo di
ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2020, i
376 km di
piste ciclabili, i 28.000 m ² di strade con
asfalto
antirumore, un 95% della popolazione che vive a 300 m aree verdi
e l'e
liminazione delle discariche per i rifiuti domestici addirittura
dall'anno 1960". Progetti ambiziosi, da cui Torino potrebbe
prendere ispirazione per la sua candidatura.
I
vantaggi della
candidatura sono evidenti: bisogna avviare progetti che migliorino la
qualità della vita dei cittadini. Ma non solo: il titolo porta
maggiore attenzione sui media internazionali, aumenta l'interesse dei
turisti, comporta
maggiori risorse per i progetti ambientali e, di
conseguenza, anche
maggiore disponibilità degli investitori esteri.
C'è
un'onda lunga, legata soprattutto al
turismo, agli investimenti
e alla qualità dei progetti, che continua per anni dopo il
riconoscimento. Non il volano che sono state le Olimpiadi Invernali,
ma insomma.
"La creazione di un buon dossier di candidatura
richiede
un lavoro di squadra dei servizi dell'Amministrazione
comunale e per ottenere questo obiettivo verrà creato un gruppo di
lavoro formato dalle aree e servizi Ambiente, Mobilità, Verde e
Urbanistica, Sistema informativo, Energy management" annuncia il
comunicato stampa. Il bando per la partecipazione sarà pubblicato
tra maggio e giugno, la scadenza sarà
a ottobre 2018. Curiosa di
conoscere il dossier che verrà presentato e di sostenerlo, con tutta
la passione necessaria, per fare di
Torino la prima Capitale verde
europea.
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