Giuseppina Sansone è una di quelle
donne che piacciono a Rotta su Torino, per aver saputo seguire
la
propria passione, a dispetto di tutto, e per averla
trasformata in un
lavoro creativo e soddisfacente. La seguo da tanto tempo nei social,
non so neanche più come l'ho incrociata; a febbraio ha aperto il suo
studio di consulenza d'immagine,
Immagina(ti), adiacente a
Nosy Be,
negozio di moda femminile a San Donato, e ho deciso che era ora di
conoscerla finalmente da vicino. Lei, ancora più bella che in fotografia,
ha intatti
la gentilezza e lo stile chic che le sue immagini e il suo
blog promettono e rivela la complessità di un lavoro che non guarda
solo al guardaroba delle clienti, ma anche alla psicologia.
-
Giuseppina, quando è iniziato l'interesse per la moda e per
l'immagine?
È iniziato da bambina: mia madre era una sarta e
confezionava i vestiti per me e per mia sorella, con il suo estro. Ci
vestiva da gemelle, cosa che detestavo perché eravamo molto diverse,
ma mi piaceva la sua creatività; con i tessuti che rimanevano ci faceva i
vestiti per le Barbie. Non ho ereditato la
manualità di mia madre, lei mi prende in giro perché non so
attaccare neanche un bottone, ma sì ho preso il suo buongusto, che
traduco in un lavoro di immagine, di
styling. Ho tradotto un
attitudine personale in un lavoro che amo e in cui non finisco mai di
imparare e inventare progetti.
- Come definiresti il tuo
lavoro?
Mi piace talmente tanto, che mi aiuta a dimenticare fatica
e dolori. È la parte che più mi identifica, tanto è vero che non
stacco mai, appartiene alla mia identità.
- Quando arriva una
cliente da te, cosa succede?
Succede che conversiamo, in modo da
capire cosa le serve davvero: un cambio di guardaroba? Un'immagine da
ristudiare affinché si senta meglio con se stessa e si riconosca di
più?
- Ma le clienti arrivano con le idee chiare?
Nì. Ci sono
clienti che hanno le idee chiare, e sono la minoranza, e ci sono
quelle che arrivano alla ricerca di un benessere interiore. Dietro
l'immagine di ogni donna c'è soprattutto questo, la ricerca di se
stessa. Io cerco di aiutarle a trovare questo benessere, mi rendo
conto che alla fine del nostro lavoro sono sempre contente e felici
ed è cosa che a me motiva tantissimo. Che poi loro, alla fine del percorso, riescano a mantenere le strategie che abbiamo
individuato, è un altro discorso: lavorare alla propria immagine è
cosa che richiede costanza, bisogna lasciare vecchie abitudini. Se
hai vent'anni puoi uscire come vuoi e non c'è problema, se ne hai
venti in più, devi fare più sforzi per apparire accettabile. Devi
proprio fare delle cose che richiedono costanza: il piano pratico è la principale difficoltà,
perché ci vogliono investimenti di tempo e di denaro che non tutte
riescono ad affrontare.
- La tua consulenza in cosa
consiste?
Aiuto a rivedere il guardaroba e a ricreare lo stile,
che sia allineato alla quotidianità; deve essere uno stile pratico,
utile, oltre che glamour e fashion; queste due ultime qualità che aiutano a stare
bene, perché vedersi belle aiuta l'autostima e fa stare bene. E
questo benessere ha ripercussioni sui rapporti interpersonali, nel
lavoro: se ti senti bene con te stessa, fai meglio tutto il resto.
-
Quando costruisci l'immagine di una donna, hai modelli di riferimento
che ti aiutano o ti ispirano?
Sì, ci sono idee e strategie di
partenza che effettivamente ritornano, come la costruzione di un
guardaroba con elementi classici, che non devono mai mancare. Modelli
femminili di riferimento ce ne sono chiaramente tanti, ma uno che
torna tanto, anche su richiesta delle clienti, è Michelle Obama, una
donna che passa la sua forza attraverso la femminilità, cosa che non
è così scontata. A volte la femminilità passa attraverso la
fragilità, ma con Michelle c'è la trasmissione di forza, che
intriga molto le donne. Ha scardinato l'idea di immagine di potere
legata all'iconografia maschile. Lei è anche una delle mie figure di
riferimento nei corsi di
personal style branding, all'Accademia del
Lusso di Milano.
- E come si scardinano i gusti delle clienti non adatti ai
loro corpi?
È un percorso lungo! Ed è una cosa più comune di
quanto sembri: se arrivi intorno ai 40 anni, con credenze costruite
nel corso degli anni, non adeguate al tuo corpo, è molto difficile
convincerti a cambiare idea, lo sappiamo tutte, ma significa anche
non avere una chiara percezione della propria fisicità ed è su
quello che bisogna lavorare. È un lavoro empatico, di sensibilità,
di psicologia, devi rispettare molto i tempi e le esigenze delle
persone.
- È vero che a una certa età non devi più indossare
certe cose o Brigitte Macron sta cambiando il modo di vedere le donne
mature?
Nì, anche in questo caso. Non riesco a rispondere in modo
netto, dipende sempre dalla personalità che hai costruito nel corso
della tua vita. Brigitte ha una forte personalità, oltre ad aver
lavorato probabilmente molto sul suo fisico e sulla sua mente, perché
è tutto correlato. Pensa anche a Jane Fonda, non è detto che ti
devi coprire. Dev'esserci coerenza tra la tua immagine e la tua
personalità: se senti quella coerenza, perché no?
- Le torinesi
che rapporto hanno con lo stile?
Le torinesi hanno gusto e sono
eleganti, ma secondo me si mortificano, dovrebbero imparare a
divertirsi di più. Sono troppo sobrie, magari più colore, più
estro, più mix di stili.
- Sei nata in Basilicata, residente a
Torino da anni, cosa porti del tuo Sud nel tuo lavoro?
Amo Torino,
sono arrivata per studiare Scienze Politiche e non me ne sono più
andata perché me ne sono innamorata. È stata una città difficile
all'inizio, però adesso non mi immagino altrove; per un certo
periodo ho avuto anche una certa difficoltà, non sapevo di dove
fossi, un po' lucana e un po' torinese, poi ho capito che mi colloco
dove sto bene. Qui sto bene perché riesco a fare le cose che voglio
fare e che non potrei mai fare giù, dove la mia famiglia mi
appoggia totalmente. Cosa porto della mia terra nel mio lavoro? Credo
un certo modo più rilassato di vedere le persone e di approcciarmi a
loro. Mia madre mi diceva sempre, da bambina, che tutte le persone
vanno trattate allo stesso modo, siano un Papa o un operaio. Continuo
ad applicare quell'insegnamento.
Immagina(ti) è in via Caserta 6.
Giuseppina Sansone ha un
blog,
www.fashionandthecity.it,
è
su
Facebook e
su
Instagram. Il 24 marzo 2018, alle ore 16, la trovate da
De Wan, in piazza Castello
132, per il workshop
Giocare con gli accessori: 1000 look con un
abito (info su
www.facebook.com)
Commenti
Posta un commento