Non solo appartamenti privati in
edifici storici, contemporanei o reinventati.
Open House 2017 ha
aperto gratuitamente al pubblico anche spazi come i
grandi alberghi torinesi, realizzati in edifici
ristrutturati, come l'NH Carlina o l'
AC Hotel Torino by Marriott. Quest'ultimo,
al
Lingotto, si trova alle spalle di
Eataly, nello stesso complesso
che fu della
Carpano: mentre la parte affacciata su via Nizza è
stata ristrutturata per Eataly,
nell'edificio che ancora prima fu del
Pastificio Italiano, è stato
progettato l'hotel. A realizzare entrambi i progetti, come a dare una sorta di continuità ideale, lo studio
Negozio Blu Architetti.
L'AC Hotel Torino by Marriott - Foto di Luca Sivieri
"La storia di quest'edificio è piuttosto interessante"
spiega l'architetto
Cristiana Catino, che adesso ha un proprio studio e
che ho incontrato insieme a
Gustavo Ambrosini di Negozio Blu, per continuare questo
viaggio tra le architetture aperte da Open House nel 2017, in attesa della nuova edizione (9-10 giugno 2018). "È dell'inizio del Novecento ed è
uno dei primi edifici realizzati in Piemonte con sistema a pilastri e
travi di cemento armato detto a
Porcheddu, dall'ingegnere che aveva
per l'Italia il brevetto
Hennebique ; le finestre della facciata
avevano
una bella scansione, anche se erano aperte solo quelle
centrali, probabilmente perché, avendo l'edificio un uso
industriale, non erano necessarie tutte quelle finestre. Ma,
vedendo i disegni originari e avendo visto che erano state previste
aperte, ci siamo sentiti autorizzati ad aprirle nel nostro progetto
di recupero".
Non solo il bel ritmo
delle finestre in facciata, anche gli interni presentavano
spazi suggestivi: sale a
tutta altezza, il disegno del reticolato delle travi sui soffitti. "Quando abbiamo iniziato a occuparcene non era ancora chiara la
destinazione d'uso, la Carpano intendeva
valorizzare le architetture che aveva lasciato, spostando la produzione, e
stava cercando una soluzione adeguata. È un
edificio unitario, un
solo volume con una
manica profonda, di diversa tipologia rispetto
agli spazi andati poi a Eataly, costruiti nel tempo intorno a dei
cortili. Uffici o alberghi erano le soluzioni più immaginabili, visto il
disegno della manica".
L'AC Hotel Torino by Marriott - Foto di Filippo Gallino
Si è poi scelto
l'albergo, per il quale è stata necessaria una
variante urbanistica, che ha cambiato
la destinazione dell'area in terziario-ricettivo. "Eravamo alla
fine degli anni 90, quando non c'era ancora la sensibilità odierna
verso gli edifici industriali né quell'area aveva lo sviluppo di
oggi.
AC Hoteles, questo era il nome della catena, oggi inglobata in Marriott, è stato il primo investitore straniero ad aprire un
albergo nell'area" spiega Ambrosini. Con l'arrivo della catena
spagnola, Negozio Blu ha cambiato i committenti e ha lavorato di
concerto con
le esigenze di un grande gruppo internazionale, che deve
dare
identità propria e riconoscibile agli spazi in cui entra.
"Avevamo già lavorato con gli alberghi, ma erano di proprietà
privata, questa è stata la prima volta con un
gruppo alberghiero ed è stato interessante: tutta la parte
di decorazione interna è stata negoziata con gli architetti
spagnoli, è più legata alle esigenze del marchio" racconta Catino.
Quali le richieste del gruppo
alberghiero agli architetti? "Volevano
almeno 100 camere, per
rendere l'albergo redditizio. Abbiamo lavorato con lo
Studio di ingegneria Chiarugi di Firenze, che seguiva lo sviluppo della catena
in Italia; noi abbiamo sviluppato la parte di recupero dell'edificio
seguendo i loro standard". Date le esigenze, il
ritmo delle stanze non segue quello delle finestre perché ci sono
diverse tipologie dalle singole alle suite.
Piano terra (sin) e piano tipo (des) dell'AC Hotel Torino by Marriott
La manica dell'edificio è
piuttosto
profonda, quindi le camere sono
rettangolari e allungate
verso il corridoio centrale. La camera tipo ha un ingresso e un'area
di disimpegno del bagno, quindi un lavandino a vista e poi, in uno
spazio apposito, il bagno vero e proprio, che nelle junior suites è
dotato di vasca e di superficie maggiore; quindi,
verso le finestre
c'è la camera vera e propria. Agli angoli dell'edificio, ci sono le
suites, articolate in più camere. Gli architetti fanno notare
come l'impianto dell'AC Marriott sia stato
una ventata di novità per
gli alberghi di alta fascia di Torino e in Italia: "Eravamo nel
2004 e per gli italiani il bagno era ancora uno spazio chiuso, un
lavandino a vista non era immaginabile, per noi è stato un modo per
aprire la stanza. Adesso c'è più
sperimentazione con vetri, docce,
trasparenze".
L'AC Hotel Torino by Marriott - Foto di Luca Sivieri
Una delle cose a cui
Negozio Blu ha tenuto di
più, e che AC Hoteles ha accettato, è stata
la conservazione a
vista del disegno delle travi, soprattutto nella hall. "Ci
piaceva l'idea che lo spazio d'ingresso mantenesse
le suggestioni di
quando lo abbiamo visto noi: ampio, grande, affascinante. Quindi
tutto, gli arredi, l'uso, persino gli impianti, è stato disegnato
affinché fosse
leggibile la doppia altezza del piano terra e anche
il suo disegno. La cosa curiosa è che il
primo progetto, preparato
dallo studio fiorentino, prevedeva
la hall al centro della manica,
con una distribuzione simmetrica degli spazi, che
non consentiva
tanto una lettura d'insieme; poi sono venuti gli spagnoli, con
l'architetto
Juan Pérez, che si occupava di
dare l'atmosfera agli
alberghi del gruppo e che, avendo visto l'edificio, non era convinto
dell'ingresso centrale. Così ha proposto una
hall laterale, come è
ancora oggi, che consentiva poi di leggere
in modo unitario lo
spazio del piano terra, come si vede anche adesso. Noi
contentissimi perché così si preservava la lettura dello
spazio originario" racconta Ambrosini.
Così adesso c'è
l'
ingresso da via Bisalta, con il bancone d'accoglienza e le parti
amministrative e poi, scendendo alcuni gradini, si entra nella manica
vera e propria, con la
hall, arredata con divani e tavolini a
disposizione della clientela, seguita dalla
sala colazione e, quindi, da una grande
sala eventi; sul lato lungo meridionale, tutti
i servizi, anche a disposizione del ristorante, aperto anche al
pubblico. Tra le
suggestioni lasciate dal passato, la ciminiera e
il disegno del giardino, che ha ripreso anche l'antica maglia
regolare dell'edificio industriale.
L'AC Hotel Torino by Marriott - Foto di Luca Sivieri
Open House ha aperto
l'albergo e il giardino adiacente, costruito appositamente. Né gli architetti di Negozio
Blu né Cristiana Catino hanno curato le visite guidate, gestite dall'hotel in altro modo, ma non ha partecipato, ma Gustavo Ambrosini è rimasto
colpito dalla manifestazione. "Noi
architetti siamo così tanti che potremmo mantenere in piedi da soli
una manifestazione come Open House, ma scoprire che tanti non
architetti si siano incuriositi mi è piaciuto molto: io ho molti
amici che sono andati a vedere questi spazi e ascoltarli è stato
interessante perché vedi
le cose da altri punti di vista. Magari
sono giudizi che
ti spiazzano, però sono anche
occasione di
riflessione".
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