Promenade è uno degli appartamenti più
originali e più singolari aperti da
Open House 2017: è colorato
come nessuno e tutta la sua decorazione esprime
personalità ed energia. È l'appartamento dei suoi
progettisti,
Stefano Carera ed Eirini Giannakopuolou, che lavorano insieme nel loro studio,
SCEG Architetti, e che vi abitano
con il loro bambino. "È un po'
il manifesto della nostra
architettura; in genere, un progetto per un cliente ha molti limiti,
stabiliti dai suoi gusti e dalle sue esigenze, giustamente. A casa
nostra, questi limiti non c'erano e ci siamo divertiti, facendo
cose che ci piacevano" spiega Eirini, nata ad
Atene e arrivata a
Torino dopo la laurea, un leggero accento straniero e molta passione
per le origini e la storia, che rendono peculiare l'architettura di
ogni città e di ogni territorio.
Stefano Carera ed Eirini Giannakopoulou (sin) - la zona pranzo di Promenade
L'appartamento si trova in
zona
Lingotto e originariamente era costituito da "una camera, un
bagno, non aveva soggiorno perché era di passaggio e ci stavano solo
due poltrone, la piantina era molto irregolare. Erano
90 mq difficili;
dopo averla vista siamo andati da Eataly a prenderci un caffè, per
cercare di ridisegnare cosa avevamo visto ed eravamo un po' in
difficoltà". La soluzione e le idee sono arrivate
conoscendo il
quartiere, "esplorando il territorio" dice Eirini "noi
guardiamo sempre l'intorno,
cosa guarda la casa, dov'è collocata,
per noi molto importante". L'appartamento si trova in
una delle case costruite dalla FIAT intorno al suo stabilimento: "Nella
nostra ricerca abbiamo trovato anche
cartoline d'epoca in cui si
vedevano il Lingotto, le montagne, il fiume, casa nostra e questo ci
ha spinto a indagare ancora di più questo legame".
Da questo
lavoro preliminare, è arrivata l'idea di "
un movimento
circolare". La casa "aveva un
movimento esterno
perimetrale, anche nel ballatoio, che possiamo considerare la strada
del palazzo; questo movimento perimetrale esterno, la strada e il
ballatoio, ci ha fatto pensare al movimento interno. Il
riferimento è stato il Lingotto, con questa
pista, che ha rafforzato la nostra idea di fare una scelta
planimetrica non molto usuale". Così inusuale che mette
sul
perimetro tutti gli ambienti della vita 'pubblica': la cucina, che
non è definita da uno spazio chiuso, ma "è passante",
come dice Eirini, il soggiorno e la sala da pranzo, sono tutti posti
sull'esterno, a creare
il movimento che ricorda la pista del
Lingotto. All'interno, come protetti, ci sono
gli spazi più intimi,
i bagni e le due camere da letto.
In questo disegno,
i colori
non sono casuali: "Sono stati progettati in base alla nostra
idea, quindi
gli spazi esterni sono come l'urbano che entra dentro,
quindi superfici grigie, fredde, lisce, a ricordare la strada. Nelle
camere c'è
la personalizzazione degli spazi privati. Amiamo il
colore, abbiamo cercato di inserirlo il più possibile, con due
dinamiche diverse,
più fredda all'esterno,
più vivace e personale
nelle stanze. Per noi è importante anche la
sala da pranzo, abbiamo
spesso ospiti e anche nel progetto ne abbiamo fatto il
cuore
dell'appartamento, come lo è nella nostra vita".
Il
progetto ha presentato
qualche difficoltà tecnica, non
immediatamente leggibile: "Durante la guerra l'edificio è stato bombardato
e la ristrutturazione ha cambiato la statica, cosa che abbiamo
scoperto solo dopo, lavorando all'appartamento. Non solo, tutti
i tramezzi
sono portanti, per cui non potevamo aprire da qualche parte senza
chiudere da un'altra, in modo da riequilibrare le forze. È stato un
lavoro faticoso, ma siamo riusciti nel nostro intento, cioè
collegare i vani verso la strada e non più verso l'interno, com'era
prima. Questa caratteristica dei tramezzi non ci ha permesso di
realizzare tutte le modifiche che avevamo in mente, ma va bene così,
io credo che quando hai un'idea chiara, riesci comunque a lavorarci e
a
rafforzarla attraverso elementi come l'arredo, la
decorazione".
Eirini racconta anche
una bella idea di
Torino, per spiegare la decorazione interna dell'appartamento:
"
Torino non è una città minimal, la vedo molto materica; vengo
da Atene, che è una città neo-costruita, di cemento armato, di
colori minimi tutti grigi. Torino invece, come città italiana, è
molto interessante, ha
tanti materiali come l'ottone, la pietra, i
travertini, i rivestimenti, ha l'intonaco, ha un bell'uso dei
materiali, che invecchiano bene. La trovo
imponente, ha un uso dei materiali forte. Noi
lavoriamo su materiali di qua, gli
edifici sono molto decorati per
poi trovare
dentro degli spazi bianchi, crea un contrasto molto
forte, non appartiene al nostro modo di vedere l'architettura".
In Promenade tutto è
colore e personalità: i
mobili, le lampade, persino
la cornice superiore delle pareti, è un
segno forte di presenza e l'architetto racconta un dettaglio che
sfugge alle foto: "La cornice è nata per portare le tende su
una parete lunga circa 15 metri, con varie finestre di larghezza
classica, tipo 1,20 metri. Per ogni finestra dovevamo trovare un binario,
allora come fare per unificare questo prospetto, all'interno? abbiamo
deciso di farlo attraverso il
binario unico, che diventa poi un segno
anche verso l'esterno: dove non ci sono le finestre è
rivolto verso il soffitto e porta
una linea di luce, che è
interessante anche
da fuori. Se guardi dall'esterno questo
piano si vede unito da un segno che crea di nuovo
un legame
interno-esterno".
Open House
è stata un'esperienza "inaspettata, sia per la qualità delle
persone che sono venute sia per il successo. Ti vedi passare
200
persone in casa tua, le code di chi aspetta, è strano. Noi facevamo
visite guidate ogni 15 minuti, però mi è piaciuto il fatto che non
siano venuti solo architetti e che ci siano state tante persone
curiose. È stata una testimonianza del fatto che
la città si deve
aprire, deve conoscere l'architettura, per noi è stato utile: se tu proponi una cosa come casa nostra un
cliente rimane
perplesso, ma
se la vede la apprezza e questo vuole
dire che manca un collegamento tra le due cose, c'è una
mancanza di
riferimenti vissuti. Quando una città dà la possibilità di vedere
cose diverse e ci sono bei commenti, significa che c'è disponibilità
e manca solo la conoscenza. Il
commento più divertente? Uno dei più
ricorrenti era se la planimetria era tipica greca, fate le case così
in Grecia?".
SCEG Architetti ha
un sito web, da cui sono tratte le immagini pubblicate nell'articolo e in cui potete
vedere gli altri suoi progetti su
www.sceg.it.
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