Open House Torino ha presentato ieri la
seconda edizione, che, i lettori di Rotta su Torino lo sanno già, si
terrà il
9 e 10 giugno 2018. Il format è lo stesso dell'anno
scorso: due giorni di
visite gratuite ad architetture solitamente
chiuse al pubblico. Rispetto all'anno scorso, che ha segnato il
miglior esordio di sempre, tra le 42 città di Open House sparse in
quattro continenti, sono cambiati i numeri, più grandi: la manifestazione aprirà
oltre 140 spazi, tra palazzi
storici, edifici contemporanei, gallerie sotterranee e
tante
abitazioni private (rappresentano
quasi il 50% degli spazi aperti,
come succede in pochissime altre città e per questo il presidente
dell'Associazione Open House Torino ha parlato ieri, in conferenza
stampa, della generosità dei torinesi, pronti a condividere i propri
spazi più privati).
Bernini 2 (sin) e Nuvola Lavazza (des)
Vi segnalo subito
le novità più
mediatiche, quelle che incuriosiranno di più il pubblico: apriranno
le porte, solo
su prenotazione obbligatoria (tutte le info nelle
schede di ogni spazio, su
www.openhousetorino.it),
la
Nuvola Lavazza, che l'8 giugno aprirà anche il ristorante di
Ferran Adrià e il Museo Lavazza e che porterà i visitatori di Open
House Torino sulla terrazza verde del tetto della Nuvola e nella
Centrale, nuovo spazio eventi del complesso; il
cantiere della
metropolitana, che al Lingotto mostrerà i lavori sotterranei
dell'atteso prolungamento della linea 1;
Casa Y e
The number 6, due
delle architetture più amate dell'edizione 2017 (The number 6 aprirà
anche
l'attico, oltre che il piano nobile!); il
campanile di Faa' di
Bruno, in San Donato, e la
Sinagoga di Torino, a San Salvario; il
Grattacielo di Intesa Sanpaolo, le cui prenotazioni obbligatorie
inizieranno il 1° giugno 2018.
Tra le novità,
a ingresso
libero,
Bernini 2, uno degli edifici più giovani di Torino;
Casa
Aurora, firmata da Aldo Rossi e sede del Gruppo Finanziario Tessile,
fino al suo fallimento; poi un terzetto di Palazzi storici e
imperdibili come
Palazzo Scaglia di Verrua,
Palazzo Coardi di
Carpeneto,
Palazzo Chiablese. Ancora in centro, un'
anteprima
assoluta, che renderà felici gli appassionati di storia torinese:
l'apertura all'
Area Archeologica scoperta durante i lavori di scavo
del parcheggio di corso Galileo Ferraris, con gallerie sotterranee
legate al sistema difensivo della Cittadella, e lo stesso
Pastiss,
che è la più sofisticata rete di gallerie per la difesa della
Cittadella; nella stessa zona, il
Mastio della Cittadella, di cui si
visiteranno i saloni, fino al tetto. In centro ci sono anche la
visita al
Teatro Regio e l'apertura del
Complesso Artigianelli, con
il
Teatro Le Musichall, diretto da Arturo Brachetti. Mentre in
collina è da non perdere la visita alla
Stazione dell'Ovovia di
Italia 61: un bel ricordo per chi c'era allora e una bella scoperta
per chi, come me, conosce l'ovovia solo dai ricordi familiari e dalle
fotografie d'epoca.
Palazzo Costa Carrù della Trinità (sin) e il Giardino Segreto (des)
Ci sono anche
tantissime abitazioni private,
in tutti i quartieri (ma io consiglio di non perdere di vista Borgo
Aurora e San Salvario, si rivelano vivacissimi anche in architettura
e negli spazi privati). Vi segnalo
Casa Madama e
Casa
Morrissey, a San Salvario; la
Casa G, nella
torre di
piazza Solferino, e l'
appartamento Tre Viste, in zona
precollinare, con le loro viste sulla città;
Casa Farini, a
Vanchiglia, e
Loft Aurora, in Borgo Aurora, che valorizzano spazi antichi con il design contemporaneo.
Casa Antonelli
reinventa in modo leggero gli spazi in cui visse l'architetto della
Mole Antonelliana. Tornano la
Casa Okumè, alla Crocetta,
La
Casa tra gli alberi, a San Salvario, e Casa Baloire, di cui si è
parlato recentemente su Rotta su Torino, proprio in attesa di Open
House Torino 2018 (trovate la lista di tutti gli spazi di cui si è
parlato, intervistando gli architetti,
a questo link); tra i ritorni
da non perdere anche
Casa Hollywood e
25 Verde, le
Villette Casalegno, il
Villino Raby e
Casa Ozanam
con il suo
Orto Alto.
Una delle cose belle di Open House
Torino è lo spazio che dà a
tutte le declinazioni
dell'architettura, non solo la costruzione di edifici, ma anche il
disegno del
paesaggio. E in questo un ruolo da protagonista tocca ai
giardini e ai parchi, alcuni dei quali costruiti dove un tempo
c'erano le industrie o, addirittura, un aeroporto: il
Parco
Peccei, in Spina 4, è l'ultimo esempio di area verde
postindustriale, in cui convivono giardino e tracce del passato; il
Parco Mennea, che si sta costruendo dove c'era un tempo la
MaterFerro (Open House Torino porterà non solo nel Parco già
realizzato, ma anche
nel cantiere, di cui si è parlato su
Rotta su Torino, non perdetevi la collina su cui sarà realizzato un
vigneto!). Il
Parco Colonnetti è il più importante polmone
verde di Mirafiori Sud, sorge su quello che fu uno degli aeroporti di
Torino ed è animato dall'accogliente Casa del Quartiere, realizzata
in materiali naturali. Il
Giardino Marie Curie con il
viale
della Frutta invita a scoprire la campagna in città, con un
frutteto urbano e merenda per tutti i visitatori; dall'altra parte
della città, il
Giardino Rodari propone le armonie barocche
e, tra pergolati di glicine, lavanda e rosmarino, si scende fino a un
tempietto per la meditazione.
Tre Viste (sin) e Casa Farini (des)
In questo contesto di
valorizzazione dell'architettura del verde, della tutela, del
paesaggio, rientra anche il
Laboratorio per bambini che si
terrà in entrambi i giorni di Open House nella
Ludoteca Il
Paguro, a Vanchiglia: i bambini dovranno portare una semplice
scatola di cartone, per scoprire, giocando, l'importanza e l'utilità
dell'architettura, per vivere bene, in modo sostenibile e rispettoso
della natura.
Un programma vasto, con tantissime cose da vedere,
se ne riparlerà nei prossimi giorni. Adesso posso dire che al
leggere la grande varietà e la qualità delle proposte, sono
orgogliosa che Rotta su Torino sia
di nuovo media partner di Open
House Torino.
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