Inizierà domani
Archivissima, la tre
giorni che,
dal 6 al 9 giugno 2018, aprirà gli Archivi di tanti enti
culturali torinesi, con un bel programma di mostre e incontri per
valorizzare il loro patrimonio storico, culturale e artistico.
Tra
tutti gli Archivi che saranno protagonisti della manifestazione, merita una citazione l'
Archivio di Stato
di Torino, ospitato in parte in un Palazzo di piazza Castello appositamente
costruito da
Filippo Juvarra nel XVIII secolo (le
Sezioni Riunite sono conservate nel vecchio Ospedale San Luigi in via Piave). E in
quell'appositamente c'è tutta
la sua peculiarità: probabilmente è
l'
unico Archivio di Stato d'Europa ospitato in un
edificio che è stato
progettato proprio per quest'uso. Si trova nel complesso di palazzi
del potere che vollero i Savoia per amministrare lo Stato,
praticamente senza mai uscire da Palazzo: a nord piazza Castello è
definita dalle antiche
Segreterie di Stato (dove c'è oggi la
Prefettura) e da una serie di palazzi, in fuga verso est, che poi,
come a pettine, si aprono in maniche perpendicolari quali il
Teatro Regio,
l'antica e perduta
Accademia Militare e la
Cavallerizza Reale. A
seguire le Segreterie di Stato, c'era l'Archivio, che i Savoia
vollero vicino, perché c
ustode della loro storia e perché fosse
facilmente consultabile nella documentazione necessaria a governare
lo Stato.
Il progetto di Juvarra prevedeva
tre piani fuoriterra,
con
cinque grandi saloni in ogni piano e vari locali di servizio, con
le scale sistemate alle due estremità. Il pericolo degli incendi,
frequente per quell'epoca, era sventato da
spessi muri tagliafuoco,
che ne garantivano l'isolamento; notevoli anche i solai, che Juvarra
aveva voluto in grado di resistere
in caso di crollo del tetto. Le
volte a padiglione e a botte scaricavano le spinte sui muri che
separavano i vari saloni. La
facciata, ancora oggi ben conservata (potete vederla in piazzetta Mollino, davanti al Teatro Regio di
Carlo Mollino) manteneva l'
aspetto aulico della Torino settecentesca,
ritmato da un
ordine gigante di lesene, con capitelli di stile composito, che si elevava da una base in
bugnato.
Da qualche tempo, l'Archivio di Stato si apre alla città con
mostre ed eventi che raccontano il suo
enorme patrimonio storico, con
documenti che raccontano la dinastia sabauda sin dal Medioevo. È
così possibile visitare i suoi saloni, con i
possenti armadi in
legno, che conservano i documenti e che un tempo erano consultabili
solo su autorizzazione del re. Una documentazione storica così grande che i recenti restauri, con l'ampliamento degli spazi a due piani
sotterranei costruiti sotto i Giardini Reali, permettono di arrivare
a
11 km lineari di scaffalature. I tesori nascosti di Torino, che
Archivissima aiuta a scoprire.
Per il programma di Archivissima, il link
è questo; per sapere di più sull'Archivio di Stato di Torino, seguite
questo link; le foto,
da wikipedia.
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