Nel weekend del
7 e 8 luglio 2018, il
Parco Dora ospiterà uno dei
Festival di musica techno più
importanti d'Europa, il
Kappa FuturFestival e ieri c'è stata una
visita speciale al
backstage per la stampa. È stata una visita molto
interessante per me, che amo il Parco Dora, che non impazzisco per la
musica proposta dalla kermesse e che, però, ne apprezzo
profondamente
il significato per Torino e per lo stesso Parco Dora,
location speciale di un evento che quest'anno richiamerà
50 dei più
importanti artisti internazionali del genere e almeno
50mila persone,
provenienti da ben
89 Paesi (non solo tutta l'Europa, ma anche
Australia, Brasile, Arabia Saudita, Sudafrica, tra i Paesi da cui
sono stati acquistati i biglietti online). Le cose che ho apprezzato
di più, durante la visita, sono la
passione degli organizzatori e il
loro
impegno per rendere il Festival "il
meno invasivo possibile
per i residenti". Un impegno genuino, raccontato nella
descrizione delle nuove tecnologie utilizzate per il
controllo
dell'impatto acustico e della gestione della sicurezza, attraverso il
progetto Monica, nell'ambito del Programma Europeo di ricerca e
innovazione
Horizon 2020 (tra i numeri straordinari di questo
Festival ci sono i 200 addetti alla sicurezza, 53 vigili e 3,5 km di
recinzioni).
Innovazione e sostenibilità sembrano essere le
parole d'ordine del Kappa FuturFestival, che anche in questo è
all'avanguardia in Europa.
Unico in Italia, propone al suo pubblico
una tessera che, grazie alla
tecnologia cashless, permette di
fare
acquisti in modo veloce e senza code nell'area food e merchandasing:
la
card, gratuita, può essere caricata anche online e può essere
utilizzata anche nelle
prossime edizioni del KFF. Online è anche
facile avere
accesso alle informazioni, con sistemi di acquisto dei
biglietti semplice e veloce e pacchetti biglietto+hotel a prezzi
accessibili (si calcola che
la ricaduta economica del Festival su
Torino sia di circa 15 milioni di euro). Per il pubblico, sotto il
capannone del Parco Dora e nelle aree a esso adiacenti, ci sono anche
zone di ristoro (a chi acquista il biglietto viene data anche una
bottiglia d'acqua gratuita o una lattina di Burn):
EDIT e il
Bar
Cavour del Cambio avranno in gestione i
Premium Cocktail Bar, così
da offrire in esclusiva al pubblico i loro cocktail più prestigiosi,
poi
spazi per il food, per le birre artigianali nazionali, terrazze e
location in cui rilassarsi, ascoltando la musica e godendosi la
bellezza del Parco Dora. La sostenibilità è anche nella gestione
della pulizia e della spazzatura:
l'85% del materiale utilizzato al
Festival viene riciclato, i bidoni della spazzatura (sono tantissimi,
allineati lungo uno dei lati lunghi del capannone) sono parte del
progetto Trashed Art of recycling, che, grazie ad artisti di tutte le
discipline, trasforma i bidoni della raccolta differenziata in vere
e proprie opere d'arte (l'organizzazione pulirà poi non solo
l'interno del Parco, ma anche le aree esterne confinanti).
Ed è
ora di
parlare della musica!
Quattro palchi, dotati delle tecnologie
più moderne, il Jager Stage, quello più grande, collocato sotto
l'ex capannone dello strippaggio (ed è impressionante vederlo e cosa
non dev'essere per gli artisti, quanto sotto il capannone ci saranno
migliaia di persone!), il Burn Stage, il Futur Stage e il Dora Stage,
che proporranno i diversi generi della musica techno. Essendo
totalmente a digiuno sull'argomento, mi affido al comunicato stampa:
"
Techno e tech-house, come sempre, sono un cuore sonoro del
festival: da
leggende come Derrick May, Robert Hood, Adam Beyer, Timo
Maas, Stacey Pullen passando per
gli artisti italiani che più e
meglio si sono guadagnati nel genere una rilevanza assolutamente
mondiale: Marco Carola, Joseph Capriati, Ilario Alicante, Marco
Faraone, Sam Paganini, Dj Tennis, oltre ad alcuni degli
eroi del
clubbing sulla traiettoria Ibiza-Berlino Solomun, Kölsch, The
Martinez Brothers, Andrea Oliva, Jackmaster, Hot Since 82, Seth
Troxler, Eats Everything. Quest'anno inoltre le sfaccettature sono
sempre di più: quelle
altamente spettacolari tra electro, techno ed
eclettismo di due giganti planetari assoluti come Eric Prydz e Fatboy
Slim, quelle maggiormente
legate alle radici 'storiche' del
fenomeno della club culture (dai leggendari cavalieri house Mr.
Fingers, François K, Joe Claussell, Danny Krivit per arrivare allo
straripante talento di Motor City Drum Ensemble, oltre a un
fuoriclasse senza tempo come l’italiano Ralf), quelle sì
geometriche ma al tempo stesso poetiche e romantiche del tedesco
Apparat, quelle coraggiose e creative del bulgaro KiNK, senza contare
quelle al
femminile, una delle chiavi dell'edizione 2018: Amelie
Lens, Peggy Gou, Giorgia Angiuli si muovono sui territori della
musica in quattro quarti con una grazia, un'inventiva e un gusto
molto particolari. In due giorni, lo spettro della musica dance
contemporanea si sviluppa grazie ad
una line up che ha realmente
pochi eguali a livello continentale per importanza, qualità,
equilibrio, impatto, quest'anno come mai in passato".
Per tutte le
informazioni www.kappafuturfestival.it.
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