Un anno fa circa, Torino si è dotata
di
misure di sicurezza contro eventuali attentati di auto lanciate
contro la folla, chiudendo piazze e vie pedonali con
vasi di piante e
con
blocchi di cemento, detti
jersey. Il problema estetico di questi
blocchi grigi nelle piazze auliche si è posto sin da subito e per
risolverlo è arrivato il progetto
Oltre le Barriere, che conta
sull'appoggio dell'Assessorato alla Cultura, la Fondazione Contrada
Torino, l'Accademia Albertina di Belle Arti e la Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana e sul
sostegno di Intesa Sanpaolo.
L'idea è semplice: un gruppo di
studenti dell'Accademia Alertina di Belle Arti ha pensato e
realizzato
disegni di abbellimento, che adesso saranno realizzati su
una copertura applicabile rimovibile in Pvc, che aderisce
perfettamente alla forma delle barriere; in questo modo non ci sarà
un intervento cromatico diretto sulla superficie del jersey.
Le
quattro proposte sono sintetizzate nel logo
RGPS, in cui le
consonanti è l'iniziale del verbo di ogni progetto.
"R come
Respira si riferisce al lavoro
Alberi Attraverso le Barriere, ideato
da
Negar Shariaty che ha interpretato le barriere come finestre
aperte che rimandano a una percezione di aria pura da inspirare per
una liberazione interiore. È anche la prima opera realizzata, in
piazza Castello.
G come
Guarda identifica
Dettagli Parlanti di
Sara Molinari e si ispira a ciò che vediamo quotidianamente, ma che
spesso ci sfugge. Il progetto racconta Torino attraverso gli elementi
architettonici dei suoi edifici tra passato, presente e futuro, con
elementi architettonici, sagome e scorci di palazzi caratteristici.
P come
Pensa corrisponde a
Hybrid Connection di
Donato Mariano
che, con la sua realizzazione, invita a riflettere sulle immagini che
si accumulano fuori e dentro di noi. Una sequenza di figure digitali
che nascono da un errore del computer, generate da un ipotetico
sovraccarico di informazioni impresse sul laterizio.
S come
Sogna
perché in
Spazio Torino di
Barbara Mittino il sogno non ha età e le
sequenze di illustrazioni fantastiche di giovani di diverse origini
etniche rimandano alla creatività, alla natura, allo spazio e al
gioco in un continuo cambio di scala tra mondo reale e immaginario"
Presto, sui blocchi di cemento, queste
opere che parlano
di arte e di creatività anche su strumenti di
difesa;
alla paura si dice no anche così.
Commenti
Posta un commento