Difficilmente le mostre organizzate dal
MAO deludono le aspettative. Non fa eccezione
Nomadi dell'Asia,
mostra fotografica che espone un centinaio di immagini scattate da
Carla
Parato Milone e
Giorgio Milone tra le popolazioni nomadi del grande
continente. Ecco, se volete avere idea della
complessità dell'Asia e
rendervi conto di quanto sia stupido parlare di un continente come se
non avesse sfumature, visitate questa mostra.
Dai deserti arabici
agli altopiani iraniani, dalle catene montuose che separano l'India
dalla Cina fino alle enormi steppe mongoliche e alle infinite pianure
di ghiaccio della Siberia, l'Asia rivela
i mille volti e le mille
culture. Per di più legate
al mondo effimero e millenario dei
nomadi, di chi alla sera monta casa e il giorno dopo la smonta e
riparte, lungo percorsi stabiliti da millenni, al seguito delle
grandi mandrie. Intorno a questo stile di vita,
la separazione netta
dei ruoli tra uomo e donna, lui a controllare il bestiame, lei a
sopportare i lavori domestici più faticosi;
le difficoltà di
istruzione dei bambini, non sempre seguiti da maestri, poco disposti,
comprensibilmente, ad adeguarsi a ritmi di vita così diversi;
i
paesaggi, che mutano continuamente, non solo per il ritmo delle
stagioni. In una delle prime sale, c'è uno dei primi
contrasti
d'Asia: una fila di nomadi su dromedari, tra le dune del deserto
bruciato dal sole, e, poco più lontano, un'analoga fila, tra le
renne, in una pianura ghiacciata. Mondi, lingue, religioni e culture
lontanissimi, con niente in comune, ma appartenenti allo stesso
continente.
Colpiscono soprattutto i volti fotografati,
scolpiti dalla vita dura
eppure indomati: abbiano i tratti mongoli degli arcieri, gli occhioni
nerissimi dei bambini impegnati in una mungitura, la concentrazione di una
donna al telaio (e che telai, pronti per essere smontati e portati
via, insieme a tutto il resto!), il mistero della carnagione chiara che appassiona gli studiosi da secoli, hanno sempre
una luce nello sguardo,
che fa pensare a quanto mondo ci perdiamo, convivendo sullo stesso
pianeta, ma senza incontrarci. Con il loro stile di vita, a cui non
rinunciano,
mettono in scacco interi Paesi: non è più previsto il
nomadismo, la contemporaneità preferisce i popoli sedentari e chi
rinuncia a omologarsi è oggetto di
pressioni continue, compreso
l'obbligo di mandare i figli a scuola lontano dalle rotte millenarie
(succede soprattutto in Siberia, dove il governo russo cerca da
decenni di impedire il nomadismo, anche attraverso il controllo delle
giovani generazioni).
Insieme alle foto, ci sono tessuti,
sculture, ceramiche provenienti dal patrimonio del MAO, che
integrano
la conoscenza offerta dalle fotografie e costruiscono
ulteriori
elementi d'atmosfera. L'ultima sala è forse la più bella, non per
le foto (sono tutte bellissime, è una mostra da tornare a vedere e
peccato sia aperta solo fino al 14 ottobre), ma per il significato:
anche i nomadi, nella durezza della loro vita, hanno i loro
luoghi e
momenti di festa. Indossano costumi preziosi, si sfidano in
competizioni antiche, in cui coraggio e vanità si mescolano, ridono,
si incontrano e si innamorano. Sono eventi in cui si indossano
i
gioielli e i vestiti migliori, le donne usano pettinature e
decorazioni complesse, con profondi significati simbolici, siano
nelle pianure siberiane o negli altipiani iraniani. Poi c'è una
foto, in cui nomadi mongoli, belli come principi, indossano costumi
preziosi che rimandano
all'età dei Khan e fanno pensare direttamente
alla serie tv
Marco Polo. È una delle ultime immagini della mostra e
mantiene intatti
la complessità e il mistero dell'Asia, così
affascinanti che, terminata la visita,
si è tentati di riprendere
dalla prima sala.
Nomadi dell'Asia è al
MAO, in via San Domenico
11,
fino al 14 ottobre 2018. L'
orario d'apertura è martedì-venerdì
ore 10-18, sabato-domenica ore11-19, chiudo il lunedì. Il biglietto
alla sola mostra costa 3 euro, gratuito per i possessori della
tessera Abbonamento Musei Torino Piemonte; il
biglietto d'ingresso al
Museo costa 10 euro, ridotto 8 euro, gratuito per under 18 e
Abbonamento Musei Torino Piemonte.
Tutte le info su
www.maotorino.it.
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