Manca
poco meno di un mese alla seconda edizione del
Festival
Torinostratosferica Utopian Hours, il primo, in Italia, a invitare a
immaginare una città, avvalendosi anche
dell'utopia. Potendo
cambiare Torino, cosa faresti? È la domanda che muove il Festival e
la sua tre giorni di incontri, mostre, dibattiti, con ospiti
provenienti da tutto il mondo,
dal 19 al 21 ottobre 2018.
Nello
Spazio Q35 (via Quittengo 35), ulteriore struttura ex industriale
riqualificata
in Barriera di Milano, Torino è la protagonista: tutti
gli ospiti, siano architetti, creativi, imprenditori, esploratori,
storyteller, portano la propria esperienza per immaginare una
Torino
al massimo delle sue potenzialità.
Da
Copenhagen arriverà
Mikael
Colivlle-Andersen, che ha sostenuto la mobilità ciclabile della
capitale danese, che adesso guida la serie tv
The Life-Sized City
(su laEffe come
Racconti dalle città del futuro), e che a
Torino racconterà i vantaggi di una città per biciclette;
Martin
Barry illustrerà i progetti innovativi pensati per il centro di
Praga;
Jeff Stein, direttore di
Arcosanti, città costruita
nell'Arizona dall'architetto torinese
Paolo Soleri, spiegherà come
si vive in una città nata da un'utopia. Poi ci sarà una figura che
trovo straordinariamente interessante: il giornalista e scrittore
Aaron Foley, che da un anno e mezzo è lo
storyteller ufficiale di
Detroit, e chissà cosa significa per una città avere una figura
professionale che trasforma la sua vita e i suoi processi in storie
da raccontare. Tra gli altri incontri da non perdere, quelli con
Sverre Landmark, che racconterà come la rigenerazione di Oslo sia
partita dal lungofiume, e
Raoul Grünstein, che spiegherà il ruolo
dell'acqua, tra piscine e centri culturali, nella trasformazione di
Helsinki. Il programma offre davvero tanti
spunti di riflessione sulla Torino che potrebbe essere, utilizzando
queste esperienze internazionali. Sarà interessante, poi, ascoltare
rilievi, critiche e proposte del finlandese
Timo Hämäläinen e del portoghese
Frederico
Duarte, gli
urban explorers invitati, dopo tre giorni passati in giro
per Torino: quali idee per la città avranno loro ispirato?
Le
sei
mostre allestite si muovono sullo stesso filone utopistico e
coinvolgono architetti locali, grafici italiani, con uno
sguardo
aperto all'immaginazione, al futuro e all'utopia. Vi cito tre delle
mostre che potrete visitare:
Visioni da Torinostratosferica ha
coinvolto alcuni studi d'architettura torinesi, che, raccogliendo proposte e provocazioni, hanno
preparato cartoline d'impatto con progetti innovativi tipo i Durazzi
(i Murazzi lungo la Dora), l'abbattimento della Gran Madre o le terme
al Palazzo del Lavoro (tutto è possibile in una città che
si
immagina senza barriere: magari non si realizzerà, ma avrà trovato
una direzione).
Night time is the right time sarà una mostra
fotografica che racconterà la Londra notturna, per proporre idee per
una città viva 24 ore su 24, "non solo per la
nightlife e la
scena culturale, ma attiva nel generare nuove economie, nell'usare
risorse e spazi utilizzati solo di giorno, e così conciliare i ritmi
di comunità diverse".
Torino in 11+1 episodi, infine,
presenterà una serie di opere dell'architetto e artista
Maurizio
Cilli, convinto che solo a Torino possano succedere cose eccezionali;
a prova di questo, 11 eventi straordinari successi nel passato e da
riscoprire proprio nella mostra: sarà un percorso singolare lungo
tre secoli di storia torinese.
La seconda edizione delle
Utopian
Hours, come la prima, sarà
in inglese. La mia speranza personale è
che per la terza edizione ci sia
la possibilità di avere una
traduzione in italiano, affinché anche chi non parla inglese possa
seguire questi incontri straordinari e unici in Italia. Il
programma
completo di
Utopian Hours è su
torinostratosferica.it/.
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