Non so se ci sia
una vigna cittadina
dalla vista più spettacolare di questa, a
Villa della Regina, sulla
collina torinese. Siamo in una delle residenze sabaude cittadine più
belle, tra quelle che più di tutte rendono visibile
la propaganda
dei Savoia attraverso il controllo barocco del territorio. Villa
della Regina è
in asse con via Po e piazza Vittorio Veneto e, prima
della costruzione della chiesa della Gran Madre, era
il fulcro degli
sguardi sulla collina (adesso il tempio neoclassico si porta via
molta attenzione). Come tante residenze collinari del Seicento, fu costruita per diletto del proprietario, nel suo caso il
Cardinale
Maurizio di Savoia, fratello di Vittorio Amedeo I e uno dei cognati
in guerra con la Madama Reale Cristina di Francia, prima di sposarne
la figlia Ludovica, per mettere fine a ogni conflitto. Nella
residenza il principe riceveva gli amici, si occupava di filosofia e
letteratura e aveva una propria
vigna, andata perduta come il resto, nei secoli del declino della villa.
È stata
recuperata solo recentemente, tra il 2003 e il 2006, nell'ambito dei
restauri di Villa della Regina, con un attento lavoro filologico,
curato dal
Ministero dei Beni Culturali e realizzato dalle
Cantine
Balbiano, con la collaborazione dell'Università di Torino e il CNR.
Oggi occupa
quasi un ettaro, meno di quanto fosse in origine, ma
sufficiente per produrre circa 4000 bottiglie di
Freisa di Chieri DOC
superiore Vigna Villa della Regina, che, racconta
Luca Balbiano,
"potrebbero essere di più, ma preferiamo sacrificarle per
puntare sulla qualità. Abbiamo avuto dall'estero richieste di
acquisto della produzione in blocco, vista la qualità e la bella
storia che c'è dietro la vigna; hanno mostrato interesse dagli Stati
Uniti, dal Regno Unito, persino dalla Francia, ma preferiamo tenere
metà della produzione a Torino, a disposizione dei torinesi".
Balbiano non nasconde l'entusiasmo per questa vigna, che non deve
rendere tantissimo alle Cantine ("il prezzo è stabilito dai
costi diviso le bottiglie, niente di più" dice), ma è come un
fiore all'occhiello per chi ama questo territorio con passione e da 75 anni produce vino sulle colline
torinesi.
Il vigneto ha un fascino straordinario, si
trova
all'interno di una residenza sabauda, Patrimonio Mondiale
dell'Umanità, e porta a Torino
un po' di paesaggio langarolo,
anch'esso Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Due citazioni della più
amata lista dell'UNESCO, per questo angolo di collina dal morbido
pendio, reso ancora più dolce e armonioso dal correre dei filari di
viti, che si perdono laggiù, verso la Mole Antonelliana e i
campanili barocchi del centro storico. E cosa non dev'essere quando
si vedono le Alpi! E cosa non dev'essere tra poche settimane, quando
il
foliage infiammerà il vigneto e i giardini della Villa! Come
regalo per questa visita speciale, a pochi giorni dalla vendemmia,
un
grappolo d'uva che, armati di cesoia, noi giornalisti, invitati all'anteprima, abbiamo
tagliato da soli. Secondo i calcoli degli esperti, la vendemmia
dovrebbe iniziare proprio oggi (e se non è stato oggi è questione
proprio di giorni), Luca Balbiano non si sbilancia, perché gli
uomini presumono e immaginano, ma decidono "il buon Dio e la
natura": "Dovrebbe essere
una buona annata, non molto
abbondante, ma di buona qualità" annuncia. Tornata a casa,
posso dire che quel
grappolo d'uva era davvero delizioso, dolce come non mi sarei aspettata.
L'
appuntamento con Villa della Regina
è per al più presto, non appena inizia il
foliage! Il vigneto sarà
tra i protagonisti della
Vendemmia a Torino, la tre giorni che
dal
19 al 21 ottobre 2018 racconterà le viti e il vino in tutte le loro
declinazioni: tra gli eventi ci sarà proprio a Villa della Regina un
convegno che riunirà
i vigneti urbani italiani (con Torino anche
Brescia, Napoli, Siena e Venezia) con un ospite d'eccezione,
Clos
Montmartre, la vigna urbana di Parigi. Se ne parlerà presto.
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