Su
Torino com'era non si finisce mai di
imparare: foto, stampe, incisioni, quadri, brani di libri
ricostruiscono la città del passato, spesso lontana da come
la
propaganda dei Savoia voleva raccontarla alle Corti d'Europa.
Più
povera e meno sontuosa, con forti
differenze sociali che toccò poi
ai
santi sociali e alle menti più illuminate dell'Ottocento cercare di alleviare.
Ci sono
due belle stampe pubblicate da
Mauro Mac
nel
gruppo di Facebook di Torino sparita, che raccontano
questa
convivenza e questa lontananza tra la Torino aristocratica e quella
plebea e svelano curiosità sconosciute. Per esempio, sul Po,
davanti
al Castello del Valentino, in prossimità dell'altra riva, c'era una
piccola isola. Era in corrispondenza della barriera di Piacenza e
anche per questo era chiamato
l'isola di Piacenza. A giudicare dalla
stampa, essendo
dotata di alberi non doveva essere un'isola che sorgeva durante le secche, legata, insomma alla portata del Po, anzi; i
moli di legno, che portavano
agli imbarchi per le piccole imbarcazioni sul fiume, fanno pensare a
un suo uso quotidiano. L'abbigliamento della coppia sul molo,
soprattutto la cuffietta di lei, datano la stampa al XIX secolo. E guardate
com'era il Castello del Valentino, con il suo aspetto francesizzante,
la sistemazione asimmetrica delle strutture adiacenti, che lo caratterizza ancora oggi. Da un lato il
cortile, che sarebbe poi stato
utilizzato da Architettura per la
costruzione delle sue aule (e lasciamo perdere il loro impatto
accanto a un edificio storico e aulico), dall'altro gli alberi, che
sembrano anticipare l'
Orto Botanico. Cosa è stato di quell'isola e
quando è scomparsa, senza lasciare tracce nella nostra memoria? Tema
da approfondire!
L'altra stampa è decisamente
più romantica e
descrive
un chiaro di luna sul Po: in secondo piano il
Monte dei
Cappuccini e il
ponte più bello che Torino abbia avuto, quello
d'acciaio dedicato alla regina Maria Teresa, che collegava le due
rive poco più a nord dell'attuale ponte Umberto I, tra corso
Vittorio Emanuele II e corso Fiume. In primo piano le
imbarcazioni
piatte, che un po' fanno pensare al
Bucintoro conservato alla Reggia
di Venaria Reale, ovviamente senza la sua opulenza. Il ponte e il
gusto romantico della foto datano la stampa a
dopo la metà
dell'Ottocento (il ponte Maria Teresa fu costruito negli anni 40 del
XIX secolo), ma
quest'atmosfera notturna e luminosa, questo riflesso
della luna sul Po,
questo ponte leggero e aereo, insieme al Convento
sul Monte dei Cappuccini, che tutto sa e tutto vede, e alle
placide
acque del fiume, su cui galleggiano tranquille e silenziose le
imbarcazioni, sa
di serenità e di armonia che sarebbe stato bello
vedere (soprattutto quel ponte, che peccato che gli ingegneri e gli
architetti torinesi abbiano puntato più su possenti archi e pietre
che su acciaio leggero e aereo).
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